NUOVI SVILUPPI SULL'INCHIESTA, GLI 11 INDAGATI DESTINATI AD AUMENTARE

RICOSTRUZIONE PALAZZO CENTI: I LAVORI PARTIRANNO, CARTE DAI PM ALLA REGIONE

24 Maggio 2017 07:05

L'Aquila -

L’AQUILA – Si faranno i lavori da 13 milioni di euro per il recupero di palazzo Centi, sede della Giunta regionale in pieno centro storico dell’Aquila, danneggiata dal sisma del 2009, al centro della maxi inchiesta della procura della Repubblica del capoluogo su una serie di appalti gestiti dalla Regione.

L’ente ha imboccato la strada di dare seguito alle procedure legate al bando vinto dalla Costruzioni Generali di Isernia operando un ribasso del 35,017 per cento, azienda che, tra l’altro, in questi mesi di incertezza ha chiesto spesso con insistenza di avere lumi sul futuro della commessa.

A sbloccare la situazione, che si trascina da mesi, si è giunti dopo contatti tra i vertici dirigenziali della Giunta e quelli della procura, in particolare il procuratore capo, Michele Renzo.

Secondo quanto si è appreso, la magistratura dovrebbe riconsegnare le carte della gara di appalto sequestrate, in modo tale da riavviare l’iter per arrivare alla firma del contratto e all’inizio dei lavori.

L’edificio, di origine settecentesca, dal 2003 al 2009 è stato sede della presidenza.





Nonostante sia stato negli anni sottoposto a importanti e numerosi restauri, ha riportato danni ingenti.

C’è da considerare che, su questa commessa pubblica, c’è un grave ritardo fin dall’inizio dell’operazione di recupero.

Al termine di un tira e molla con il provveditorato interregionale alle Opere pubbliche, il precedente governo di centrodestra, guidato da Gianni Chiodi, ha ripreso il controllo come stazione appaltante mentre con l’attuale amministrazione di centrosinistra, presieduta da Luciano D’Alfonso, ha bandito e assegnato la gara finita poi nel mirino della magistratura, sia pure con un percorso laborioso.

A tale proposito, sulla strategia di andare avanti con l’iter ci sarebbero resistenze da parte degli uffici regionali direttamente interessati, in particolate il servizio Gestione e patrimonio immobiliare della dirigente Eliana Marcantonio, che è stata presidente della commissione amministrativa giudicatrice.

Resistenze che nascono da timori di apporre firme, legati proprio all’inchiesta.

Nelle scorse settimane, per risolvere la problematica del futuro dell’appalto si era parlato di due soluzioni: revocare la gara in autotutela oppure chiedere un parere all’Autorità anticorruzione (Anac).





Sono 11 i filoni attualmente aperti nell’indagine, che ha coinvolto finora 33 indagati tra cui dirigenti e funzionari regionali, professionisti esterni, imprenditori, oltre al presidente D’Alfonso, e agli assessori regionali Marinella Sclocco, Silvio Paolucci e Dino Pepe.

Le ipotesi di accuse, a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore Renzo e dal sostituto Antonietta Picardi e portate avanti dai carabinieri del Noe e dalla squadra Mobile della questura di Pescara.

Sul caso specifico di palazzo Centi, secondo le accuse formulate dai pm, la Iciet Enginereeng di Castelli (Teramo), con una strategia che per gli inquirenti è chiara, sarebbe stata favorita per l’aggiudicazione del lavoro, giungendo poi terza.

VERSO NUOVI INDAGATI

La procura della Repubblica dell'Aquila chiuderà a breve le indagini sull'appalto di ricostruzione post-terremoto di palazzo Centi, sede della Giunta regionale in pieno centro storico dell’Aquila, uno degli 11 filoni della maxi inchiesta con 33 indagati sulle gare pubbliche gestite dalla Regione.

Secondo quanto appreso da fonti forensi, potrebbe allargarsi la cerchia degli indagati, finora ferma a 11.

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