L’AQUILA – I fondi per la ricostruzione dell’Aquila nel decreto “Sblocca Italia” sono salvi, ma a un prezzo salato, quello di dover fare a meno dei quattrini per i precari che fanno funzionare gli uffici e per le macerie.
I parlamentari del Partito democratico Antonio Castricone e Stefania Pezzopane hanno smentito e precisato l’allarme lanciato in mattinata dai parlamentari abruzzesi Gianni Melilla (Sinistra ecologia libertà) e Gianluca Vacca (Movimento 5 stelle), secondo i quali il governo aveva deciso di togliere dalla legge di conversione del decreto, all’esame della Camera, la parte riguardante il post-sisma.
Gli esponenti democrat sottolineano che lo stralcio parziale dell’emendamento firmato dallo stesso Castricone e dai deputati abruzzesi Maria Amato, Vittoria D’Incecco e Tommaso Ginoble “non riguarda affatto lo stanziamento dei 250 milioni di euro necessari per coprire il fabbisogno degli ultimi mesi dei 2014 e finanziare progetti pronti a diventare cantiere, che sono infatti inseriti nel testo di legge, e non nell’emendamento”.
A essere stati stralciati, invece, sempre secondo la Pezzopane e Castricone, sono le parti relative ai fondi per garantire continuità lavorativa dei precari della ricostruzione e della complessa normativa sullo trattamento stoccaggio delle macerie.
Questo perché, spiega ad AbruzzoWeb Castricone, “è necessario un approfondimento da parte della Ragioneria dello Stato, dopo di che saranno ripresentati nella legge di stabilità”.
“I 250 milioni nessuno li ha toccati – assicura a sua volta la Pezzopane – bisognerebbe presentare un emendamento per toglierli, e il presidente della V commissione Francesco Boccia mi ha confermato che nessuno lo ha fatto”.
Dato per chiarito l’equivoco, assicura Castricone, altri fondi, questa volta con un emendamento, supportato da tutto il Pd in parlamento, “saranno inseriti nella imminente Legge di stabilità. Per garantire una copertura del 2015 e 2016”, come emerso nel recente vertice con il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini, anche se sulla copertura c’è ancora mistero e servirà una battaglia con l’Unione europea.
Scendendo nel dettaglio, a essere stralciati sono dunque gli articoli dell’ultima parte dell’emendamento in cui si stabilisce che “l’1% dei fondi della ricostruzione privata confluisce in un fondo istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri, Struttura di missione ‘per il coordinamento dei processi di ricostruzione e sviluppo nei territori colpiti dal sisma’ ovvero ‘per provvedere ai fabbisogni di prestazioni e servizi di natura tecnica e di assistenza qualificata, in qualunque forma resi, degli enti locali e degli uffici statali istituzionalmente preposti alle attività della ricostruzione, anche in deroga ai limiti assunzionali vigenti’”.
Uno stralcio che comporterà non pochi problemi alle amministrazioni che hanno bisogno di personale qualificato per seguire le complesse pratiche della ricostruzione.
Via anche gli articoli riguardanti la tracciabilità delle macerie. Tra l’altro, si evidenzia, si autorizza l’utilizzo di “siti di deposito temporaneo autorizzati e localizzati in uno dei Comuni del Cratere che abbiano in disponibilità aree per il trattamento del rifiuto”.
E si affida alle pubbliche amministrazioni il compito di “vigilare affinché i soggetti incaricati dei lavori effettuino la demolizione selettiva e/o la raccolta selettiva per raggruppare i materiali di cui al comma precedente in categorie omogenee, caratterizzarli ed identificarli con il corrispondente codice Cer”.
Restano in piedi gli articoli in cui si stanziano 900 mila euro per l’anno 2015 e 300 mila euro per l’anno 2016 “per assicurare la prosecuzione dell’assistenza abitativa alla popolazione e in particolare il sostegno dei nuclei familiari con componenti disabili o in condizioni di disagio economico e sociale i contratti di locazione e gli interventi di sostegno abitativo alternativo”.
Tra le norme salve, anche quella dove si introduce per tutti gli assegnatari di alloggi di progetti C.a.s.e. e Map “il pagamento del canone concessorio stabilito dai comuni e a sostenere le spese per la manutenzione ordinaria degli stessi”.
Si consentirà, infine, ai comuni di “ripartire i consumi rilevati per ogni edificio, anche per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, secondo le superfici lorde coperte degli alloggi”.
PEZZOPANE, ''I FONDI SONO SALVI COME PURE ALTRI EMENDAMENTI''
“Nel decreto Sblocca Italia i 250 milioni di euro previsti per la ricostruzione sono assolutamente salvi, dal momento che non erano nell’emendamento stralciato, bensì nel testo del decreto. Così come sono salvi gran parte degli emendamenti presentati dall’onorevole Castricone alla Camera”, conferma in una nota la senatrice aquilana del Partito democratico, Stefania Pezzopane.
“La Ragioneria dello Stato – spiega la Pezzopane – ha sollevato delle obiezioni solo su due punti, quello relativo alla filiera dei rifiuti e la trattenuta dell’1% dei fondi per la ricostruzione da destinare al personale. Obiezioni che supereremo nei passaggi successivi. La battaglia per L’Aquila continua e sono riprovevoli le dichiarazioni allarmistiche di molti parlamentari, che dimostrano di non conoscere il testo dei documenti in discussione. Il che fa capire con quale attenzione seguano le vicende sulla ricostruzione dell’Aquila. Quello che è accaduto oggi- continua la senatrice- dimostra tuttavia che il lavoro deve essere certosino e che bisogna seguire con attenzione l’iter dei testi di legge e degli emendamenti. La Commissione Bilancio va presidiata, per evitare brutte sorprese. Mi procurerò i verbali della Commissione Bilancio della Camera per verificare cosa è accaduto e per capire quanti dei parlamentari che oggi lanciano strali abbiano effettivamente dato il loro contributo o abbiano presentato loro emendamenti”.
“Non è mai stato semplice far passare in Parlamento provvedimenti per la ricostruzione, basti pensare alla bocciatura della tassa di scopo nella precedente Legislatura. Per questo abbiamo bisogno di compattezza e trasversalità, oggi più che mai in assenza di un sottosegretario abruzzese. Il lavoro non si ferma – conclude la senatrice – Lavoreremo per recuperare il mal tolto nella legge di stabilità, convinti che le assicurazioni che ci hanno dato il presidente Renzi e il vice segretario del PD, Guerini, siano impegni”. Filippo Tronca
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