L'AQUILA – Un calciatore dell’Aquila Calcio (Lega Pro girone b) Christian Chirieletti, difensore romano di 28 anni, è stato colpito dal Divieto di accesso alle manifestazioni sportive (Daspo) dopo essere stato coinvolto qualche settimana insieme al padre in una rissa con 8 tifosi, sia il genitore che gli ultrà pure puniti con il Daspo.
Il provvedimento, peraltro, non impedirà all’atleta rossoblù di giocare le rimanenti partite con la sua squadra, due della stagione regolare più l’eventuale coda dei play-out per non retrocedere in serie D, cui il club aquilano dovrà probabilmente prendere parte, complice anche la penalizzazione di 7 punti per essere stata coinvolta nello scandalo calcioscommesse relativo alla passata stagione (e altri 7 punti sono stati prima tolti e poi restituiti).
Il provvedimento del questore del capoluogo, Alfonso Terribile, è stato adottato in seguito agli incidenti che si sono verificati al termine dell’incontro L’Aquila-Siena del 17 aprile scorso, perso per 2-1 dalla squadra di casa.
Di qui la rabbia dei tifosi che, secondo quanto ricostruito, avrebbero aggredito il calciatore. Chirieletti, insieme al padre, si sarebbe difeso, rispondendo alla violenza. “Tutte le persone colpite dal provvedimento hanno posto in essere condotte, anche di rilevanza penale, tali da porre in pericolo la sicurezza, creando turbamento dell’ordine pubblico, al termine della partita”, si legge in una nota della questura.
Per 4 degli 8 tifosi, autori di intemperanze anche al termine del precedento incontro L’Aquila-Maceratese del 3 aprile scorso, il Daspo ha una durata di 2 anni, mentre per i restanti 4 supporter, per il calciatore e per il padre, il divieto è di 1 anno.
Come sottolinea la questura, la violazione del provvedimento, come stabilito dall’articolo 6 della legge 401 del 1989, è punita con la reclusione da 1 a 3 anni e la multa fino a 40 mila euro.
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