RIGOPIANO: UN ANNO DOPO LA DIFFICILE NORMALITA’ DELLA FAMIGLIA PARETE

14 Gennaio 2018 16:14

Pescara - Cronaca

PESCARA – Da un lato il datore di lavoro, dall'altro il dipendente.

Il primo che, dalla costa, prova in ogni modo a lanciare l'allarme, senza essere creduto; il secondo che, scampato alla tragedia, lancia tra mille difficoltà l'sos e, dopo 48 ore, riesce miracolosamente a riabbracciare la sua famiglia.

Non solo un rapporto di lavoro, ma un'amicizia di lunga data che diventa protagonista e si impone su una tragedia costata la vita a 29 persone.

È la storia di Quintino Marcella, titolare di un ristorante di Silvi (Teramo), e Giampiero Parete, impiegato come cuoco nel locale del primo.

Quella della famiglia Parete è il miracolo nella tragedia del 18 gennaio scorso all'hotel Rigopiano.





Il cuoco si trovava lì in vacanza con la moglie Adriana e con i due figli Gianfilippo, 8 anni, e Ludovica, 6 anni. I quattro, dopo ore di angoscia, sono riusciti a riunirsi e riabbracciarsi.

A distanza di un anno, però, la gioia di essere tutti salvi non lenisce le ferite di quel trauma.

Si prova a recuperare la normalità, ma è difficile. Giampiero è tornato al lavoro, i bimbi sono rientrati a scuola e Adriana ha ripreso la sua attività di infermiera, con alcune pause per stare vicino ai figli.

Quel drammatico 18 gennaio, a Parete il destino assegna il compito più importante: sopravvivere al disastro e lanciare l'allarme.

Quando la valanga travolge e distrugge il resort, infatti, il cuoco è all'esterno della struttura per prendere alcune medicine in macchina. Capisce subito la gravità dell' accaduto e prova a lanciare l'sos. Ma non c'è segnale, impossibile telefonare. Riesce, attraverso WhatsApp, a contattare il suo amico e datore di lavoro.

Solo in un secondo momento riuscirà a parlare con il 118, dicendo all'operatrice, con il segnale che andava e veniva, “c'è stata una valanga, non c'è più niente, è crollato tutto”.





Quintino Marcella si mette in moto. “Ho chiamato tutto e tutti, ogni numero di emergenza e tanti privati – ha raccontato nelle scorse settimane in un'intervista all'Ansa – la mia mente era in panne, ho lanciato urli di aiuto a chiunque, mentre nei suoi messaggi Giampiero continuava a chiedermi quando sarebbero arrivati i soccorsi. Ricordo la sofferenza, il senso di impotenza, l'impossibilità ad agire, a fare tutto”.

Marcella, docente dell'Istituto alberghiero De Cecco di Pescara, ricorda bene come, in quegli istanti concitati, all'inizio nessuno credette ai suoi allarmi.

Come nel caso della funzionaria della Prefettura di Pescara che lo liquidò con la frase, poi divenuta tristemente celebre, “la mamma degli imbecilli è sempre incinta”.

“Mi rendevo conto che non mi stavano credendo – racconta – ma in quegli istanti la mia mente era troppo impegnata, non mi sono soffermato a giudicare ogni singola telefonata”.

Il destino forse ha voluto premiare la sua caparbietà: quella dei suoi amici è l'unica famiglia che non è stata distrutta dalla tragedia. I Parete questo lo sanno bene ed hanno voluto testimoniare il loro affetto e la loro riconoscenza con una targa contenente una foto di Giampiero, sua moglie e i due figli sani e salvi all'ospedale di Pescara due giorni dopo la valanga e la scritta: “Si dice che nulla è per sempre, ma se anche un piccolo gesto riesce a toccare il cuore, rimane per sempre custodito nell'anima…”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: