RICOSTRUZIONE: CIALENTE, ”IL NOSTRO PIANO FATTO PRESTO E BENE”

di Alberto Orsini

27 Gennaio 2012 13:17

L'Aquila -

L’AQUILA – “Altro che ritardi, riteniamo di aver bruciato i tempi, in proporzione agli altri abbiamo lavorato in tempi rapidissimi, mi aspetto una lettera di encomio da parte del commissario”.

Ha risposto subito alle domande calde, “quelle che mi ha già fatto prima di tutti mia moglie”, e ha rilanciato, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, presentando assieme all’assessore Pietro Di Stefano il nuovo piano di ricostruzione da 5 miliardi di euro del suo comune, anticipato ieri nei suoi contenuti salienti da AbruzzoWeb.

Da mesi sono due i tormentoni quando si parla dell’Aquila e del piano, il ritardo sulla redazione e la non troppa voglia di farlo dell’amministrazione, ma il primo cittadino li ha confutati entrambi.

“Questo è un lavoro immenso – ha spiegato Cialente – perché noi oggi non presentiamo un solo piano di ricostruzione, ma 50 piani: quello per L’Aquila e quelli delle nostre 49 frazioni: 403 ettari di centro storico perimetrato”.

Quanto all’altra obiezione, “devo essere onesto, non abbiamo mai detto di non voler fare il piano di ricostruzione. Saremmo stati folli o schizofrenici – ha proseguito il sindaco – se mentre affermavamo questo lavoravamo a farlo con una fatica enorme che dedurrete dalle carte”.

“Inoltre – ha aggiunto, confermando una versione che girava da tempo – l’espressione ‘piani di ricostruzione’ è inserita nella legge 77 (quella di conversione del ‘decreto Abruzzo’, ndr) durante il passaggio al Senato ed è stata concordata con me quando il governo si rese conto che non c’era alcun ruolo nella ricostruzione per i sindaci”.

Una beffa per il Comune è che l’ultima ordinanza di palazzo Chigi, la 3996, abbia sbloccato i “piani stralcio”, quelli per una parte del centro o dei paesi, su cui il Comune preme da tempo, proprio quando era pronto il malsopportato piano complessivo che fino a poco tempo fa era requisito unico e indispensabile.

“Un punto – ha ricordato l’assessore Di Stefano – stava a cuore a noi e a tutti, iniziare a recuperare le abitazioni e farlo nel più breve tempo possibile, prima che l’azione del clima producesse ulteriore degrado: un atto di sensatezza”.

“ Se l’ordinanza sui piani stralcio fosse uscita nel 2010, da quando la chiedevamo – ha aggiunto – dal decreto 3 di Chiodi al primo intervento sono passati appena sette mesi, ed è stato fatto tutto quello che era richiesto. A un certo punto è diventata anche una sfida. Si vuole il piano completo? Benissimo. Tanto ci stavamo già lavorando”.

L’ITER DEL PIANO





Secondo le tappe enunciate da Di Stefano, già giovedì 2 febbraio il piano sarà al vaglio della seconda commissione consiliare (Territorio), poi presentato brevemente alle dieci circoscrizioni, quindi il passaggio in Consiglio comunale.

Seguiranno le consultazioni previste dal nuovo regolamento sulla partecipazione, con 15 giorni per fare osservazioni dopo la pubblicazione. Un altro passaggio in Consiglio suggellerà approvazione definitiva.

Stimolato dai cronisti sulla possibilità di avere un piano esecutivo prima dell’estate, Di Stefano ha risposto “Credo di sì, anche se abbiamo le elezioni, un intermezzo da considerare. Una buona parte di operatività, comunque, il piano la prende con l’adozione”.

Ancora prima dell’intesa con la struttura commissariale, secondo Di Stefano “la semplice approvazione del piano potrà consentire la presentazione dei progetti, almeno di quelli che non vanno in variante di Prg”.

L’intesa, infatti, “dovrebbe essere stipulata in mezzo tra l’approvazion e l’adozione, dice il decreto 3, però, secondo una recente nota della struttura tecnica di missione, ora l’intesa sta a valle di tutto”.

L’ALLARME SULLA FILIERA

Nonostante la soddisfazione di aver varato il piano, il Comune resta perplesso per il futuro.

“C’è grande preoccupazione – ha detto Cialente – perché i progetti che verranno in base al piano, in questo momento, ve lo giuro, non si sa quale destino avranno da un punto di vista dell’iter successivo. La struttura commissariale ha sottoscritto un atto con il quale entro il 30 aprile la filiera tecnica finisce”.

Pertanto, “resteranno sospesi 1.400 progetti e richieste di finanziamento della periferia e di tutto il centro storico. E nessuno ci sta dando risposta alle nostre proposte”, ha sbottato il primo cittadino.

“È come se fosse scoppiato un incendio – ha concluso con una metafora – e nessuno si preoccupa di spegnerlo. Ogni ora che passa ci avviciniamo sempre più a un blocco che non si potrà risolvere negli ultimi 15 giorni”.





”SERVE UNA NUOVA FILIERA, SCRIVERO’ A MONTI”

Una nuova filiera tecnica per la ricostruzione dell’Aquila in sostituzione di quella che chiuderà i battenti entro il 30 aprile.

La chiederà il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, in un nuovo messaggio scritto al premier Mario Monti.

“C’è la necessità, e ormai siamo in ‘zona Cesarini’ – ha detto oggi, a margine della conferenza stampa di presentazione del piano di ricostruzione – di creare una struttura alternativa. Esprimo preoccupazione che sarà oggetto di un nuovo intervento con il presidente del Consiglio Monti che, ormai, credo possa essere l’unico interlocutore”.

Sul tenore del messaggio che invierà a palazzo Chigi, Cialente ha spiegato che “stiamo preparando una serie di riflessioni e di allarmi, questo è il più grande”.

”L’AQUILA SIA PRIORITARIA SUGLI ALTRI 57 COMUNI”

“La ripresa del capoluogo è prioritaria rispetto al resto del ‘cratere’. Noi lo diciamo al commissario ma a oggi non è scritto da nessuna parte”.

Lo ha affermato l’assessore alla Ricostruzione del Comune dell’Aquila Pietro Di Stefano, a margine della conferenza stampa di oggi di presentazione del piano di ricostruzione.

Una dichiarazione che farà scalpore, perché destinata a riaprire la querelle tra il capoluogo e gli altri 57 comuni del “cratere”, molti dei quali, circa una ventina, hanno già presentato il piano di ricostruzione prima del capoluogo e attendono risorse proprio come L’Aquila.

E Di Stefano lo sa: “Se dobbiamo passare per quelli che fanno polemica, pazienza – ha affermato – L’Aquila deve avere la priorità, chiederemo che sia scritto da qualche parte”.

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