SCUOLA: PRECARI ABRUZZESI A RISCHIO PELLECCHIA, ”SI’ A ORGANICO FUNZIONALE”

di Filippo Tronca

2 Settembre 2014 08:56

Regione -

PESCARA – In Abruzzo sono migliaia gli insegnanti in attesa di sapere se il governo di Matteo Renzi manterrà le promesse sull’assunzione di 100 mila precari, specie dopo gli annunci del ministro Stefania Giannini al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini in merito all’imminente riforma della scuola.

Gli abruzzesi, tra l’altro, in seguito alla rivisitazione dell'intero meccanismo di attribuzione delle supplenze, potrebbero trovarsi disoccupati in via definitiva, se come pare il governo ha in mente di assegnare a docenti di ruolo tutte le cattedre che oggi sono coperte a turno dai supplenti, ed anche di aumentare l'orario di lavoro dei docenti, cosa che ridurrebbe ancor di più il fabbisogno di supplenze.

Ad avere la peggio, insomma, sono coloro che fanno parte in Abruzzo dell’esercito dei 400 mila precari italiani delle ‘graduatorie di istituto’ (G.i.), stilate direttamente dalle scuole in cui possono iscriversi anche docenti senza abilitazione e che vengono utilizzate per finire di ‘riempire’ l'organico dopo che tutti gli altri canali vengono esauriti. 

Sono quelli che sopravvivono di supplenze brevi e sporadiche, che sono sempre meglio di niente, anche per acquisire punteggi.
Invece, per una parte ancora tutta da stabilire dei 160 mila precari storici italiani di prima fascia, abilitati e inseriti nelle 'graduatorie ad esaurimento', (G.a.e.), la riforma potrebbe invece significare un contratto a tempo indeterminato, il coronamento del posto fisso dopo decenni di precariato e incertezze. 





Infatti, se davvero saranno assunti 100 mila nuovi docenti, saranno loro i primi ad entrare.

Sulle ipotesi di riforma finora ventilate, dice la sua Ernesto Pellecchia, direttore generale Ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo, in questi giorni impegnato ad ultimare, in vista dell’imminente apertura dell’anno scolastico, le nomine del personale in ruolo.

“Il mondo della scuola – spiega Pellecchia ad AbruzzoWeb – deve prima di ogni cosa superare il problema del precariato storico, e il governo par di capire intende andare in questa direzione”.

Pellecchia indica come possibile quadratura del cerchio la formula, più volte evocata da passati governi e sindacati, dell’organico funzionale, ovvero l’assunzione del maggior numero possibile di precari, ed eccedenti le cattedre, che vanno a costituire un patrimonio di competenza a disposizione di una rete di istituti.

“In questo modo – prosegue – si potranno assumere molti precari e si potranno garantire alle scuole una stabilità didattica. I docenti in organico potranno fare le supplenze, svolgere il ruolo di insegnante di sostegno per studenti svantaggiati, curare progetti e azioni didattiche mirate”.





Il punto fondamentale, però, che strano, riguarda i fondi da investire: per le assunzioni si stimano non meno di un miliardo e mezzo di euro.

“Per il governo sarà un puzzle non facile da comporre, per poter immettere in ruolo un alto numero di precari, bisognerà razionalizzare i costi, trovare adeguate economie, tagliando anche in altri settori della spesa pubblica”, il pensiero di Pellecchia a tal proposito.

Osservazione che non suona come un buon auspicio, in tempi di spending review.

Il governo, invece che investire nell’istruzione, potrebbe essere tentato per compiacere Bruxelles e le regole sui tagli, non tanto di azzerare il numero dei precari della scuola, ma di espellere per sempre i precari in esubero dalla scuol, ovvero la maggior parte di essi.

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