DALL'UFFICIO VIA NUOVE PRESCRIZIONI; SOCIETA' ASSENTE A RIUNIONE; SCADUTI AMMORTIZZATORI A 75 EX ADDETTI; LA PREZIOSA ACQUA DA DUE ANNI SI PERDE NEL FIUME LIRI

SORGENTI SPONGA CANISTRO: ULTIMATUM REGIONE A NORDA, DOCUMENTI O REVOCA

3 Agosto 2018 11:09

L'Aquila - Cronaca

CANISTRO – Si complica ulteriormente la già lunga ed infruttuosa procedura del bando lanciato dalla Regione Abruzzo il 16 dicembre 2016 per assegnare la concessione della Sant’Antonio Sponga di Canistro (L’Aquila) dalla quale sgorga la preziosa acqua che da oltre due anni finisce nel fiume Liri.

In tal senso nuove difficoltà emergono sul conto di Acque minerali per l’Italia, meglio conosciuta come Norda, che dal marzo dello scorso anno ha avuto dal competente ufficio regionale l’aggiudcazione provvisoria.

Da allora nulla è stato fatto tanto che ora spunta fuori un ultimatum: un mese di tempo per fornire la documentazione richiesta e chiudere la procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), per la realizzazione del nuovo stabilimento e della condotta idrica, oppure la Regione Abruzzo revocherà la concessione provvisoria delle sorgenti Sant'Antonio Sponga.

Le prescrizioni seguono quelle, secondo quanto si è appreso da fonti reigonali disattese, comunicate nei mesi scorsi.

Il perentorio ultimatum rappresenta nei fatti l'esito della riunione del comitato Via dello scorso 26 luglio, a cui Norda, che non ha mai parlato pubblicamente, non si è ancora una volta presentata, come aveva fatto del resto in occasione della conferenza dei servizi dell’aprile sorso.

Del resto l’aria che tirava è stata chiara fin quasi dall’inizio: la società dei fratelli Pessina, presentata come un grande player dal vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli ed osannato dall’amministrazione comunale, in testa il sindaco, Angelo Di Paolo, che dal centrosinistra oggi è tornato di nuovo nel centrodestra, si è opposta con un serie di ricorsi contro la decisione della Regione di ricorrere all’iter di Valutazione di impatto ambientale, ritenendo infatti che è sufficiente la più circoscritta Verifica di assoggettabilità (Va).

Chiedendo anche risarcimenti milionari.

La nuova diserzione di un incontro ufficiale da parte di Norda, non fa però altro che accrescere la preoccupazione da parte di Regione, Comune di Canistro e sindacati, di veder andare a gamba all'aria un progetto industriale salutato come la svolta attesa per riavviare, dopo la revoca della concessione a Santa Croce di Camillo Colella, l'imbottigliamento della preziosa acqua minerale, che continua ad riversarsi nel fiume, e per la conseguente riassunzione dei 75 addetti oggi disoccupati.





A tale proposito, per gli operai, licenziati da Santa Croce dopo la revoca della concessione, sono scadute le coperture degli ammortizzatori sociali quindi sono senza emolumenti.

A segnare un quadro ancora più complicato la battaglia legale senza quartiere della Santa Croce, che ha impugnato e contestato la revoca della concessione ed attivato un contenzioso corposissimo contro la Regione Abruzzo, tra l’altro diffidando da tempo lo stesso Ente ad estromettere Norda proprio perché ritiene oramai scaduti i termini per sottoporre il progetto industriale alla procedura Via.

La riunione del 26 luglio è stata presieduta dal dirigente del servizio Valutazione ambientale Domenico Longhi. C'erano anche l'assessore del Comune di Canistro Ugo Buffone e il consigliere Cristiano Iodice. Per la società Santa Croce c'era l'avvocato Claudio Di Tonno.

Lunghissimo l'elenco dei documenti di nuovo conio o integrativi, che il Comitato regionale ha richiesto alla Norda, e in tempi stretti, al fine di poter ottenere la concessione definitiva.

