SILVERI E CIALENTE: ''LA STRUTTURA DI SECONDO LIVELLO VA RIPARTITA''

SANITA’: OSPEDALE MAGGIORE, SPEZZATINO PIACE, ”DIFFUSO TRA L’AQUILA E TERAMO”

di Alberto Orsini

18 Luglio 2015 08:01

Regione - Video

L’AQUILA – Due nuove aziende sanitarie, L’Aquila-Teramo e Chieti-Pescara, e in ognuna di esse un ospedale di “secondo livello”, ‘maggiore’ con i migliori reparti e prerogative secondo la riforma del ministro Beatrice Lorenzin, senza guerre di campanile ma a “spezzatino”, diffuso tra due o più ospedali riuniti sul territorio.

Dopo una guerra tra aquilani e teramani sollevata da un’ardita mozione approvata dal Consiglio comunale del capoluogo, e la replica altrettanto feroce del primo cittadino di Teramo, Maurizio Brucchi, posatosi il vento della polemica è questa la soluzione che si va profilando per ovviare agli sconvolgimenti che la temuta riforma porterà di qui a pochi anni nel panorama della sanità abruzzese.

Lo “spezzatino” come soluzione per fare felici tutti o, per lo meno, per farsi meno male possibile a vicenda nella guerra tra poveri che nascerà con il colpo di acceleratore a una sanità ormai del tutto trasformata in azienda piuttosto che servizio, dove contano le cifre sulle tabelle contabili e non l’assistenza alla popolazione.

È una soluzione che addirittura mette d’accordo due nemici giurati come il direttore generale della Asl aquilana, Giancarlo Silveri, e il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, che da anni guerreggia assieme a tutto il Partito democratico per approdare alla cacciata e alla nomina di un nuovo manager gradito al centrosinistra.

Silveri dice la sua ad AbruzzoWeb e lo stesso fa il primo cittadino che, però, aggiunge delle postille sulla propria pagina Facebook, in risposta a quanto dichiarato a questo giornale da un consigliere della sua maggioranza, Giuliano Di Nicola (Italia dei valori), sempre dopo quel burrascoso Consiglio. Di Nicola che pure si è detto favorevole alla soluzione dei due ospedali diffusi.

Cialente ha criticato fortemente la scelta di alcuni dei suoi di fare sponda con l’opposizione di centrodestra nel voler approvare quella mozione, e lo ha spiegato anche al collega (sia come sindaco che come medico) Brucchi in una telefonata.





Ora Cialente accusa anche due suoi consiglieri, Tonino De Paolis del Partito democratico e Giustino Masciocco di Sinistra ecologia libertà di “visione casereccia” della politica perché, svela, gli avrebbero consigliato di votare la mozione e poi lasciarla cadere nel dimenticatoio.

SILVERI

“MANCANO GLI ABITANTI, DUE OSPEDALI MAGGIORI E DUE ASL”

Silveri ricorda che “il decreto Lorenzin, che nessuno sta comprendendo nella sua reale e integrale articolazione, né si stanno capendo gli effetti che produce, pone dei paletti: il primo è il numero degli abitanti, gli ospedali di secondo livello sono possibili per territori che vanno da 600 mila abitanti fino a 1,2 milioni”.

“Le nostre quattro province hanno, chi più chi meno, 300 mila abitanti ciascuna, si tratterà di vedere la Regione nella sua programmazione che cosa vuole fare – prosegue – Il numero minimo d’abitanti va raggiunto, unificando le attività ospedaliere, non le Asl, questo verrà dopo, per 600 mila abitanti almeno”.

In relazione alla necessità di identificare questi ‘ospedali maggiori’, per il manager aquilano è “facile pensare che se la Regione volesse potrebbe farne due: uno nelle aree interne, uno sulla costa. La polemica è sterile e inutile, al momento – rimarca Silveri – Si tratterà soltanto di cercare, nella programmazione regionale, di preservare quello che c’è di ottimo e far diventare il resto ottimo”.

“Come verranno divisi i singoli reparti? Questa è una programmazione della Regione. Certo che i consiglieri regionali sono eletti su base provinciale, ognuno tenderà a preservare il proprio bacino e dovrà venire fuori soluzione che salva l’identità dei territori”, conclude Silveri, facendo capire che non vorrebbe certo essere nei panni di chi queste decisioni delicatissime dovrà prenderle, rischiando di scontentare tutti.

CIALENTE

“BENE SECONDO LIVELLO SPALMATO SU DUE OSPEDALI RIUNITI”





“Ringrazio AbruzzoWeb e il consigliere Di Nicola, che aprono un dibattito serio e pacato sul futuro della nostra sanità ospedaliera, che è solo una parte dell’organizzazione sanitaria di una regione – esordisce Cialente – Ma devo dire all’amico De Nicola, di cui condivido la visione di un ospedale di secondo livello spalmato su due ospedali riuniti, che se non ha capito il perché della mia posizione rispetto all’ordine del giorno votato, peraltro irregolarmente, dal Consiglio comunale, o si contraddice, o non capisce quello che ha votato. Propendo per la seconda ipotesi, poiché nell’intervista dice l’esatto opposto di quanto ha votato”.

Cialente ricorda che “l’Ordine del giorno testualmente recita che si impegna il sindaco a spingere per due Asl, quella di L’Aquila-Teramo e quella di Chieti-Pescara, ma aggiunge che l’Ospedale di secondo livello deve stare a L’Aquila. Il consigliere Masciocco, in aula, il consigliere De Paolis, ieri nella mia stanza – prosegue Cialente – hanno detto che non dovevo ribadire la mia contrarietà, perché si vota l’ordine del giorno, tanto poi lascia il tempo che trova, e che poi ‘l’avrei potuto lasciato cadere dopo una settimana’”.

“È una visione casereccia, di una politica che va dietro al campanile agitato dalla destra. Un atto consiliare, votato dall’assemblea, pesa, ha valore politico – sbotta il sindaco – L’atto di quel voto non è sbagliato, ma sbagliatissimo. Dopo poche ore si è scatenata la reazione di altri territori, anche Avezzano”.

Concetto precisato nella video intervista, in cui l'amministratore evidenzia che “oggi il centrodestra ha tutto l'interesse ad alzare il livello dello scontro e del campanile per fare campagna elettorale, ma che lo faccia anche il Pd, è un errore gravissimo. Noi siamo i più belli? Teramo ci ha detto no, i più belli siamo noi, e così non si va da nessuna parte – ammonisce – Se facciamo le barricate, rischiamo di perdere”.

“A mio avviso serve che il centrosinistra aquilano e abruzzese si diano una fermata e comincino a riflettere. Ormai si va dietro a chi strilla di più. Si vota senza comprendere le conseguenze di ciò che si vota. Le parole, soprattutto scritte, hanno peso, in politica – ribadisce poi sempre sulla rete sociale di Facebook – Io ho chiamato Brucchi proprio per dire che quella non è la mia posizione, semplicemente perché è una posizione perdente non solo per L’Aquila, o Teramo ecc, ma per tutto l’Abruzzo e gli abruzzesi”.

“Alla maggioranza di centrosinistra mi sento di dire che non ci si può far guidare , come spesso accade, dalla destra. L’opposizione gioca, storicamente sempre, al tanto peggio, tanto meglio. Governare è difficile”, conclude.

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