SEGRETERIA PD: D’ALFONSO CON CIALENTE, ”LO SOSTENGO, E’ UN GRANDE PATRIMONIO”

di Alberto Orsini

28 Ottobre 2014 13:19

Regione - Politica

L’AQUILA – “Qualsiasi cosa Massimo vuole fare io lo sostengo”.

Incassa l’appoggio di un pezzo da 90, quello del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, l’ipotesi nata per gioco, da un paio di status su facebook, ma che sta diventando serissima, di una candidatura del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, alla segreteria regionale del Partito democratico, alla faccia della “linea giovane” inaugurata con l’uscente Silvio Paolucci, che ne divenne leader nel 2009 a 32 anni, 30 in meno degli attuali del primo cittadino.

D'altronde D'Alfonso anche ai vertici romani, segnatamente al numero 2 nazionale, Lorenzo Guerini, si è speso fino all'ultimo per una deroga eccezionale a Paolucci, impegnatissimo assessore regionale a Sanità, Bilancio e Personale, con poteri operativi al futuro vice segretario. Ma incassato il no, non gradendo eccessivamente gli accreditatissimi giovani rampanti Marco Rapino, Alexandra Coppola e Alessandro Marzoli, preferisce evidentemente puntare sull'usato sicuro.

Un appoggio che, probabilmente, va oltre quello che Cialente si aspettava, visto che ai cronisti si era raccomandato, prima di cominciare le video interviste, “non mi fate quella domanda assieme a lui”, pur tranquillizzato scherzosamente dal governatore: “Trovo una via d’uscita”.





“Massimo Cialente è il Pd, il Pd che vince, assume impegni e li mantiene, che esprime posizioni forti quando sono rilevanti e questo piace alla gente, alla cittadinanza e alla nostra comunità”, lo zucchero dalfonsiano.

E sembra una nuova “foto dell’Aquila”, riproposizione di quando, alla festa aquilana del Pd nel 2012, D’Alfonso appena tornato sulla cresta dell’onda dopo l’assoluzione nella vicenda giudiziaria Caligola incensava Giovanni Lolli, che un anno dopo è diventato il suo vice presidente. Chissà che questo non porti bene a Cialente.

Che, comunque, alla domanda diretta gioca ancora a smarcarsi, ponendo paletti ma assicurando di non avere tutta questa voglia di candidarsi, con sorriso sornione.

“Ho un problema che mi lacera da un po’ di tempo per l’amore che porto per la politica, per le difficoltà che hanno il Paese e la Regione: ci aspetta un lavoro enorme e credo serva un partito forte – premette Max – Questo 40% degli italiani aspetta da noi una risposta, in Abruzzo ci sono figure forti, amate, rispettate: dei leader, ma non credo alla politica dei leader. Dobbiamo condividere con le persone e l’unico posto in cui si incontrano diverse sensibilità e trovano la sintesi e aiutano chi è chiamato ad amministrare è il partito”.

“Se c’è questa impostazione anche da parte di altri non è che abbia tutta questa voglia di farlo però sono convinto che sia una battaglia che vada fatta”.





Sembra un problema già superato, almeno dall’interessato, il problema della convivenza che la leadership del partito con la pesantissima fascia tricolore di una città distrutta e da ricostruire che dovrà fare a botte in Europa per riuscirci.

“Ho visto che Matteo Renzi fa il segretario nazionale del Pd, c’è stato anche un ottimo segretario regionale che faceva il sindaco di una cittadina costiera chiamata Pescara quindi ce la pozzo fa!”, ribatte Cialente con pennellata dialettale alludendo evidentemente allo stesso D’Alfonso. “Ce la potrei fare anch’io, rinforzando la Giunta ovviamente”.

Quando tocca al governatore, solo belle parole. “Dopo questa bella e impegnativa esperienza di governo territoriale, noi come comunità dobbiamo rilanciare questo profilo di esperienza pensando anche a un’attività ulteriore alla prima occasione utile dove metta a frutto questo straordinario patrimonio”, dice cingendo la spalla dell’altro.

“Lui è stato tra i primi a intuire il tema del 3% per quanto riguarda il patto di stabilità e lo scomputo delle spese destinate a investimenti a sicurezza del territorio per ricostruire a seguito di catastrofi, o creare pari opportunità tra territori differenti”, prosegue il presidente.

“Tutti temi che secondo me bene si confanno rispetto ad un patrimonio di esperienza accumulato da lui facendo il sindaco del quale ha bisogno anche una comunità nazionale”, conclude. Buttando la palla sul campo dei giovani rampanti per la loro contromossa.

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