SCUOLABUS PER IL FIGLIO E SMARTPHONE DA 900 EURO, SINDACI FINISCONO NEI GUAI

21 Marzo 2016 08:30

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Un sindaco che manda in stampa del materiale informativo da distribuire ai cittadini nel quale si decantano i meriti suoi e di un proprio assessore, candidato a succederlo. Con tanto di elenco delle opere compiute. Naturalmente a spese del Comune e “durante il periodo di convocazione dei comizi elettorali”.

La spesa, per quella che di fatto era campagna elettorale e non comunicazione istituzionale, si è rivelata illegittima e oggetto di censura da parte della Corte dei Conti, che ha condannato l'amministratore a risarcire il Comune di 9.669 euro.





Sul podio degli spendaccioni abruzzesi, censurati dalla magistratura contabile, è finito poi il sindaco che ha acquistato a spese del Comune uno smartphone di ultima generazione al costo di 839 euro. In questo caso è stato sufficiente un'”ammonimento” da parte della procura per far mollare l'osso all'amministratore vanesio, che prima di essere citato in giudizio ha restituito all'Ente l'equivalente della somma spesa.

Aveva predisposto lo scuolabus per il proprio figlioletto, l'amministratore di un altro Comune abruzzese citato in giudizio dalla Corte dei Conti. All'intera Giunta comunale è stato chiesto di restituire 11.190 euro, “pari alle spese illegittimamente sostenute per il trasporto degli alunni verso scuole di altri enti territoriali, atteso – ha spiegato il procuratore regionale Maurizio Stanco – che la presenza della scuola con pluriclasse ubicata nel Comune è elemento preclusivo della possibilità da parte dell'amministrazione di assicurare il trasporto verso scuole di altri enti”.





La lente d'ingrandimento della magistratura contabile è finita anche sulla “gestione personalizzata della Polizia municipale rivolta a elargire favoritismi e conseguire vantaggi personali da parte degli agenti infedeli, anche con episodi di appropriazione di somme incassate per il pagamento di contravvenzioni”.

Quattro dipendenti comunali si sono vistì, così, sequestrare somme per complessivi 63 mila euro. (m.sig.)

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