L’AQUILA – Sono passati due mesi dallo stupro di Pizzoli (L’Aquila), vicenda per la quale è finito in manette il militare di 21 anni originario della provincia di Avellino, Francesco Tuccia: pochi giorni fa l’avvocato Alberico Villani, per tramite del collega aquilano Antonio Valentini, ha depositato il ricorso in Cassazione contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
I fatti si svolsero nella notte tra sabato 11 e domenica 12 febbraio nel piazzale della discoteca Guernica.
A trovare il corpo esanime ricoperto di sangue di una giovane laziale studentessa all’Aquila un buttafuori del locale, che la raccolse tra la neve e prestò i primi soccorsi alla ragazza.
Dopo 12 giorni di indagini serrate, i carabinieri del comando provinciale del capoluogo avevano prelevato Tuccia all’interno della caserma del 33° Reggimento di artiglieria terrestre “Acqui” dell’Aquila.
Per lui si erano aperte le porte del carcere di Teramo e rinchiuso nella stessa cella di Salvatore Parolisi, unico indagato per un altro fatto che ha scosso l’opinione pubblica abruzzese e non solo: l’omicidio della moglie Melania Rea, avvenuto il 18 aprile 2011.
Il giovane si era difeso sostenendo che l’universitaria era consenziente.
L’udienza sulle sorti del militare, secondo Valentini “non ci sarà prima di due mesi e mezzo”.
Nel frattempo, come riferisce ad AbruzzoWeb Villani, il giovane “è come Alberto Sordi nel film Detenuto in attesa di giudizio, aspetta che la magistratura si pronunci sulla sua posizione”.
“Nel ricorso – aggiunge il legale – abbiamo ribadito quanto già detto, inutilmente, in sede di Riesame”.
Intanto sembra siano stati depositati gli accertamenti medico-legali disposti dalla procura sul corpo della ragazza vittima dell’atto di violenza e si attende la chiusura delle indagini, al termine delle quali ci sarà l’udienza preliminare, nella quale il gip sarà chiamato a esprimersi circa le richieste dei pm che seguono il caso. (pi.bi.)
Download in PDF©
