LA GUIDA USRA VALE 600 MILA EURO, OSTACOLI PER IL PRO TEMPORE PIROZZOLO

RICOSTRUZIONE, ASPIRANTI EREDI DI AIELLI IL FAVORITO VIENE DALL’UMBRIA, I NOMI

di Alberto Orsini

16 Dicembre 2014 08:32

L'Aquila -

L’AQUILA – Ci sono molti nomi noti, e da quanto appreso un grande favorito che viene dall’Umbria, l’ingegnere Giampaolo Ceci, tra i 28 partecipanti al bando per la scelta del nuovo titolare dell’ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila (Usra).

Si tratta del super manager da 200 mila euro all’anno per 3 anni che prenderà il posto di Paolo Aielli, che dopo 2 anni ha lasciato il capoluogo terremotato per assumere la direzione dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, lasciando la struttura in un mare di guai.

Dopo mesi di impasse, al suo posto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha nominato ad interim il segretario generale del Comune, Carlo Pirozzolo, che ha assunto il ruolo, non previsto dalla legge che crea l’Usra, la cosiddetta legge Barca, con qualche problemino.

A oggi, paradossalmente, può firmare pratiche milionarie di ricostruzione, ma non il pagamento delle bollette della sede, perché Bankitalia non riconosce la sua sigla.

E proprio Pirozzolo, 63 anni, è uno dei candidati che si comincerà a selezionare sulla base dei curriculum prima, riducendo il novero a 20, e di colloqui poi, per arrivare alla scelta oramai nel 2015.





Il segretario è in buona compagnia, perché il ruolo, di responsabilità e ben compensato, attira eccome.

Ceci, di Palmanova (Udine) ma residente a Foligno, titolare di uno studio d’ingegneria, da 26 anni è direttore del Centro studi edili e consulente per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

È forte dell’esperienza nella ricostruzione post-terremoto dell’Umbria del 1997, tanto da aver presentato perfino una bozza di regolamento per la scelta dell’impresa esecutrice in appalti tra privati, uno dei problemi cardine di questa fase.

Sempre dall’Umbria arriva un’altra candidatura: quella di Andrea Del Monaco, 62, responsabile del settore Opere pubbliche, progettazione e grandi opere del Comune di Todi.

Tra gli altri nomi eccellenti di marca ‘locale’, invece, c’è quello dell’ex provveditore interregionale alle Opere pubbliche Donato Carlea, 61, denunciatore della “cricca” dei grandi eventi e del G8 che ha coinvolto anche l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Alla guida del provveditorato è stato sostituito nel settembre 2013 da Roberto Linetti, tra le polemiche di Cialente che è arrivato a scrivere perfino al presidente della Repubblica.

Ma c’è anche Alberto Cherubini, ingegnere romano, 67, già detentore di una doppia consulenza da 105 mila euro complessivi elargita proprio sotto Aielli, e in precedenza consulente delle difese al processo sul crollo della Casa dello studente nella notte del 6 aprile 2009.





Non mancano volti noti della macchina amministrativa degli enti pubblici locali: lo è, per esempio, Tiziano Amorosi, 48, direttore del dipartimento Sviluppo, lavoro e formazione della Provincia dell’Aquila.

Tutti questi e altri saranno valutati dalla commissione che a breve si insedierà con atto formale, composta da due esponenti della presidenza del Consiglio e da un presidente in rappresentanza del Comune, che sarà Aldo Mancurti, funzionario di palazzo Chigi da poco in pensione che per anni ha guidato la struttura di missione presso il dipartimento per lo Sviluppo delle economie territoriali (Diset).

Gli altri valutatori saranno Vinicio Zitelli, coordinatore della segreteria dello stesso Diset, e Teresa Giaquinto, del dipartimento delle Politiche per la famiglia della presidenza del Consiglio.

Saranno loro a operare una scelta che si auspica quanto mai veloce anche se nessuno spera che si riesca ad avere un nome prima dell’anno nuovo. Con buona pace del titolare pro tempore dell’ufficio Pirozzolo, che non può pagare bollette né stipendi tra le ire dell’amministrazione.

Tanto il sindaco Cialente quanto l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano fanno infatti presente che, se è vero che, da un lato, la legge Barca non prevede la figura ad interim ma solo il titolare, a sostegno dei dubbi della Banca d’Italia, dall’altra parte, di fronte all’ipotesi che la paralisi dell’ufficio crei un danno erariale, “deve prevalere la norma generale: un ufficio non può stare senza un capo”. Ma a palazzo Koch da quell’orecchio non ci sentono.

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