L'AQUILA – “Se non ci sarà un miliardo per scuole a rischio sismico, la legge di bilancio non la voto!”.
Il perentorio aut aut arriva dal senatore abruzzese del Movimento 5 stelle, Primo Di Nicola, in un frangente già delicatissimo per il governo Conte bis, alle prese con le emergenze ex-Ilva e acqua alta a Venezia, in una tormentata convivenza in maggioranza tra Pd e pentastellati.
Di Nicola, a seguito della sconfitta elettorale delle Europee, ha assunto dentro al suo partiito una posizione critica. In una lettera aperta di inizio novembre, è tornato ad invocare un cambio di passo programmatico e organizzativo, rispetto a a quello cadenzato da chi si accontenta di “assicurarsi qualche seggio alla Camera al Senato, mentre fuori la casa brucia”, e di “blindare una ristretta, e ininfluente nomenklatura”. Arrivando ad ipotizzare, in ossequio all'anima ambientalista del M5s, di “biodegradarci definitivamente, e scioglierci in qualcosa di più grande”.
L'ultimatum del pentastellato di ieri è senz'altro per una buona causa, e di segno ben diverso rispetto al tradizionale “mercato delle vacche”, che si scatena prima di ogni manovra finanziaria, al fine di drenare risorse, nei casi meno commendevoli, a beneficio di questo o quel feudo elettorale, lobby, camarilla clientelare.
“Ho presentato un emendamento per 1 miliardo per interventi urgenti per la messa in sicurezza delle scuole a rischio sismico in zone 1 e 2 – scrive Di Nicola -. Al quale vedrò di appoggiare, se è il caso, una misura legislativa per un soggetto unico che dovrà gestire immediatamente questi interventi. Ho detto che stavolta la materia non è trattabile”.
“Ho annunciato – avverte Di Nicola – che se non trovo questi soldi nella manovra non voterò la legge di bilancio. Lo farò per rispettare le promesse fatte in campagna elettorale. E per prevenire tragedie come quelle di San Giuliano di Puglia. Il terremoto non avverte mai quando arriva, abbiamo già perso troppo tempo”. (f.t.)
Download in PDF©