SCUOLA: SI RAGIONA SU INNALZAMENTO OBBLIGO 3-18 ANNI

17 Febbraio 2020 19:15

Italia - Abruzzo, Scuola e Università

ROMA – Innalzamento dell'obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni (attualmente l'istruzione obbligatoria è dai 6 ai 16 anni), priorità ai studenti disabili “hanno diritto a insegnanti specializzati e assunti”; valorizzazione degli istituti tecnici e professionali “che non sono scuole di serie B”. Poi la programmazione, parola spesso sconosciuta. E cento euro in più in busta paga a docente.

Di questo e di tanto altro si è parlato stamane al tavolo su Istruzione e Università a Palazzo Chigi per tracciare le linee di azione dei prossimo tre anni, presenti il premier Giuseppe Conte, i ministri Gaetano Manfredi, Lucia Azzolina e Paola Pisano e i parlamentari di M5s, Pd, Iv e Leu.

  Ilministro dell'Istruzione Lucia Azzolina al termine del vertice ha spiegato i 100 euro in più in busta paga per i prof. derivano dai 68 euro euro netti di aumento che deriverebbero dal taglio del cuneo fiscale più le risorse stanziate in legge di bilancio per il rinnovo del contratto.





Ma le sue parole hanno suscitato subito il malumore dei sindacati della scuola.

Questi hanno denunciato il “gioco delle tre carte sul taglio del cuneo fiscale e gli aumenti contrattuali” e chiesto 16 miliardi in più anni “per dire basta al lavoro precario, per superare il divario tra organico di diritto e situazioni di fatto, per aumentare il tempo scuola, per rinnovare il contratto con aumenti a tre cifre che vadano ben oltre i 100 euro mensili. Se il Governo continuerà a fare orecchie da mercante – hanno minacciato – non ci fermeremo con lo sciopero del 6 marzo ma proseguiremo con altre mobilitazioni”.

Sull'innalzamento dell'obbligo scolastico, misura molto caldeggiata dal Pd e sostenuta da Leu, il ministro si è mostrata più tiepida.

“Io credo – ha detto – si debba aprire una riflessione tenendo però presenti dei punti: il 95% dei bimbi frequenta già l'asilo mentre abbiamo un problema per i nidi. E poi ho il dovere di affrontare prima il problema della dispersione, poi penseremo al resto”.





Al tavolo si è registrata una visione comune su molti temi mentre resta il nodo della Buona Scuola, e in particolare quello della chiamata diretta: una questione che affonda le sue radici nella scorsa legislatura e che vede su versanti diversi 5s e LeU (più critici) e Pd e Iv (più portati a contributi migliorativi).

“Il Pd – hanno spiegato io viceministra Anna Ascani e la responsabile scuola Camilla Sgambato – ha posto tra le priorità l'obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni, misura fortemente voluta dalla segreteria Zingaretti e il tema della gratuità dei libri di testo, pienamente fattibile, dalla primaria almeno fino ai due anni obbligatori della secondaria di secondo grado. Altro punto, è quello di incrementare il tempo pieno”.

“E' stata discussione fruttuosa, positiva e molto lunga”, ha detto al termine dell'incontro, dal canto suo, Gaetano Manfredi, ministro dell'Università e ricerca. Si è discusso di investimenti sulle infrastrutture universitarie, edilizia, laboratori, residenzialità universitaria.

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