SANTA CROCE: LOLLI , ”BANDO IN ARRIVO, GARANTIRA’ ATTUALI OCCUPATI”

di Filippo Tronca

21 Ottobre 2016 07:30

L'Aquila - Cronaca

CANISTRO – “Il nuovo bando per l’affidamento delle sorgenti di Canistro è pronto e per la sua pubblicazione è questione di ore. E questa volta sarà molto più scrupoloso, con garanzie sul piano industriale e occupazionale”.

L’annuncio tanto atteso arriva per voce del vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, che definisce questo passaggio come “l’unica soluzione possibile per dare un futuro a uno stabilimento strategico” come la Santa Croce di Canistro (L'Aquila), dove allo stato attuale delle cose i 75 lavoratori, impiegati con cassa integrazione a rotazione nell’imbottigliamento della nota marca di acqua minerale, da fine novembre saranno disoccupati, e tra 2 anni non avranno più ammortizzatori sociali.

Come confermato dal patron Camillo Colella al termine dell’ultimo incontro con i sindacati, non ci sarà, infatti, la revoca della procedura di mobilità. La crisi è esplosa a seguito dell’annullamento del precedente bando vinto da Santa Croce Spa nell’agosto 2015, impugnato, però, dal Comune di Canistro perché la Regione lo aveva clamorosamente sbagliato, non avendoci inserito la necessità della procedura di valutazione di impatto ambientale.

La Santa Croce ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro l’annullamento del bando e la sentenza è attesa nel febbraio 2017. Intanto, la Regione ha revocato la concessione alla società, a inizio 2016, senza concedere alcuna proroga. La Santa Croce, che attualmente continua produrre solo grazie alle scorte, è ai ferri corti con la Regione, e minaccia richieste di risarcimento milionarie. Anche Colella ha più volte sollecitato la Regione a indire un nuovo bando, non escludendo la possibilità di partecipare.





Passaggio decisivo, a detta almeno della Regione, la consegna delle chiavi da parte della Santa Croce della sorgente Sponga alla dirigente regionale Iris Flacco, ma solo dopo una lunga querelle su quali fossero le pertinenze pubbliche e che cosa, invece, proprietà privata dell’azienda.

Lolli a questo giornale conferma anche che il nuovo bando recepirà le istanze di sindacati e territorio “in un percorso condiviso”, e affronterà una delle maggiori incognite: il fatto che la proprietà dello stabilimento resti della Santa Croce, come pure il marchio, e un nuovo imprenditore si troverebbe, così, nella condizione di doversene eventualmente costruire un altro, con costi di investimento molto superiori.

“Un buon bando deve tenere conto del ventaglio di scenari che potrebbero verificarsi, e in questo caso dell’anomalia del sito da dare in concessione, dove come noto lo stabilimento è di proprietà della società uscente – spiega però Lolli – Io auspico che non ci sarà la necessità per chi vincerà il bando di dover realizzare un nuovo stabilimento. Il Comune a ogni buon conto ha messo a disposizione i terreni per poterlo fare, e per fortuna non ci sono problemi di allaccio alle condutture della sorgente”.

Come evidenziato a questa testata dall’avvocato del Comune di Canistro Salvatore Braghini la Regione tornerebbe nella piena disponibilità della concessione, con l’acquisizione, non avvenuta, della vasca di carico in località Capranica, della conduttura che raggiunge lo stabilimento di imbottigliamento, dotata dell’unico contatore prima dell’utilizzo dell’acqua minerale e di quella che raggiunge lo stesso stabilimento.

Lolli tiene, però, a precisare che “per fare il bando era condizione necessaria e sufficiente prendere possesso della sorgente, sulle altre pertinenze si vedrà. Su questo aspetto, infatti, c’è un contenzioso con la Santa Croce, e non potevamo permetterci di bloccare tutto in tribunale per 2 anni. È nell’interesse di tutti, a cominciare dai lavoratori, che il bando esca il prima possibile”.





Il vice presidente ribadisce anche che nel bando sarà dato “massimo rilievo al riassorbimento delle maestranze. Ovviamente premierà i candidati che si impegneranno a riassorbire gli attuali lavoratori, a parità di professionalità”.

E questa volta, come ovvio, “sarà inserita la clausola della procedura Via cui dovrà essere sottoposto il progetto industriale”, la cui assenza è stato il motivo del ricorso al Tar e dell’annullamento del precedente bando.

Infine le altre due incognite: il ricorso al Consiglio di Stato, organo di secondo grado della giustizia amministrativa, che potrebbe riportare in vita il bando vinto da Colella. E i tempi che necessariamente non saranno brevi per il rilancio della produzione dello stabilimento di Canistro.

“Questo bando, mi pare ovvio, conterrà questa volta il Via obbligatorio. Per le tempistiche abbiamo sempre detto che sono dettate dalla procedura, noi faremo di tutto per stringere i tempi. Il bando però ripeto era l’unica via percorribile, visto che le altre strade non hanno portato a nulla”, conclude Lolli.

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