SISMA CENTRO ITALIA: ALLARME SPOPOLAMENTO CRATERE, A TERAMO PERSI 5.495 RESIDENTI

12 Luglio 2019 08:43

Regione -

TERAMO – In 9 anni i comuni del cratere sismico teramano hanno perso 5.495 residenti, un trend negativo che riaccende i riflettori sul uno dei tempi più delicati legati al terremoto: l'allarme spopolamento nell'entroterra.

È quanto emerge da uno studio sull'andamento demografico effettuato dallo Spi-Cgil di Teramo su dati Istat, con riferimento al periodo compreso tra il 2009 e il 2018, in cui si registra un -5,27 per cento della popolazione totale.

La fotografia scattata dal sindacato viene fuori dagli atti comunali, anche se in realtà i numeri potrebbero essere molto più alti, come riporta Il Centro, perché nello studio non si tiene conto di tutte le persone che si sono di fatto trasferite sulla costa pur mantenendo la residenza nel comune di origine.





Una parte rilevante dell'Abruzzo è caratterizzata proprio dalle aree interne e dunque la Regione è corsa ai ripari per cercare di arginare e combattere questo fenomeno già negli anni passati: “Si tratta di aree capaci di offrire ai residenti una limitata accessibilità ai servizi essenziali di cittadinanza (istruzione, salute, mobilità), pur essendo dotate di considerevoli risorse ambientali e culturali”, si legge sul sito della Regione.

Queste aree, che sono situate in posizioni distanti dai principali centri urbani, subiscono un processo di marginalizzazione che si autoalimenta, caratterizzato da riduzione quantitativa e qualitativa dell’offerta locale dei servizi pubblici, calo della popolazione sotto la soglia critica, invecchiamento demografico, diminuzione dell’occupazione e dell’utilizzo del territorio, degrado del patrimonio artistico e paesaggistico, digital divide.

Allo scopo di arginare la situazione descritta, la Regione Abruzzo ha definito, in linea con quanto disposto dall’Accordo di Partenariato 2014-2020 – Italia – di cui all’art. 14 Reg. (Ue) n. 1303/2013, una Strategia per le aree interne che promuova, da un lato, l’aumento del benessere e dell’inclusione sociale delle persone che vi risiedono, e, dall’altro, l’incremento della domanda di lavoro e dell’utilizzo del capitale territoriale.





Nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne (Snai), la Dgr n. 290/2015 ha individuato quattro zone: Area Basso Sangro-Trigno; Area Val Fino-Vestina; Area Gran Sasso-Subequana; Area Valle del Giovenco-Valle Roveto. In particolare, l’Area Basso Sangro-Trigno è indicata come Area Prototipo, destinataria di risorse finanziarie regionali, nazionali e comunitarie.
A seguito del sisma dell’estate 2016, la Dgr n. 613/2016 ha individuato una quinta Area Interna, denominata Area Alto Aterno-Gran Sasso-Laga, a cui applicare, nella fase della ricostruzione del tessuto sociale ed economico, le modalità proprie della Snai. Gli ulteriori eventi sismici, che hanno ampliato la zona di interventodi ricostruzione post-sisma, hanno portato ad ampliare la perimetrazione di questa area, modificata con la Dgr 458/2017.

In totale nella Snai, per la Regione Abruzzo, sono coinvolti 103 Comuni, con una popolazione totale, al momento dell’istituzione delle aree, di circa 116.000 abitanti.

In tale contesto l’obiettivo della Regione Abruzzo consiste nel rilanciare le aree interne mediante interventi di sviluppo locale sostenibile, diretti ad invertire la tendenza allo spopolamento e all’abbandono eda garantire la fruizione dei servizi essenziali di cittadinanza negli ambiti dell’istruzione e della formazione, della salute, della mobilità e della comunicazione digitale ad alta velocità.

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