SANITA’: OLIVIERI, ”NO AL RINNOVO DI DIRETTORI INCAPACI COME AD ASL CHIETI”

6 Ottobre 2017 17:31

Pescara -

PESCARA – “Non rinnovare gli incarichi a quei direttori generali, come quello della Asl di Lanciano-Chieti-Vasto, che hanno dimostrato la loro incapacità e la loro propensione agli sprechi e alla malasanità, e proporre velocemente ciò che da anni si dice, e ciò che il sottoscritto ha detto nell'interesse dei nostri cittadini”, come ad esempio, “la Asl Unica”.

È l'appello del presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Mario Olivieri (Abruzzo civico), rivolto al presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, e all'assessore alla Sanità Silvio Paolucci.





“La riorganizzazione della nostra sanità – spiega Olivieri dopo avere ricordato le sue sollecitazioni sin dall'inizio della legislatura nel 2014, sia sulla Asl Unica sia sull'unione degli ospedali di Pescara e Chieti – non può aspettare in eterno e i giusti e sacrosanti diritti dei nostri cittadini devono essere rispettati, producendo risultati tangibili, e non solamente inutili e stancanti enunciazioni di intenti, che ci portano sempre più lontani dalle regioni virtuose, dove le prestazioni sanitarie vengono rese in tempi e in modi compatibili con le aspettative di chi soffre”.

In particolare Olivieri sottolinea come “il numero delle Asl sia rimasto quello che era allora, con il risultato di una disparità di comportamenti organizzativi all'interno di esse, con la conseguenza, di fatto, di una disparità di trattamenti e di diritti all'interno della sanità della nostra Regione e come ulteriore conseguenza, secondo le stime previsionali del bilancio dell'anno in corso, di un disavanzo di gestione che si avvicinerà ai 100 milioni di euro”, di cui oltre 30  prodotti dalla Asl di Lanciano-Chieti-Vasto.





“Per ciò che riguarda la situazione degli ospedali di Chieti e Pescara – prosegue – oggi siamo in piena polemica tra i rappresentanti politici delle due città, ognuno di loro rivendica la sede di questa o di quella specialità, oltre che del ruolo degli ospedali, senza che ci sia all'orizzonte una proposta organica, o una decisione programmatica da parte della Regione, sia riguardo ai due ospedali, sia sulla situazione complessiva della sanità regionale”.

“Che dire poi della sanità territoriale? – conclude – Ciò che era necessario fare per evitare che la riduzione numerica e operativa degli ospedali non venisse a creare un vuoto nell'assistenza sanitaria, attraverso la implementazione della rete assistenziale distrettuale, di fatto non è avvenuto, e il territorio, da un punto di vista sanitario, a parte alcuni timidi tentativi comunque pasticciati e non percepiti dalla popolazione, non è stato di fatto organizzato, e l'assistenza sanitaria territoriale è visibilmente regredita, anziché progredire”.

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