SANITA’: LE FRONTIERE DELLA RIGENERAZIONE, ”GEL PIASTRINICO” HI-TECH AL SAN SALVATORE

di Mariangela Speranza

16 Gennaio 2015 08:26

L'Aquila - Video

L’AQUILA – “Siamo stati i primi ad applicare, già dall’anno 2002, quella che viene definita medicina rigenerativa: si è visto che, utilizzando le cellule del sangue e sfruttandone le proprietà, è possibile stimolare la rigenerazione dei tessuti”.

Così Luigi Dell’Orso, direttore del Centro Immunotrasfusionale dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, descrive la specificità di un reparto che si è fatto conoscere e apprezzare per l’innovazione che sta applicando ormai da quasi 15 anni.





Si tratta del cosiddetto “gel piastrinico”, “un derivato del sangue che consta di un concentrato di piastrine autologhe, cioè dello stesso paziente che le utilizzerà, che in alcune situazioni viene utilizzato per infiltrazione (Prp o plasma ricco di piastrine), oppure gel piastrinico, quando viene attivato e reso solido o semisolido in forma di gel e apposto direttamente sulla lesione da riparare”, come illustra Anna Rughetti, medico della stessa unità.

Moltissimi gli usi, dall’ortopedia alla chirurgia, dalla medicina dello sport all’odontoiatria, con quest’ultimo impiego che prende sempre più piede nel capoluogo.

“Quest’attività, che non abbiamo condotto da soli, ma in collaborazione con altri centri nazionali che hanno sviluppato la tecnica – prosegue Dell’Orso – ci ha permesso di farci conoscere e anche di incuriosire il mondo scientifico a livello nazionale. Venivamo chiamati per convegni, per illustrare le nostre tecniche e la nostra metodologia”.





L’attività si è sviluppata con un crescendo, “abbiamo un ambulatorio piuttosto affollato di persone che ci chiedono di intervenire su problematiche più disparate su questo tipo di attività. Ci sono richieste che vengono da più parti, anche da fuori regione – sottolinea il direttore – La maggior parte dei pazienti gravita nel nostro territorio, però abbiamo anche richieste che provengono dal Lazio per esempio, pazienti che si spostano e vengono da noi per i trattamenti”.

A illustrare i principali campi di azione del gel è la dottoressa Rughetti. “Lo utilizziamo moltissimo in ortopedia, in caso di pseudoartrosi, cioè quando una frattura dopo 6 mesi non si ripara e non fa il callo osseo – spiega – Nelle ferite croniche per favorire la riparazione dei tessuti, la chirurgia maxillo facciale e negli interventi di ricostruzione, negli interventi di riempimento di cisti mandibolari, a scopo infiltrativo nelle malattie degenerative della cartilagine e dei tendini, tendinopatie delle articolazioni, del ginocchio e della spalla, dell’anca, della fascia plantare del piede e infine nella medicina dello sport”.

Ma c’è anche un’altra utilizzazione che si va affermando. “Molti odontoiatri che applicano biotecnologie all’avanguardia lo utilizzano a scopo implantologico dentale in modo elettivo, per abbreviare e ridurre moltissimo i tempi di attesa della maturazione dell’osso e ispessirlo – conclude – Tutto questo è finalizzato al posizionamento dell’impianto dentale”.

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