RICOSTRUZIONE: AMMINISTRATORI INQUISIBILI PER CORRUZIONE, UNA SVOLTA

11 Settembre 2014 14:18

L'Aquila - Video

L’AQUILA – Clamorosa svolta giudiziaria con conseguenze a catena imprevedibili nella ricostruzione privata dei condomini dell’Aquila danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009.

Per la prima volta, infatti, sulla base dell’inchiesta della procura della Repubblica del capoluogo, un giudice per le indagini preliminari ha considerato un amministratore come “incaricato di pubblico servizio” e, quindi, imputabile per corruzione, anche se le accuse dovranno essere dimostrate.

In particolare viene considerato tangente l’accordo scoperto tra l’amministratore e il rappresentante di una ditta che prometteva di versargli il 2% dell’importo complessivo dei lavori di riparazione in cambio dell’affidamento diretto.





Questo perché, con le regole attuali, gli amministratori di condominio sono onnipotenti e hanno poteri notevoli nell’indirizzare le assemblee sulla scelta delle imprese, ma anche dei tecnici. Un potere dietro il quale si cela il malaffare.

Una situazione che AbruzzoWeb denuncia fin dal maggio 2010, quando questo giornale aveva aperto da pochi giorni i battenti, ma che ha portato la testata a subire anche procedimenti giudiziari di amministratori che si sono sentiti offesi.

Oggi intercettazioni e indagini hanno tirato fuori il primo caso, con la novità giurisprudenziale che potrebbe suscitare un uragano.

Alla luce dell’interpretazione, che poggia su una sentenza precedente del Consiglio di Stato, qualsiasi condomino potrà rivalersi in giudizio sul proprio amministratore. Ovviamente con possibili conseguenze di blocco dei lavori e dilazione dei tempi.





Non è un caso che la svolta giudiziaria anticipi quella legislativa che da qualche tempo è in cantiere in vista della nuova legge sul funzionamento della ricostruzione.

Nella bozza in circolazione di cui AbruzzoWeb ha anticipato i contenuti, infatti, uno specifico articolo prevede esplicitamente quello che la magistratura ha dedotto dai fatti.

Gli amministratori riceveranno, infatti, la qualifica di “incaricato di pubblico servizio” ai sensi dell’articolo 358 del Codice penale, figure che hanno gli stessi obblighi di legge a carico del pubblico ufficiale, pur non avendo appieno i poteri di questi ultimi. (alb.or.)

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