RICOSTRUZIONE EMICICLO: SENTENZA TAR SOSPESA, ORA I LAVORI POSSONO PARTIRE

17 Luglio 2015 13:58

L'Aquila -

L’AQUILA – Potranno essere aggiudicati una volta per sempre già domani mattina i lavori di ricostruzione post-sisma di palazzo dell’Emiciclo, sede del Consiglio regionale, commessa del valore di 14 milioni di euro che, tra riconteggi e ricorsi, ha già cambiato più di una volta la ditta aggiudicataria, allungando di 2 mila giorni i tempi di avvio del cantiere.

“Considerato che, nella comparazione degli opposti interessi, appare prevalente, allo stato, l’interesse pubblico alla prosecuzione dei lavori”, con una ordinanza pronunciata nell’udienza di ieri il Consiglio di Stato ha infatti sospeso la sentenza del Tar che, lo scorso 26 marzo, aveva accolto il ricorso del raggruppamento di imprese composto dalla romana Sac e dall’aquilana Iannini, annullando l’iniziale aggiudicazione dei lavori alla ditta aquilana Rosa Edilizia (in associazione temporanea con Ricci Guido Srl ed Elettroidraulica Silvi Srl) e disponendo l’inefficacia del contratto che, peraltro, ancora non era stato stipulato proprio per il contenzioso in atto.

Con la decisione dei giudici amministrativi di secondo grado di sospendere la sentenza dei loro colleghi, l’aggiudicazione a Rosa torna valida e i lavori potranno cominciare, mentre Sac-Iannini sono da considerarsi estromessi, ma si tratta di un effetto temporaneo in attesa che il Consiglio di Stato discuta nel merito la vicenda complessiva.

L’udienza è stata fissata il prossimo 16 dicembre e sarà quella la data, da segnare sul calendario con il circoletto rosso, dell’aggiudicazione dei lavori definitiva e non più appellabile, neanche per Cassazione secondo quanto appreso da fonti del Consiglio regionale.





Se a vincere sarà Rosa, come viene ritenuto probabile, tutto proseguirà normalmente. In caso contrario, piuttosto che un nuovo ribaltone, Iannini potrebbe vedersi riconosciuto un risarcimento del 10% della commessa, 1,4 milioni, per il mancato guadagno.

L’ordinanza è stata emessa dai giudici amministrativi Luigi Maruotti (presidente), Paolo Giovanni, Nicolò Lotti, Antonio Amicuzzi, Luigi Massimiliano Tarantino (consiglieri) e Sabato Guadagno (estensore). Alberto Orsini

IL RICORSO AL TAR

Il verdetto del Tar a fine marzo ha rovesciato quanto avvenuto nei mesi successivi alla gara: Sac e Iannini, inizialmente aggiudicatarie dell’appalto, erano state poi escluse a seguito di un riconteggio dei punteggi di gara richiesto dall’originaria seconda classificata, appunto Rosa Edilizia, che era stata premiata, scavalcando i ricorrenti in classifica e acquisendo la commessa. Con la decisione della magistratura amministrativa, ora sospesa, la situazione era tornata quella di partenza.

IIl Tar che ha ritenuto l’offerta di Rosa e gli altri “parziale e incompleta” a causa della “inattendibilità delle dichiarazioni”, in particolare contestando che la somma delle quote percentuali di partecipazione dei tecnici che avrebbero stilato l’opera per Rosa sforasse il 100%, arrivando al 120%.

I legali hanno contestato che si tratta di un semplice errore materiale, ma il Tar ha detto no: a luglio questa peculiarità verrà discussa dal Consiglio di Stato, contando sul fatto che in altre pagine dei documenti di gara, sempre da quanto appreso, la somma sarebbe indicata e ripartita correttamente nel 100%.





I tecnici citati sono Ingenium s.r.l. 45%; ing. Giacomo Di Marco 20%; arch. Lucio Zazzara 15%; ing. Antonello Bottone 15%; geom. Gabriele Mantini 10%; ing. Walter Cecchini 5%; rest. Jenny Rollo 5%; geol. Gaudenzio Leonardis 5%, la cui somma dà il risultato di 120%.

A essere contestate, sulla scorta del ricorso, anche le attestazioni Soa, emesse dalle società organismi di attestazione (appunto Soa) che certificano, per conto dello Stato, le imprese che hanno le carte in regola per partecipare agli appalti pubblici in base alle norme vigenti: in assenza di certificato, non si può puntare a realizzare alcuna opera pubblica.

Altro punto su cui sentenziare nell'ultima e decisiva discussione dell'organo di secondo grado della giustizia amministrativa, il singolare addentrarsi del Tar in questioni tecniche all’interno del dispositivo di sentenza, citando nozioni specialistiche di ingegneria.

Sul ricorso nei mesi scorsi si è creato forte imbarazzo nel mondo dei costruttori, a dispetto di quanto affermato dal presidente provinciale, Gianni Frattale, perché l’imprenditore del capoluogo Eliseo Iannini è nel direttivo Ance così come il suo avversario Walter Rosa e, almeno in principio, sembrava che avrebbe lasciato sola la Sac sulla strada del ricorso.

Ma alla fine, oltre che dall’amministratore delegato di Sac, Emiliano Cerasi, l’istanza ai giudici amministrativi è risultata firmata anche dal legale rappresentante della Iannini Costruzioni, Roberto Ceccoli.

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