L'AQUILA: CENTOFANTI, ''E' COME MONUMENTO CADUTI GUERRA, NON SI PUO' CANCELLARE PASSATO''; RESIDENTI CONTRARI PER CARENZA PARCHEGGI

SISMA: LIRIS, ”PARCO MEMORIA A GARA ENTRO FINE ESTATE, VITTIME MERITANO UN RICORDO”

di Alessia Centi Pizzutilli

18 Luglio 2018 07:30

L'Aquila -

L’AQUILA – “A 9 anni dalla tragedia è assurdo non essere riusciti a celebrare ancora il ricordo delle vittime del 6 aprile in modo dignitoso. Siamo determinati nel portare avanti il Parco della memoria ed entro la fine dell’estate il progetto andrà a gara, i posti auto non possono ostacolare la memoria di un’intera collettività, ma risolveremo”. 

Con queste parole il vice-sindaco dell’Aquila con delega alle Opere pubbliche, Guido Liris, mette un punto alle polemiche sul Parco della memoria che dovrebbe sorgere a piazzale Paoli, che ha visto scontrarsi, anche duramente, familiari delle vittime, Comune e residenti della zona, che rivendicano uno spazio per i parcheggi a loro dedicati e che avevano lanciato una raccolta firme proprio per bloccare il progetto.

Uno scontro che sembrava non trovare una soluzione condivisa, tanto che il mese scorso, il Comune ha promosso un incontro presso l’assessorato in via XXV Aprile, con il vice-sindaco e i progettisti vincitori del concorso di idee per la realizzazione del Parco della memoria. Alla riunione erano presenti alcuni residenti e alcuni familiari delle vittime, c'erano Antonietta Centofanti, del Comitato vittime Casa dello studente, Maurizio Cora e Maria Grazia Piccinini di Lanciano (Chieti), presidente della Onlus “Ilaria Rambaldi”.

“A tutti loro ho chiesto collaborazione e ho anche spiegato che la carenza di parcheggi verrà risolta mettendo a disposizione dei cittadini residenti delle aree riservate in altri spazi della città. Come più volte ripetuto in questi mesi, questa deve essere un’opera voluta da tutta la città e non sopportata”, spiega Liris.

Il posto scelto per il monumento non è casuale, poiché su piazzale Paoli si affacciava il palazzo di Campo di Fossa, uno dei simboli del sisma del 2009, definito “il palazzo della morte” proprio perché in quell’inferno di polvere e calcinacci persero la vita 29 persone, vicino a un altro luogo emblema della sofferenza di quella notte, la Casa dello studente su via XX settembre.

Centofanti torna a sottolineare il ritardo “inaccettabile” nell’esecuzione dell’opera: “È paradossale che in quasi 10 anni non si sia riusciti a costruire un luogo del ricordo in questa città. All’interno della chiesa delle Anime Sante c’è uno spazio dedicato alla memoria, ma si tratta di un ricordo religioso, noi abbiamo bisogno anche di una riflessione laica, per la collettività”.





Se all’Aquila i familiari aspettano da diversi anni il Parco, o comunque un’opera in ricordo delle vittime, a Rigopiano, nel comune pescarese di Farindola, il progetto del “Il giardino della memoria” in ricordo delle 29 vittime della tragedia dell’hotel è stato presentato a un anno e mezzo dal 18 gennaio 2017.

In una città divisa tra chi vorrebbe dimenticare il dolore, vivendo solo nel presente, cancellando la notte che ha cambiato inesorabilmente la vita di una collettività, e chi al contrario sostiene che la consapevolezza di ciò che è accaduto possa servire da insegnamento per le generazioni future, il tema del ricordo assume una valenza e un significato particolari. 

“La memoria all’interno di una comunità civile, che voglia definirsi tale, è molto importante. Quando una città cerca di cancellare il passato è destinata a morire. Come si fa ad avere paura del ricordo? Il bagaglio che ognuno di noi si porta dietro è fatto anche di momenti brutti, ma rimuoverli porterebbe alla fine di un’intera città”, prosegue Centofanti.

Quello che si augurano i familiari delle vittime è che i lavori vengano avviati almeno entro il 2019, perché “come per i caduti delle due Guerre mondiali sono stati fatti dei luoghi idonei e dignitosi per il loro ricordo, per celebrarsi in determinati periodi dell’anno e per lasciare ai posteri una testimonianza importante, allo stesso modo i caduti del terremoto dovrebbero essere ricordati con una loro casa”, aggiunge. 

