MANCANO L'ULTIMA UDIENZA IN CONSIGLIO DI STATO E IL PROGETTO DEFINITIVO

RICOSTRUZIONE EMICICLO: CONTRATTO FIRMATO, MA ODISSEA NON ANCORA FINITA

di Alberto Orsini

29 Novembre 2015 10:30

L'Aquila -

L’AQUILA – Firmato il contratto per i lavori di ricostruzione di palazzo dell’Emiciclo dell’Aquila, sede del Consiglio regionale: un altro decisivo passaggio per un’opera da 14 milioni di euro che ha già cambiato più di una volta la ditta aggiudicataria, allungando i tempi di 2 mila giorni persi.

L’uscita dal tunnel di uno degli appalti pubblici più tormentati del post-sisma del 6 aprile 2009 sembra vicina, ma non sono ancora finiti gli scogli giudiziari prima che si possa aprire un cantiere che fonti interne all’amministrazione ipotizzano attivo in pieno inverno.

Il prossimo 16 dicembre, infatti, ci sarà l’udienza di merito del Consiglio di Stato, organo di secondo grado della giustizia amministrativa, che, a luglio, attraverso una propria ordinanza aveva portato sostanzialmente allo sblocco dei lavori.





I giudici in estate hanno infatti sospeso l’accoglimento del marzo precedente del ricorso al Tar del raggruppamento di imprese composto dalla romana Sac e dall’aquilana Iannini che aveva portato all’annullamento dell’iniziale aggiudicazione dei lavori alla ditta aquilana Rosa Edilizia (in associazione temporanea con Ricci Guido Srl ed Elettroidraulica Silvi Srl).

Da allora, sebbene nel merito il caso dovesse essere ancora discusso a metà dicembre, gli uffici dell’Emiciclo hanno portato avanti l’iter, ora approdato ai contratti, come se l’ok fosse già definitivo: questo in virtù di quanto consigliato, anzi imposto, dal Consiglio di Stato stesso.

Il collegio, infatti, ha “considerato che, nella comparazione degli opposti interessi, appare prevalente, allo stato, l’interesse pubblico alla prosecuzione dei lavori”, e quindi se l’amministrazione regionale non avesse immediatamente attivato l’iter in teoria sarebbe potuta andare in contro a problemi e nuovi contenziosi.

La decisione del 16 dicembre non sarà più appellabile neanche per Cassazione, sempre secondo quanto appreso da fonti del Consiglio regionale.





Se a vincere sarà Rosa, come viene ritenuto estremamente probabile, tutto proseguirà normalmente. In caso contrario, piuttosto che un nuovo ribaltone nell’assegnazione dei lavori, Iannini e le altre imprese associate potrebbero vedersi riconosciuto un risarcimento del 10% della commessa, 1,4 milioni, per il mancato guadagno.

L'avvenuta firma del contratto in questi giorni, peraltro, non conclude la procedura burocratica che necessita ancora di un ultimo e decisivo passaggio: l’autorizzazione del Genio civile e della soprintendenza al progetto esecutivo.

Solo a quel punto, l’odissea sarà definitivamente finita e i lavori potranno partire.

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