ALLA CAMERA APPRODA RIFORMA COSTITUZIONALE: VACCA E COLLETTI PENTASTELLATI CONTROCORRENTE, ''C'E' PROBLEMA DI RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA'', ''REGIONE AVRA' MENO SENATORI DI PROVINCE AUTONOME, E DI QUELLI A VITA''

TAGLIO DEI PARLAMENTARI: SOLO 4 SENATORI E 7 DEPUTATI IN ABRUZZO, DUBBI ANCHE DA M5S

7 Ottobre 2019 18:38

Regione - Politica

PESCARA – Da 14 deputati a massimo 7. Da 7 senatori a massimo 4. La necessità di ridisegnare i collegi elettorali, il che favorirebbe ancor di più le aree più popolose della regione, ovvero la costa rispetto alle aree interne. E ancora: un Abruzzo con meno rappresentanza rispetto alle province autonome, nonstante il numero maggiore di abitanti ed elettori.  

Sarebbe questo, proiezioni alla mano, l'effetto della riforma costituzionale, approdata alla Camera, per il taglio del numero dei parlamentari che, se approvata definitivamente, ridurrà il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200. La riforma è stata fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e la sua approvazione ha costituito uno dei requisiti per la formazione del secondo governo di Giuseppe Conte bis insieme al Partito democratico. Ed è estremamente significativo, che critiche, anche pesanti, al provvedimento siano arrivate oggi da due deputati, al secondo mandato, del Movimento 5 stelle abruzzese: Gianluca Vacca, ex sottosegretario a Beni culturali nel governo Conte Uno, e Andrea Colletti.

Partito a febbraio, il testo della riforma è già stato votato due volte in Senato e una alla Camera: manca, appunto, l’ultimo voto e, a meno di sorprese, dovrebbe essere positivo. Anche perché anche i partiti di centrodestra daranno il loro assenso. La riforma, comunque, non entrerà immediatamente in vigore. Nei tre mesi successivi alla sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, infatti, potrebbe essere presentata una richiesta di referendum confermativo.

La decimazione prevista, avrà in ogni caso effetti pesanti negli equilibri interni nei partiti, anche in Abruzzo. Dove i pretendenti ad un posto in lista in Parlamento, sono già ora ben più numerosi di quelli a disposizione. Se questi ultimi vengono poi saranno dimezzati, per i vari segretari e vertici delle forze politiche saranno a dir poco grattacapo riuscire a soddisfare le ambizioni dei loro big, scalpitanti a bordo campo. 

Attualmente, dei 14 neo deputati eletti a marzo 2018,  8 arrivano dalla lista del Movimento Cinque Stelle, 2 rispettivamente dal Partito democratico, Forza Italia e Lega. Dei 7 senatori, 3 rappresentano M5s, 1 il Pd, 1 Forza Italia, 1 la Lega, più Gaetano Quagliarello di Idea. Anche per le forze maggiori, la riforma, rappresenterà un bagno di sangue.





Nelle ore in cui è in corso la discussione, a sorpresa, esprimono perplessità due parlamentari abruzzesi, Vacca e Colletti, entrambi al secondo mandato, entrambi M5s, il partito per il quale il taglio dei parlamentari è una bandiera politica. 

In un post sul suo profilo facebook, Vacca, premettendo che voterà a favore, osserva però che “l'Italia andrà ad occupare le ultimissime posizioni in quanto a rappresentatività democratica parlamentare, avrà in sostanza il minor numero di parlamentari in rapporto agli abitanti”.

E in questo scenario, almeno per i senatori, si avrà il seguente paradosso: nel ddl costituzionale è stato inserito il principio che ogni Regione (tranne Molise e Valle d’Aosta) ed ogni Provincia Autonoma deve avere almeno 3 senatori. Accade così che il Trentino Alto-Adige, in cui ci sono le due Province autonome di Bolzano e Trento, avrà ben 6 senatori, con una popolazione di 1 milione circa di abitanti.

“Le Province Autonome – osserva infatti – avranno una rappresentanza spropositata rispetto alle Regioni: il Trentino Alto-Adige avrà 6 senatori, mentre Abruzzo, Sardegna, Marche e Liguria, pur avendo una popolazione maggiore, avranno due o un senatore in meno rispetto a quei territori. Una criticità non da poco perché riguarda milioni di italiani”.

Infine Vacca mette nero su bianco una riflessione, di fatto non allineata con l'ortodossia grillina “anti-casta”. 

“Migliorerà la qualità del lavoro parlamentare dopo questo taglio? – si chiede infatti Vacca – Questo è il punto più incerto e al quale è difficile dare una risposta: i parlamentari non più eletti saranno quelli più fannulloni, gli attuali assenteisti e nullafacenti? O al contrario saranno i parlamentari più bravi e competenti, quelli che lavorano assiduamente spesso senza avere la ribalta mediatica, a non entrare più in Parlamento? Difficile dirlo. Probabilmente continueranno ad esserci entrambe le componenti, ma con numeri inferiori. Mi sembra comunque un po' semplicistica la previsione ottimistica contenuta nello slogan 'meno parlamentari uguale più efficienza”.





Anche Colletti esprime forti perplessità, “da giurista e da abruzzese”, tiene a sottolineare. 

“Attualmente i senatori a vita nominabili dal presidente della Repubblica sono 5. Facendo un rapido calcolo sono l’1,59% rispetto ai senatori eletti. Con la riduzione dei senatori essi, rimanendo nel numero massimo di 5, rappresenteranno, rispetto ai senatori eletti, il 2,5%, aumentando esponenzialmente la loro incidenza. Per dire: saranno più i senatori a vita che i senatori eletti democraticamente nella Regione Abruzzo, solo 4”. 

Per ovviare a questo problema del resto Colletti aveva proposto di spostare i senatori a vita alla Camera dei deputati, poiché più numerosa, o ridurli al numero massimo di 3. Ma la proposta non è passata. 

“La modifica peggiore invece riguarda la rappresentanza regionale – incalza Colletti -. Non so per quale motivo sia stato inserito nel ddl costituzionale il principio che ogni Regione (tranne Molise e Valle d’Aosta) ed ogni Provincia Autonoma (e qui sta l’enormità) dovesse avere almeno 3 senatori. Per esempio il Trentino Alto-Adige (Province Autonome di Bolzano e Trento) avrà ben 6 senatori con una popolazione di 1 milione circa di abitanti. L’Abruzzo, con una popolazione superiore, avrà un numero di senatori inferiore (4); idem per la Sardegna (5), per le Marche (5) e per la Liguria (5). In Trentino Alto-Adige ci sarà un senatore ogni 171.000 abitanti. In Abruzzo ogni 326.000. Quindi, non solo le Province autonome hanno, attualmente, una potestà legislativa e di tassazione notevolmente di favore rispetto alle altre regioni italiane (a statuto ordinario) ma, d’ora in avanti, avranno anche una rappresentanza notevolmente superiore alle altre regioni. Il Trentino Alto-Adige avrà una rappresentanza del 50% superiore a quella dell’Abruzzo pur avendo una popolazione quasi un terzo minore” afferma il deputato pescarese.

“Da sempre sono un convinto proporzionalista, e già in prima lettura aveva ammonito i proponenti che ridurre i parlamentari con questo sistema elettorale poteva essere democraticamente pericoloso. Non per una questione di diminuzione della rappresentanza democratica, bensì per un mero problema di legge elettorale vigente. In questo sono d’accordo con chi, degli altri partiti, indicava la necessità, prima della riduzione dei parlamentari, di modificare la legge elettorale”, conclude Colletti.

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