SPECCHIOLI VS L’AQUILA CALCIO, ADESSO E’ BUFERA ”RISPEDITELO A CASA”; L’AMITERNINA, ”FRAINTESO”

di Roberto Santilli

31 Agosto 2013 14:18

L'Aquila - Sport

L’AQUILA – Monta la protesta all’Aquila per le dichiarazioni del vice presidente dell’Amiternina, Pasquale Specchioli, imprenditore nel settore chimico, rilasciate ieri ad AbruzzoWeb durante la presentazione ufficiale della squadra e della società di Scoppito (L’Aquila), dichiarazioni con cui l’ex presidente dell’Aquila Calcio (nel 2004 si chiamava Asd L’Aquila Calcio Real, omaggio al Montereale di Specchioli sulle cui ceneri venne rifondata una squadra del capoluogo abruzzese dopo il fallimento dell’era Passarelli-Iannini), ha rimarcato il fatto che nel capoluogo abruzzese si riesce a fare calcio solo grazie ai soldi per la ricostruzione post-sisma 2009.

“Bisogna dire una cosa: il calcio ha tratto linfa da quel brutto evento. Una triste constatazione ma bisogna farla. Dei soldi per il calcio sono arrivati da questo, avrei preferito un calcio più in difficoltà e L’Aquila ancora sana”, le parole di Specchioli in risposta a una domanda sulla sua Amiternina, passata dalle mani di Maurizio Colantoni, che di mestiere fa l’imprenditore edile, e sull’Aquila Calcio degli imprenditori edili Corrado Chiodi, presente alla serata dei giallorossi scoppitani, ed Elio Gizzi.

Non si è fatta attendere la risposta ufficiale della società rossoblù che in un comunicato critica Specchioli, ex evidentemente ancora col dente avvelenato, ma loda l’Amiternina (impegnata oggi a Macerata contro la Matelica nell’anticipo della prima giornata di Serie D) intervenuta ad AbruzzoWeb attraverso il co-presidente Luca Paiola, prima che venisse diffuso il comunicato dell’Aquila Calcio.

LA REPLICA DELL’AMITERNINA

”POLEMICA INFONDATA, ERA RAMMARICO PER IL SISMA”





“La polemica sollevata dal vostro giornale è priva di qualsiasi fondamento – ha dichiarato Paiola, che ha contattato la nostra redazione – il vice presidente Specchioli è stato interpretato male, il suo era un rammarico per la tragedia aquilana e non certo per l’operato degli imprenditori edili che hanno investito una parte di introiti della ricostruzione nel sociale e nello sport, come nel caso dell’Aquila Calcio e come del resto fatto dagli imprenditori impegnati nell’Amiternina”.

“Non c’è nessun caso e vorrei che questa storia si chiudesse qui – ha aggiunto – visto che con L’Aquila Calcio e con le altre realtà calcistiche dell’Aquilano si sta cercando di collaborare per fare il bene dei più giovani, di chi ha bisogno di crescere in un ambiente sano e guardare con fiducia al futuro. Siamo una società seria che porta avanti progetti seri, di aggregazione sociale. Non possiamo permettere che si scatenino polemiche sollevate senza una motivazione plausibile”.

L’Aquila Calcio in ogni caso si è fatta sentire. “In un clima mutato – si legge nella nota – condizionato in passato da qualche equivoco, nuovamente aperto alla collaborazione tra L’Aquila Calcio e la Società di Scoppito, atterra su questo scenario un nuovo dirigente dei giallorossi, redivivo del calcio. Usiamo ‘atterra’ al proposito, sottintendendo con questo una condizione che assomiglia a chi parla senza sapere, al moralizzatore dell’ultima ora, al giudice supremo”.

LA NOTA COMPLETA DELL’AQUILA CALCIO

”SPECCHIOLI? RIMANDATELO A CASA”

“Ci sono delle volte nelle quali è difficile rispondere. Sono quelle nelle quali il confine tra due mondi, quello del tragico e quello del ridicolo si sfiorano. L’Amiternina Calcio è una esperienza sportiva da imitare. Dirigenti appassionati di un Comune che cresce, anni di sacrifici ripagati da risultati sportivi eccellenti, tanti amici e tanti percorsi condivisi”, scrive L’Aquila Calcio.





“Ora proprio ieri, nella festa di presentazione della nuova stagione in serie D – continua – in un clima mutato, condizionato in passato da qualche equivoco,  nuovamente aperto alla collaborazione tra L’Aquila Calcio e la Società di Scoppito, atterra su questo scenario un nuovo dirigente dei giallorossi, redivivo del calcio. Usiamo ‘atterra’ al proposito, sottintendendo con questo una condizione che assomiglia a chi parla senza sapere, al moralizzatore dell’ultima ora, al giudice supremo. Perché, secondo questo pulpito, il Calcio a L’Aquila cresce e vince grazie al terremoto e che sarebbe stato preferibile un calcio “più in difficoltà” e qualche vittima in meno. Ora non è difficile stabilire se sia preferibile una squadra in C1 o un terremoto, poiché lo stadio della valutazione sarebbe primitivo, per quanto ci si possa sforzare gli aquilani che tutto sono tranne dei primitivi (ricordiamo chi, non aquilano, rideva la notte del sisma), non hanno bisogno di porsi  domande retoriche”.

Ci sforziamo di dettagliare l’interrogativo certo se non ci fosse stato il terremoto non avremmo avuto tanti campi di calcio in sintetico, in primis proprio quello di Scoppito, frutto di una bellissima gara di solidarietà a cui siamo tutti grati. Se non ci fosse stato il terremoto non avremmo avuto, ad esempio, l’Auditorium di Renzo Piano, il Pala Angeli, l’Auditorium del Conservatorio, il Centro per l’Autismo a Collemaggio e via di seguito in un lungo elenco. Sfugge poi il senso di questioni, quali quelle se sia giusto o meno, perché è sicuramente legittimo, che un imprenditore edile aquilano faccia crescere la sua azienda, lavorando nella ricostruzione.

Non sfugge invece la questione relativa agli imprenditori, in specie non aquilani, che con la ricostruzione si arricchiscono molto più dei locali e non lasciano un euro in città per nessuna iniziativa. Sul concetto di sano del Dirigente dell’Amiternina a proposito dell’Aquila Calcio, non ci soffermiamo, sarebbe un po’ come chiedersi se gli imprenditori del settore chimico siano quelli che inquinano i fiumi, i laghi, i mari.

Per concludere crediamo che non ci sia nessuno che rinuncerebbe a tutto, anche solo se una vita tornasse a casa, ma questo il de cuius non può saperlo, viene da fuori. Ma i dirigenti dell’Amiternina, quelli sani veramente, una cosa utile potrebbero e dovrebbero farla: rispedirlo a casa.

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