SPOLTORE: GUERRA ALLA MALATTIA DEL GIOCO, ”INTERVENIRE SUI GIOVANI”

di Alessandra Renzetti

29 Novembre 2014 09:14

Pescara - Cronaca

SPOLTORE – Il Comune di Spoltore (Pescara) dice no al gioco d’azzardo patologico.

Prosegue infatti un'attenta di prevenzione nei confronti della ludopatia, visto che è stato constatato dagli operatori del settore che il numero delle persone che chiede aiuto è sempre maggiore.

Sono 2.280 le ore di reperibilità telefonica, 96 ore di sportello d’ascolto, e 90 invece le ore dedicate all’aggiornamento e alla chat del portale www.dipendenzadagioco.org appositamente creato per dare spazio all’analisi di questa patologia.

Questi sono solo alcuni dati del bilancio fatto 8 otto mesi dall’attivazione del progetto “E se il gioco non dura poco…”, fortemente voluto dal consigliere con delega alla Sanità Nada Di Giandomenico e promosso dall’associazione Collegamenti, con l’obiettivo di accendere i riflettori su un fenomeno ormai sempre più diffuso, complice ancora una volta la crisi che spinge quasi gli adulti, a tentare la fortuna.

Come la stessa Di Giandomenico ha tenuto a sottolineare nell'intervista ad AbruzzoWeb, per frenare l’insorgere del problema è necessario proseguire con un’attività di informazione mirata, che non trascuri chi opera nel settore del gioco e sia in grado di offrire altri strumenti per approfondire le cause di questa, ormai, enorme piaga sociale.





A tal proposito, chiunque abbia bisogno può contattare il numero 333 9515430, sempre attivo.

Quali sono i risultati di questi primi mesi del progetto promosso dall’amministrazione?

Sono molto positivi e soddisfacenti ecco perché abbiamo intenzione di non fermarci e andare oltre con questa guerra alla ludopatia. È molto importare fare informazione e abbiamo già pensato di organizzare un convegno aperto alla cittadinanza e agli esercenti del territorio per fare il punto sulla situazione. Durante questa occasione verrà proiettato in anteprima il video Stop the game, realizzato dagli studenti della scuola media di Spoltore ‘Dante Alighieri’.

Quali fasce d’età sono maggiormente colpite?

Quella degli anziani e quella dei ragazzi tra i 10 e i 16 anni. Gli anziani giocano maggiormente perché a causa della crisi tentano davvero la fortuna avendo anche del tempo a disposizione, frequentando i bar che ormai sono pieni di macchinette e slot machine; i giovani invece si avvicinano al gioco attraverso i ‘gratta e vinci’, o  tablet e pc per esempio che, purtroppo, creano una vera e propria forma di isolamento e dunque cercano nella rete ciò che non trovano nella realtà e questo è un dato davvero preoccupante.

In che modo si potrebbe intervenire sui ragazzi?





Visto questo dato allarmante, ci stiamo provando anche con la formazione a scuola e abbiamo notato che i ragazzi sono incuriositi dall’argomento: ecco perché è importante informare e coinvolgere anche i più piccoli. Nel convegno che faremo interverranno anche gli stessi giovani, mettendo in campo tutto ciò che hanno imparato; è necessario insegnare loro un utilizzo consapevole dei supporti informatici, ma aiutarli anche a sviluppare un rapporto più consapevole con Internet.

Chi si rivolge maggiormente allo sportello d’ascolto?

Inizialmente soprattutto i forestieri e non gli spoltoresi o persone che abitano nei dintorni, probabilmente perché provavano vergogna nel mostrare il loro problema; poi, però, abbiamo notato che il coraggio di chiedere aiuto si è accresciuto sempre di più.

Oltre all’informazione, quale potrebbe essere un ulteriore ‘step’ per limitare il dilagante numero di casi?

Sarebbe necessaria una stretta collaborazione tra esercenti e Stato; è stata fatta una mappatura del territorio ed abbiamo visto che ormai quasi tutti i bar hanno giochi al loro interno e quindi molto spesso un caffè può diventare una scusa per giocare. Per il commerciante, purtroppo, è un guadagno, così come per lo Stato che incassa il 70 per cento degli introiti, ma di conseguenza è anche lo stesso che deve fornire delle risposte.

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