STRADA DEL VASTO CHIUSA DA MESI PER DANNI NEVE, ALLA FACCIA DEL RILANCIO DEL TURISMO

di Filippo Tronca

5 Luglio 2017 07:30

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Nella Regione in cui si pontifica sulle immaginifiche potenzialità inespresse del turismo nelle sue splendide montagne e ci si affligge parimenti per la drammatica situazione delle aree interne in via di spopolamento, a cominciare quelle dall’Alto Aterno e degli altopiani del Lago di Campotosto messi in ginocchio dal sisma, è ancora chiusa.

Chiusa in ambedue le direzioni di marcia, con le sbarre di ferro, la stupenda strada provinciale 86 “del Vasto”, che consente di raggiungere il passo delle Capannelle e dunque il lago, dal casello autostradale di Assergi sulla A24, ai piedi del versante sud del Gran Sasso.

A tornare indietro, però, sono soprattutto i turisti, visto che in realtà chi è del posto e sa che la strada di fatto è percorribile, bypassa tranquillamente tali sbarre passandoci al alto.

Il motivo della chiusura è che mancano in alcuni tratti i guardrail, portati via dalla grande nevicata di metà gennaio. Dunque la strada risulta essere pericolosa. E chi di dovere, ovvero la Provincia dell’Aquila, dopo cinque mesi ancora non è ancora intervenuta.





Da quanto si appura e per quanto possa interessare ai turisti e a chi lavora sul turismo nell’alto Aterno terremotato, la Provincia dell’Aquila non ha i soldi per intervenire, e parliamo di una cifra non trascendetale, di poco superiore ai 50 mila euro. 

E comunque non è stato approvato ancora il bilancio di previsione, visto che il 30 luglio l’ente, ridotto ad un’assemblea di sindaci con poteri limitati e con poche risorse dalla Riforma Delrio, dovrà tornare al voto per rinnovare il Consiglio ed eleggere il nuovo presidente, il successore di Antonio De Crescentiis, ex sindaco di Pratola Peligna (L'Aquila), eletto nel 2015 e decaduto lo scorso 12 giugno per effetto della cessazione del proprio mandato da primo cittadino.

La cosa curiosa, segnalata poi da più di un lettore, è che i guardrail mancano anche nel primo tratto di strada percorribile, riaperto dopo due mesi dalla nevicata e dopo feroci polemiche, rendendo finalmente accessibile il borgo di San Pietro della Jenca e il primo santuario al mondo consacrato a San Giovanni Paolo II.

C’è però un cartello in cui c'è scritto “strada priva di protezione a valle”, ovvero senza guard rail.

E tanto basta per renderla sicura. Ci si chiede insomma perchè non si sia adottata questa soluzione anche sul tratto ora chiuso. 





Altra cosa curiosa è che in realtà la strada è percorsa tranquillamente, visto che ad un lato della sbarra, c’è tutto lo spazio per consentire il passaggio di un’automobile.

Ci si chiede allora perché la Provincia non abbia provveduto a rendere davvero non percorribile la strada, collocando una sbarra più lunga, se la ritiene pericolosa.

Quelli che tornano indietro contrariati sono infatti principalmente i turisti, che giustamente non si azzardano a schivare la sbarra.

E nel tornare indietro non mancano di ironizzare anche su un altro pittoresco cartello, “Attenzione! strada interrotta causa neve”, che nessuno ha avuto il buon senso di rimuovere e che, sotto il sole di luglio, non è certo una bella promozione per la serietà dell'accoglienza turistica in Abruzzo.

 

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