SISMA: 145 MILA EURO DI LAVORI MAI FATTI, INDAGATI IMPRENDITORI

23 Settembre 2016 13:37

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Carte false da imprenditori “furbetti” per truffare allo Stato 145 mila euro di lavori di ricostruzione post-terremoto mai svolti.

Per questo motivo, dopo le indagini svolte dalla Guardia di finanza, la procura della Repubblica del capoluogo ha iscritto nel registro degli indagati l’amministratore legale, Domenica Di Marzio, e l’amministratore di fatto, Alberto Valentini, dell’impresa edile Sema Costruzioni, sequestrando il valore della somma oggetto di truffa. Gli indagati sono assistiti dall'avvocato Francesco Camerini.

Si tratta dell’ennesimo episodio della maxi inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila sui “furbetti” della ricostruzione, sospettati di aver fatto carte false per accaparrarsi contributi per il recupero degli immobili danneggiati dal terremoto, quindi per l’accusa arricchendosi sulla tragedia.

Secondo fonti investigative i casi individuati sono una cinquantina e a tale proposito tremano sia i proprietari di immobili beneficiari dei contributi sia i tecnici che hanno istruito le pratiche. Coordinata dai sostituti procuratori Simonetta Ciccarelli e Fabio Picuti, l’inchiesta entrerà nel vivo nelle prossime settimane.

IL SEQUESTRO

I finanzieri del nucleo di polizia Tributaria delle Fiamme Gialle, coordinati dal tenente colonnello Sergio Aloia, hanno eseguito il sequestro di beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di circa 145 mila euro emesso dall’autorità giudiziaria.





La misura cautelare scaturisce da complesse indagini che la procura della Repubblica ha delegato alla Finanza su presunti illeciti connessi all’utilizzo dei contributi post-terremoto stanziati per la ristrutturazione di un condominio gravemente danneggiato il 6 aprile 2009.

Le indagini di hanno ricostruito l’iter di un finanziamento da 750 mila euro circa che il Comune ha elargito a favore dell’amministratore dell’aggregato, poi impiegato per il pagamento dell’impresa edile che ha curato i lavori.

Passando al setaccio tutti i documenti di spesa emessi dalla ditta nei confronti dell’amministratore, è stato scoperto che, a fronte di otto fatture emesse dalla società per 750 mila euro, ben sei di queste, per un totale di 420 mila euro, non sono state sottoposte al vaglio della direzione dei lavori attraverso l’apposizione di timbri e firme falsi dei responsabili della direzione.

I finanzieri hanno accertato, inoltre, che parte dei lavori documentati dalle stesse fatture, pari a 145 mila euro circa, non era in realtà mai stata eseguita dall’impresa di costruzioni.

Irregolarità, questa, che, integrando gli estremi del reato previsto dall’articolo 640 bis del codice penale, quello di truffa ai danni dello Stato, ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati, nonché al sequestro, nei loro confronti, della somma pari alla messa in atto, appunto di 145 mila euro circa.

L'INCHIESTA

A parte quello di oggi erano stati effettuati quattro sequestri per circa 1 milione di euro, l’equivalente della somma erogata sulla base di “false certificazioni”, con complessivi cinque indagati.





Nei primi casi, le indagini sono state condotte dal Corpo forestale dello stato con la Guardia di finanza che ha effettuato i sequestri.

Le Fiamme Gialle, con il nucleo di polizia Tributaria del comando provinciale dell’Aquila, hanno condotto la parte più cospicua.

La chiave di volta investigativa è stata costituita da un metodo ormai collaudato, quello di incrociare i dati tra la residenza formale di chi riceve contributi e la dimora abituale.

Gli investigatori hanno dovuto analizzare inizialmente qualcosa come 20 mila pratiche, ridotte a 2 mila e poi, tra quelle che hanno avuto gli indennizzi e risarcimenti più ingenti, si è arrivati prima a 300 e infine a 50.

Le statistiche, in particolare, sono state desunte incrociando, con un progetto pilota, le banche dati create dai vari uffici che operano sul territorio, in particolare quelle create presso gli uffici speciali per la ricostruzione dell’Aquila (Usra) e del “cratere” (Usrc), il Comune capoluogo e gli uffici dei Vigili del fuoco.

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