Integrazioni che vengono richieste anche a seguito delle osservazioni consegnate al Comitato dalla Santa Croce, dall'associazione ambientalista Stazione ornitologica abruzzese, e dall'architetto Bruno Ricci, cittadino di Canistro.

Entro un mese la Norda, prescrive la Regione, dovrà consegnare una relazione geologica anche in relazione alle aree di dissesto, come richiesto dall'Agenzia regionale tutela ambientale, l'individuazione delle aree di cantiere, relative alla condotta, il piano di riutilizzo e stoccaggio dei materiali di scavo e di risulta, le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera, e all'esercizio della centrale termica.

E ancora documentazioni relativa al depuratore e ai suoi scarichi, in quanto si legge nella relazione, quella “trasmessa appare non esaustiva”, la valutazione dell'effetto di cumulo del nuovo stabilimento e di quello esistente – di proprietà della Santa Croce –  sopratutto in relazione all'aumento del traffico veicolare, il progetto delle opere di mitigazione e ripristino ambientale, come ad esempio la piantumazione degli alberi.

Inoltre il comitato Via osserva che per il tracciato della conduttura occorre una preliminare dichiarazione di pubblica utilità, per rendere le opere da realizzare non in contrasto con il Piano del Fiume Liri, ed è inoltre necessario acquisire l'autorizzazione paesaggistica, iter “ad oggi ancora non avviato”.





Si ricorda inoltre che nei vigenti piani regolatori dei comuni interessati alla realizzazione dello stabilimento, Canistro e Civitella Roveto, l'area ricade in zona agricola, e dunque serve la variante urbanistica, inoltre le aree non sono di proprietà della ditta, e dunque “sarà necessario acquisire, ove si debba procedere ad esproprio, il piano particellare relativo a tutta l'opera”.

Non sono state infine definite le aree di salvaguardia delle acque.

Per il comitato Via permane poi la necessita di chiarire le “interferenze dell'opera in relazione alla presenza di un fosso che attraversa l'area dell'impianto”, di una strada di accesso ai fondi agricoli, di un elettrodotto, anche se è già stato trasmesso un parere favorevole da parte della E-distribuzioni, e di alcune opere ricadenti nella fascia di rispetto ferroviario.

La riunione del 26 luglio ha fatto seguito alla conferenza dei servizi istruttoria convocata dalla Regione ad aprile scorso, acquisti i documenti da sottoporre a valutazione dalla Norda ad inizio febbraio, prima dello scadere dell’ultimatum di 60 giorni lanciato il 7 dicembre.

L'obiettivo era quello di serrare i tempi convocando intorno ad tavolo tutti gli enti coinvolti e che devono dare il via libera, ognuno le sue competenze, alla realizzazione dell’agognato stabilimento.

La Norda però non ha partecipato, come pure buona parte degli enti invitati. In compenso il patron di Norda, Enrico Pessina, ha inviato una lettera di fuoco in cui si accusa Regione e Comune di essere i veri responsabili dei ritardi che si stanno accumulando per l'avvio del piano industriale.

Ad irritare oltremodo Norda in particolare la non disponibilità del terreno dove realizzare lo stabilimento, visto che quelli indicati per realizzarlo come detto sono agricoli, privati, e se non bastasse anche estremamente frazionati. Ma i patti erano che sarebbero stati i Comuni di Canistro e Civitella Roveto, su cui insistono i terreni a risolvere il non certo secondario problema.

Insomma, appare chiaro che Regione e Norda stanno giocando una partita tattica per non incappare in azioni risarcitorie e che è necessario che l’Ente riprenda in mano la situazione: in conseguenza anche del fatto che dopo il pronunciamento del Tar dei giorni scorsi che ha bocciato il ricorso della Italiana Beverage, del gruppo Santa Croce, impugnato davanti al Consiglio di Stato, che chiedeva la riammissione nella graduatoria del bando, non c’è una seconda classificata nella gara che quindi dobvrà essere pubblicata di nuovo, qualora Norda dovesse essere estromessa.

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