RICOSTRUZIONE HI-TECH, DA COLLEMAGGIO A RETTORATO, ‘LABORATORIO SOSTENIBILE’

di Filippo Tronca

19 Ottobre 2014 10:35

L'Aquila -

L'AQUILA – “La ricostruzione della basilica di Collemaggio sarà un laboratorio in cui applicare le più avanzate tecnologie sostenibili, che siamo pronti a estendere anche a palazzo Carli, la sede storica dell’Università”.

Ad affermarlo è Paolo Tella, delegato per L’Aquila del Polo di Innovazione dell’edilizia sostenibile, che aggrega già 70 soggetti tra cui imprese, università, centri di ricerca regionali e nazionali nel segno della qualità e l’innovazione dei prodotti e dei processi nel settore edile abruzzese.

Il riferimento di Tella è alle innovative tecnologie che il dipartimento di Ingegneria dell'Ateneo aquilano ha applicato nel cantiere della basilica di Collemaggio, splendida testimonianza dell’architettura romanica in Abruzzo, luogo spirituale consacrato a Celestino V, devastata dal terremoto del 6 aprile 2009 che sarà ricostruita dall’Eni con un impegno di 12 milioni di euro.

I lavori partiranno a inizio 2015. Due gli interventi in particolare: uno già effettuato, un altro a venire.

Il primo ha riguardato la tecnica diagnostica messa in opera per valutare il comportamento del complesso in caso di nuovo sisma, utilizzando sonde che sono scese a 270 metri di profondità.

I lavori sono stati già svolti dall’Unità operativa del dipartimento di Ingegneria civile, edile-architettura ed ambientale dell’Università dell’Aquila (Diceaa) sotto il coordinamento scientifico del direttore di dipartimento, il professore e ingegnere Dante Galeota e da parte del gruppo del professor Gianfranco Totani.





In questo modo è stato ricavato una curva di analisi di risposta simica locale dettagliatissima, cosa molto rara, visto che di solito i sondaggi si effettuano non oltre i 30 metri di profondità, ma che per edifici preziosi come Collemaggio sono stati ritenuti più che opportuni.

Non è un caso che questo innovativo intervento è stato oggetto di studio e grande apprezzamento in numerose università, in particolare negli Stati Uniti.

La dimostrazione che l’innovazione applicata alla ricostruzione post-sismica può creare un prezioso know how di cui far tesoro per i decenni a venire.

Lo stesso dicasi per il progetto che prevede la realizzazione di uno scambiatore termico attraverso un pozzo geotermico al fine di ricavare il calore naturale imprigionato nel sottosuolo. Con un clamoroso risparmio in bolletta.

Un progetto a cura del Dipartimento del Politecnico di Milano  ABC (Architecture, built Environment and construction engineering) le cui unità operative sono sotto il coordinamento scientifico del professor Stefano Della Torre.

Sono questi solo due esempi della rendersi concreto del progetto “Ripartire da Collemaggio”, formalizzato attraverso la convenzione tra Eni servizi e Comune dell’Aquila, prevede la partecipazione di varie unità operative delle Università di Milano (Politecnico), di Roma (La Sapienza) e dell’Aquila (Diceaa).





E prevede come centrale non solo il restauro conservativo della Basilica, ma anche il valore aggiunto della sostenibilità ambientale e dell’applicazione delle migliori e innovative tecnologie.

“La sinergia tra Polo e Università – commenta ancora Tella – sta crescendo e si consolida, proprio grazie alla ricostruzione post-sismica che impone nuove e lungimiranti soluzioni”.

Prossimo e imminente laboratorio potrebbe essere dunque proprio palazzo Carli, sede cinquecentesca del rettorato dell'Università dell'Aquila, devastato dal sisma del 2009, nel cuore del centro storico.

Anche qui si sperimenteranno e applicheranno tecnologie poco invasive e all'avanguardia, che non stravolgendo l'impianto edilizio di un palazzo in muratura e per di più vincolato dalla Soprintendenza, riusciranno a garantire la sicurezza simica e il massimo risparmio energetico.

 

 

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