SINDACI A CONFRONTO, MACCHINA 'OLIATA' MA GOVERNO ASSENTE

RICOSTRUZIONE: IL CRATERE CHE SOFFRE CANTIERI A SINGHIOZZO E SENZA SOLDI

di Filippo Tronca

21 Ottobre 2014 08:29

L'Aquila -

L'AQUILA – Manca il grosso della ricostruzione, la parte più consistente. 

L’incontro di ieri promosso dai sindaci del cratere sismico con i parlamentari abruzzesi all’Ufficio speciale ricostruzione dei Comuni del ‘cratere sismico’ a Fossa (L’Aquila), non ha avuto grande successo, visto che sono stati solo tre gli onorevoli presenti di persona.

È stata però l’occasione per l’Ufficio speciale per la Ricostruzione dell’Aquila (Usra), per fornire i dati aggiornati all’ottobre del 2014 della ricostruzione dei 55 comuni terremotati.

Lo scenario che emerge è che la ricostruzione è stata avviata, che non poco è stato finora fatto, ma che moltissimo deve essere fatto.

Manca, cioè, il grosso. 

La concessione dei contributi, come spiegato Paolo Esposito, direttore dell’Usrc, è aumentata di fino a quasi 50 milioni di euro al mese, e dai dati del monitoraggio al 31 agosto 2014, risultano impegnati complessivamente 557 milioni pari ai 598 stanziati per la ricostruzione privata, di cui sono stati trasferiti 500 milioni”.
 
Il problema è però che “solo 41 milioni sono ancora impegnabili dai Comuni che hanno rimanenze residue da utilizzare nelle prossime settimane, di contro risultano ad oggi 19 Comuni che hanno impegnato interamente i loro fondi assegnati, ma che hanno ulteriori esigenze di copertura di 80 milioni di euro”.

Da qui un’evidenza: oramai la macchina che approva i progetti è rodata e a regime, e si potrebbero aprire cantieri anche per 50 milioni di euro al mese. 

Il governo dovrebbe però garantire almeno 500 milioni di euro l’anno, per completare la ricostruzione quantificata a larghe spanne in 3,5 miliardi euro, nei prossimi 7 anni.





La seconda è che se non saranno messi soldi da subito spendibili nella legge di stabilità, la ricostruzione si fermerà inesorabilmente. E allora potrebbe essere troppo tardi poi per riportare la vita e le opere in tanti  paesi dell'Abruzzo interno che oltre agli effetti di un terremoto subiscono, e non da oggi, il dramma dello spopolamento e della marginalità economica.

LA RICOSTRUZIONE DEGLI EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI

La ricostruzione post-sismica dei paesi riguarda in buona parte i centri storici, in alcuni casi quasi completamente devastati dal terremoto del 6 aprile 2009, spesso di grande pregio storico e architettonico. Premessa per poter finalmente poter intervenire è l’approvazione del Piani di ricostruzione. 

Questa è la situazione ad oggi: dei 55 Comuni del cratere, 35 Comuni hanno adottato il Piano di ricostruzione, e ottenuto il nulla osta da parte dell’Ufficio speciale.

Il Piano adottato lo hanno 13 Comuni, e sono in attesa di nulla osta, 7 i Comuni rimasti indietro e che hanno il Piano di ricostruzione predisposto ma non ancora adottato. 

Sono I Comuni di Cagnano Amiterno e Montereale in Provincia dell’Aquila, Colledara, Montorio al Vomano, Fano Adriano, Pietracamela e Tossicia in provincia di Teramo.

Fuori dai centri storici o in parte di essi non interessati dai Piani, e dove la ricostruzione è in molti, troppi casi,congelata, comunque i lavori sono cominciati. Per quanto riguarda gli edifici privati i cantieri aperti sono 771, 3.545,  abitazioni sono tornate agibili, di cui 1.764 abitazioni principali e 1.781 seconde case.

Per la ricostruzione degli edifici pubblici, finanziati dalla delibera Cipe 135 del 2012, per i Comuni del cratere sono stati già impegnati 126,5 milioni di euro.

Di essi 79 milioni per cassa e trasferiti ai Comuni in base alle necessità. Corrispondenti, nel triennio, a 150 progetti.





Questa è la situazione aggiornata: 52 progetti per 27 milioni di euro sono in fase di progettazione esecutiva. 65 interventi pari a 36,7 milioni di euro in fase di programmazione, 42 bandi avviati, per 13 milioni di euro.

Con le prime risorse messe a disposizione nei primi mesi del 2013 sono 22 i progetti quasi conclusi. In 9 cantieri i lavori sono ultimati e manca solo il collaudo, in 13 cantieri la lavorazione è in fase avanzata.

IL PIANO SCUOLE

Il “Piano scuole d’Abruzzo, il futuro in sicurezza”, avviato nel 2011 dall’ex commissario alla Ricostruzione e presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha spalmato i fondi del post-sisma per intervenire in 150 edifici scolastici in 96 Comuni di tutte e quattro le province abruzzesi, frequentate da oltre 30 mila studenti, ritenute insicure in caso di sisma e bisognose di interventi di consolidamento, o in casi estremi di una sostituzione edilizia. 

Di questi, solo 27 sono gli interventi nelle scuole di Comuni del cratere sismico. L’ufficio speciale della Ricostruzione sta procedendo ad avviare 146 interventi per oltre 136 milioni di euro.

E ad oggi sono stati approvati interventi per oltre 30 milioni di euro. Conclusi i lavori nelle scuole dei Comuni di Corropoli (Teramo) , Goriano Sicoli (L’Aquila), Caslincontrada e Sant’Eusanio (Chieti).

Sono in corso lavori in 25 cantieri per un ammontare di 25 milioni di euro. Per altre 41 scuole si è in fase di progettazione e la somma prevista è di quasi 59 milioni.

I COMUNI FUORI CRATERE

Per quanto riguarda i 90 comuni non ricompresa nel cratere, ma che comunque hanno riportato danni a seguito del sisma del 2009, il fabbisogno monitorato dall’Usrc è di 178 milioni di euro. E ci sono 600 pratiche depositate per 150 milioni. La disponibilità finanziaria accordata dalle varie delibere Cipe che si sono susseguite è però di 123 milioni di euro fino al 2019. Finora sono stati assegnati 42 milioni di euro.

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