BARISCIANO – Imposte di bollo e costo dei bonifici che vengono effettuati per accreditare i contributi per la ricostruzione post terremoto, addebitati ai cittadini. La denuncia arriva da Walter Salvatore, presidente della Onlus Crogiuolo di Barisciano (L'Aquila).
“Il legislatore – spiega – ha deciso da tempo l'obbligatorietà dell'apertura di conti bancari vincolati per la gestione dei contributi concessi ai beneficiari per la ricostruzione post-sisma”.
“Lo stesso ha determinato in modo chiaro che il contributo che i Comuni versano su questi conti può essere utilizzato solo ed esclusivamente per il pagamento delle fatture relative alla ricostruzione e che su questi nessuno può inzupparci il biscotto con balzelli, bolli o trarne profitto maturando interessi”.
“Rarissimo caso in cui il legislatore ha saputo esprimersi con chiarezza senza dare adito a dubbi interpretativi”.
“A scombinare il ben fatto – accusa Di Salvatore – ci pensa però l'ottusità degli amministratori di turno che invece si sentono autorizzati ad addebitare sui conti vincolati dei beneficiari il costo dei bonifici con i quali i loro Comuni provvedono a versare gli stati d'avanzamento”.
“Ed è così che ancora oggi, nonostante la questione sia stata da tempo chiarita dai vari istituti di credito e dagli uffici preposti, diversi Comuni continuano imperterriti ed impuniti a disporre con determina di bonificare 100 ma sul conto ne versano 99 (100 meno il costo del bonifico fatto dal Comune) e con questi 99 si dovrebbe riuscire a saldare fatture per 100, così come impone la norma e la stessa determina comunale”.
“Pochi euro alla volta – aggiunge – che sbilanciano le contabilità dei consorzi obbligatori e che, moltiplicati per quanti mandati di pagamento sono stati fatti, vengono effettuati e saranno disposti in futuro, sommano una cifra considerevole tale da rappresentare un illecito arricchimento per le amministrazioni comunali e/o per gli istituti di credito a cui le stesse si appoggiano ed una conclamata appropriazione indebita”.
“Con tutto il rispetto dovuto al legislatore ed alle sue chiare prescrizioni è indubbiamente antipatico che, a sollevare la questione e a spiegare a questi Comuni che non gli è consentito inzuppare il biscotto sui fondi per la ricostruzione, debbano essere i cittadini terremotati o i loro procuratori”, conclude Di Salvatore.
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