RICOSTRUZIONE: DI STEFANO, ”BENE I 250 MILIONI MA PER 2015 LOTTA ALL’UE”

di Alberto Orsini

13 Settembre 2014 17:40

L'Aquila -

L’AQUILA – “I nuovi 250 milioni di euro per la ricostruzione? A dire il vero me ne aspettavo anche di più dai miei colloqui con Legnini, comunque è una notizia ovviamente positiva perché eravamo rimasti senza soldi”.

Così l’assessore comunale dell’Aquila alla Ricostruzione Pietro Di Stefano commenta ad AbruzzoWeb il nuovo stanziamento di fondi inserito dal governo nel decreto “sblocca Italia”, anticipato da questo giornale.

“Sono fondi che riguardano tutto il cratere e non fanno distinzioni tra L’Aquila e gli altri Comuni, comunque sembrerebbero riguardare solo la ricostruzione privata visto che nel testo si parla di contributi”, afferma.

La somma andrà ripartita tra il capoluogo di Regione e alcuni degli altri 56 comuni.





“Ora vedremo quanto arriverà per L’Aquila – prosegue Di Stefano – faremo un confronto con il funzionario di palazzo Chigi Aldo Mancurti, alcuni Comuni tirano con i progetti, altri stanno fermi. Credo che non staremo sotto i 150 milioni sull’Aquila, sono 100 in meno di quelli che avevamo chiesto, vedremo se potremo salire un po’.

Di Stefano non ravvisa problemi sull’erogazione a causa del fatto che nel testo del decreto la somma venga stanziata per competenza, ma non ancora per cassa.

“Vanno sulle economie del 2014, la cassa dovrebbe fare fronte su quelle somme anche se non ci metto la mano sul fuoco – chiarisce – Attenderemo una conferma, ma alla competenza deve seguire la cassa”.

Di Stefano ritiene in tal senso che “probabilmente è stata indicata solo la competenza perché non c’è la nuova voce ma la cassa si fonderà su voci precedenti”.

L’assessore, che aveva parlato di soldi finiti a brevissimo se non fossero sopraggiunte novità, è ora più tranquillo, anche se la caccia a nuovi stanziamenti è sempre aperta.





“Potremo arrivare quasi fino alla fine dell’anno, ma resta aperto il fronte del 2015 – ammonisce – C’è una discussione in corso sulla nuova legge finanziaria, ma dal prossimo anno cambierà la struttura dei bilanci degli enti locali e dovremo rivedere tutto. Ecco perché nella nuova legge sulle regole della ricostruzione abbiamo richiesto di far transitare i fondi su una contabilità speciale per uscire dalle trappole del bilancio”.

E poi c’è il grande tema della richiesta all’Europa di poter superare il vincolo al 3% del rapporto deficit/Pil negli investimenti sulla ricostruzione così da consentire a uno Stato membro come l’Italia di ricostruire indebitando le casse statali senza paletti.

“Questi 250 milioni sono un sacrificio per il governo e gli italiani eppure per noi è come se fossero una goccia nel mare. Per questo serve una strategia diversa”.

La ricostruzione passa per lo scontro politico con l’Europa. “Il commissario agli Affari economici Jyrki Katainen ha detto al premier Matteo Renzi che se hai la ricetta del medico ma poi non prendi la medicina, non aiuta, ma vorrei dirgli che qui c’è stato un terremoto e la medicina è diventata cicuta. Ci vorrà un’azione sul presidente del gruppo del Partito socialista europeo, Gianni Pittella. Inutile che i burocrati ci aspettino al varco per dire che le nostre strategie non si possono realizzare”, conclude.

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