PESCARA E MAURIZI SULLA VERTENZA DEI 70 EX LAVORATORI SANTA CROCE, ''SECONDA GARA CON NULLA DI FATTO NONOSTANTE PROMESSE E RASSICURAZIONI''

SORGENTI CANISTRO: FIT CISL CONTRO REGIONE E COMUNE, ”LAVORATORI SENZA FUTURO”

15 Ottobre 2018 13:12

Regione - Cronaca

CANISTRO – “Nonostante le promesse e le rassicurazioni da parte di alcuni attori della vicenda, i lavoratori ex Santa Croce hanno perso il lavoro, in parte hanno già esaurito, in parte stanno per esaurire la Naspi e si apprestano a vivere momenti di autentica angoscia, pensando al futuro che li attende”.

È la denuncia formulata in una nota dal segretario generale abruzzese della Fai Cisl, Franco Pescara, e di quello aggiunto, Feliciantonio Maurizi, in merito alla vertenza che coinvolge i 70 ex operai della Santa Croce, l’azienda che prima della revoca da parte della Regione, era concessionaria delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro (L’Aquila).

“In una situazione tormentata, l’ennesimo passo falso – continua la nota – si è materializzato nei giorni scorsi attraverso il disimpegno, ormai certo da parte della Norda che avrebbe rinunciato ad insediarsi a Canistro, dopo che si era aggiudicata la concessione provvisoria nel marzo del 2017”.





In tal senso, il sindacato Cisl, pur non facendo il nome delle istituzioni “colpevoli”, attacca in particolare la Regione Abruzzo, che con l’allora vice presidente Giovanni Lolli, ora presidente vicario dopo le dimissioni di Luciano D’Alfonso, diventato senatore del Pd, aveva parlato “di grande player nazionale e di un futuro luminoso per Canistro” ma anche lo stesso Comune che, per bocca del sindaco, Angelo Di Paolo, e del vice sindaco, Ugo Buffone, a lungo avevano rassicurato la collettività intervenenendo in nome e per conto della Norda ch avrebbe dovuto riassorbire “almeno 50 lavoratori”.

“Ricordiamo che quella aggiudicata alla Norda – accusano i due sindacalisti – è già la seconda gara di appalto predisposta e che entrambe le procedure amministrative si sono concluse con altrettanti nulla di fatto”.

Da circa tre anni, la preziosa acqua minerale finisce nel fiume Liri dopo che anche l’ultimo bando regionale non ha individuato il concessionario visto che il gruppo nazionale Norda, aggiudicatario provvisorio nel marzo del 2017, ha rinunciato alla gara chiedendo i danni all’ente regionale nell’ambito di un ricorso al Tar per impugnare alcuni adempimenti da presentare al Via.





Contro la Regione ha innescato un duro contenzioso anche la Santa Croce che ha contestato ogni decisione, a partire dalla revoca della concessione.

“La tormentata vicenda della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro e dei 70 ex dipendenti Santa Croce, in attesa di essere rioccupati, assume contorni sempre più drammatici ma bisogna reagire”, sottolineano Pescara e Maurizi che chiedono alle stesse Istituzioni una strategia efficace che risolva la questione: “Bisogna non demoralizzarsi e continuare a battersi con ancora maggiore determinazione affinché le Istituzioni preposte, facendo tesoro delle esperienze  maturate, indichino un percorso ed un crono programma certi e finalmente creino le condizioni affinché a Canistro si torni ad imbottigliare acqua minerale e a generare buona occupazione e benessere per il territorio”.

“Per raggiungere questo traguardo è però necessario che il sindacato non indietreggi di un millimetro nel pretendere la tutela assoluta delle maestranze così duramente colpite e messe alla prova e che gli impegni assunti si traducano in fatti concreti”, conclude la nota. (b.s.)

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