SEVEL: CISL, ”PER EVITARE DELOCALIZZAZIONI SERVONO INFRASTRUTTURE”

13 Maggio 2019 15:04

Pescara - Cronaca

PESCARA – “L'unico modo per trattenere la Sevel, ma anche altre aziende come Denso e Pinkilgton, è intervenire immediatamente sulle infrastrutture, sulle quali in Abruzzo non si investe un euro da 20 anni”. 

Così i segretari generali di Cisl e Fim Cisl Abruzzo-Molise, Leo Malandra e Domenico Bologna, questa mattina in conferenza stampa a Pescara, dopo l'annuncio di Psa, che in joint venture con Fca produce i veicoli commerciali Peugeot Boxer e Citroen Jumper nello stabilmento Sevel di Atessa (Chieti), relativo all'avvio della produzione di 100mila furgoni nello stabilimento polacco di Gliwice. 





“E' sbagliato affermare che la Sevel stia delocalizzando – prosegue Bologna – ma questa notizia pone una serie di riflessioni e preoccupazioni che impongono risposte immediate, sul piano delle infrastrutture, da parte della politica abruzzese, per evitare che ciò avvenga nei prossimi anni. Le preoccupazioni derivano dal numero considerevole di pezzi che saranno prodotti in Polonia – aggiunge il sindacalista – e dal fatto che l'accordo tra Fca e Psa, nell'ambito del quale Psa si era riservata questa opzione, scada soltanto nel 2023, che è dietro l'angolo”. Bologna rimarca che “dopo quella data nulla vieterà a Psa di ampliare la produzione in Polonia”.

 A suo giudizio, “sulle scelte francesi, pesano le problematiche infrastrutturali e alcuni eventi naturali che lo scorso anno hanno impedito allo stabilimento abruzzese di lavorare per diversi giorni e che hanno comportato una produzione di furgoni inferiore al quantitativo richiesto dal mercato”.





Malandra sottolinea che “di fatto l'unica via d'accesso alla zona industriale è la Trignina, che in alcuni punti è anche interdetta al traffico dei mezzi pesanti. Da anni assistiamo alla posa della prima pietra per la nuova superstrada – prosegue il segretario generale della Cisl Abruzzo Molise -. Inoltre i porti abruzzesi non decollano, sulla banda larga siamo in grave ritardo e i bandi del masterplan non hanno mai preso vita, considerando che solo il 30% è in fase di progettazione e appena il 3% è stato cantierato”. 

“Occorre che la politica recuperi una capacità strategica con uno sguardo ai prossimi 10-15 anni – aggiunge Malandra – e noi siamo pronti a sederci ad un tavolo con la nuova Giunta regionale per affrontare questi problemi”. Per il dirigente sindacale “non è un problema di costo del lavoro, che alla Sevel incide soltanto per il 10%, mentre ad esempio l'impossibilità di far passare la merce da Ortona (Chieti) genera costi aggiuntivi di 800 euro per unità prodotta. Ci sono comunque problemi di dumping contrattuale e di disparità delle norme europee in materia di incentivi fiscali – conclude Malandra – che dovranno essere urgentemente affrontati subito dopo il voto del 26 maggio”.

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