“Siamo nella fase finale  – assicura Liris –  non appena il progettista recepirà tutte le indicazioni, piccole modifiche che non cambiano la sostanza del piano, procederemo con la gara e poi con i lavori, per un importo che si aggira intorno ai 900 mila euro”. In realtà questa fase si sarebbe dovuta concludere entro gennaio-febbraio del 2018, ma gli incontri tra tutte le parti, che si sono susseguiti nel tempo, per soffocare polemiche e dubbi, “hanno rallentato l’iter, già di per sé avviato in forte ritardo. Stiamo recuperando il tempo perso in tutti questi anni, da parte dell’amministrazione comunale c’è il massimo impegno”, sottolinea ancora Liris.

Tuttavia la soluzione adottata per ricordare le vittime  non piace a tutti. Maria Grazia Piccinini, subito dopo l’incontro del mese scorso, in una nota ha dichiarato: “Gradirei si trovasse un modo alternativo, in quanto mi rendo conto che non si può intervenire in modo radicale sul progetto, in quanto vincitore di concorso. Ma vorrei rassicurazione sull’impianto di depurazione dell’acqua che circola nella fontana, perché io, in mancanza, non darò mai la mia autorizzazione a mettere il nome di mia figlia su delle targhette da affondare in un’acqua che presto diventerebbe putrida”.

Premettendo che la dignità del luogo dovrà essere rispettata sempre, Centofanti ci tiene a dire che “non importa se il monumento sia bello, grande o piccolo, l’importante è che venga realizzato. Un luogo di incontro pubblico è importante anche in un’ottica futura, per dare un segnale alle prossime generazioni, un segno di rispetto, di civiltà, di consapevolezza, ma anche un monito al grido di maggiore sicurezza nelle nuove costruzioni e adeguamento in quelle già costruite”.





Infine, si discute anche sulla possibilità o meno di ricostruire, nello stesso luogo dove il 6 aprile è crollato sotto la forza della natura, il palazzo in via Campo di Fossa. Anche in questo caso, ci sono due linee di pensiero diverse, che dividono l’opinione pubblica.

La Georgios Koufolias e Anna, che nel 2009 persero il loro figlio Vassilis proprio nel “palazzo della morte”, nei giorni scorsi ha chiesto, tramite una lettera del loro legale, l’avvocato aquilano Isidoro Isidori, di non procedere con i nuovi lavori, non solo per rispetto di chi ha trovato la morte lì, ma anche perché ci sarebbero dubbi sulla stabilità del terreno.

Centofanti commenta dicendo che “dopo il crollo, molti cittadini riferirono che in quella zona c’erano grotte sotterranee e caverne, io non so bene che tipo di terreno sia, ma se un tecnico dice che si può ricostruire perché non farlo? Non penso che decidano costruire di nuovo senza aver fatto prima tutte le opportune verifiche, non credo che in una città cosi ferita possano osare tanto”, conclude.

IL PROGETTO DEL PARCO DELLA MEMORIA

La maxi piazza, ideata da Manfredo Gaeta e Annalisa Di Luzio, vincitori del concorso per la progettazione, sarà su tre livelli da 7.800 metri quadrati complessivi e prenderà il posto di piazzale Paoli, nelle vicinanze delle zone dove ci sono stati più lutti nel terremoto 2009.

Il livello più alto sarà a piano strada, si fonderà con la Villa comunale e il piazzale dell’Emiciclo riaperto. Il livello intermedio sarà piazza 6 aprile, con una pavimentazione frammentata e dei ruderi a ricordo. Infine, alla quota più bassa, la vasca della fontana monumentale con l’obelisco, sul cui fondo corrono delle ‘radici’, che verrà spenta da dicembre, mese in cui iniziò lo sciame sismico, fino al 6 aprile, quando verrà riaccesa come segno di rinascita.

Circa 3.500 metri quadrati verranno pavimentati prediligendo materiali drenanti, cioè in grado di assorbire l’acqua meteorica e trasmetterla al terreno sottostante. La vasca misurerà 450 metri quadrati, altri 300 saranno dedicati al giardino secco e circa 3.500 metri quadrati saranno di verde, tra quello già presente e nuove sistemazioni.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI:


    Abruzzo Web