DENUNCIA DEL SINDACATO SUMAI, ''EREDITA' DELLA VECCHIA GIUNTA REGIONALE'', PRESENTATO RICORSO AL TRIBUNALE DELL'AQUILA

SANITA’: TAGLIO STIPENDI AI MEDICI, ”A RISCHIO SERVIZI IN AMBULATORI ABRUZZESI”

19 Maggio 2019 14:26

Regione -

PESCARA – La vecchia Giunta regionale ha approvato il taglio degli stipendi di medici, psicologi e veterinari il 7 febbraio scorso, a pochi giorni dalle elezioni regionali e ora i servizi degli ambulatori abruzzesi sono a rischio.

A denunciare l'accaduto è il dottor Franco Longhi, segretario regionale del Sumai Assoprof Abruzzo (Sindacato unico di medicina ambulatoriale italiana)

La delibera, come ricorda Il Centro, era stata presentata nel 2017, ma è stata varata solo due anni dopo, alla vigilia delle elezioni che hanno consegnato a un'altra maggioranza il compito di governare l'Abruzzo.





Si tratta di somme che, in base a una serie di parametri, oscillano dai 300-400 euro al mese, fino ad arrivare a mille. Il provvedimento coinvolge una platea di circa 400 professionisti in tutto l'Abruzzo, che operano in una trentina di ambulatori specialistici dislocati sull'intero territorio regionale, alcuni dei quali in zone disagiate e difficilmente raggiungibili.

“La sospensione – spiega il dottor Longhi – riguarda quella parte dello stipendio dei medici specialisti ambulatoriali legata all'accordo integrativo regionale”. Si tratta di somme che vengono erogate a seguito della contrattazione regionale, che integra quella nazionale per quelle attività specialistiche che la Regione ritiene strategiche “per garantire ai propri cittadini i livelli essenziali di assistenza”.

In un momento storico-economico nel quale la cosiddetta “sanità sul territorio” diventa uno strumento fondamentale per ridurre i ricoveri, riservandoli solo ai casi acuti, la decisione della ex giunta regionale di tagliare lo stipendio ai medici specialisti che possono davvero filtrare e alleggerire il carico degli ospedali sembra andare in controtendenza.





“Questa delibera – prosegue Longhi – va impattare su attività che noi continuiamo a svolgere, e su cui c'era accordo con la Regione. E tra le altre quella finalizzata all'abbattimento delle liste di attesa”. Un atteggiamento, quello della passata giunta, che il sindacato non capisce, “come se il scopo nella trattativa fosse solo quello di sospendere i compensi e non, come sarebbe stato auspicabile, di migliorare l'assistenza ai cittadini”.

Ma i medici non intendono far ricadere tutto questo sui cittadini incolpevoli: “Nonostante la riduzione di stipendio – aggiunge il segretario del Sumai – continuiamo a portare avanti i progetti su cui ci siamo impegnati, ma non sappiamo per quanto tempo ancora potremo continuare a farlo. Senza l'annullamento della delibera saremo costretti a sospendere la nostra attività e a rimetterci saranno i cittadini e i pazienti”.

Per contrastare la delibera lo scorso 9 aprile è stato presentato un ricorso davanti al giudice del lavoro del tribunale civile dell'Aquila. Nell'attesa, il responsabile regionale del sindacato riunirà i segretari provinciali per decidere le eventuali iniziative da intraprendere, e non si esclude che venga dichiarato lo stato di agitazione.

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