LEGNINI AL PASSO D'ADDIO PRIMA DEL CSM: ''SIAMO A 1 MILIARDO PER IL 2014'' DI STEFANO: ''A L'AQUILA NE SERVONO DI PIU', PER IL 2015 LOTTA ALL'EUROPA''

RICOSTRUZIONE: 250 MILIONI AGGIUNTIVI DALLO SBLOCCA-ITALIA, MA MANCA CASSA

di Alberto Orsini

13 Settembre 2014 12:13

L'Aquila -

L’AQUILA – Arrivano fondi aggiuntivi per la ricostruzione, ma con l’inconveniente di non essere immediatamente disponibili, ma stanziati solo sulla carta.

È nel “decreto sblocca Italia” il biglietto da visita del premier Matteo Renzi che a questo punto potrà venire nelle zone terremotate forte di nuovi stanziamenti.

Il testo, infatti, incrementa di 250 milioni di euro la dotazione finanziaria per la ricostruzione per l’anno 2014, ma lo fa senza stanziare la cassa.

L’articolo 4, comma 8, prevede, appunto, un rifinanziamento di ulteriori 250 milioni per il 2014 per consentire l’emanazione, con copertura finanziaria, dei provvedimenti di approvazione dei progetti da parte degli uffici per la ricostruzione e, quindi, dei Comuni.

In particolare a essere rifinanziata con il malloppo da 250 milioni è la spesa autorizzata dall'articolo 7 bis comma 1 del decreto legge numero 43 del 26 aprile 2013, passato alla storia come “decreto emergenze”, e poi convertito nella legge numero 71 del 24 giugno 2013, questa nota come “leggina per L'Aquila”.

Tuttavia la norma parla solo di stanziamento di competenza e non, come detto, di cassa.

Tradotto in fatti concreti, questo sta a significare che i progetti potranno essere istruiti, approvati, e finanziati, perché i soldi “ci sono”, ma operativamente la cassa, cioè il denaro contante, non sarà garantito per questo ulteriore stanziamento, almeno fino al 31 dicembre di quest’anno.

L’effetto positivo è che, in sostanza, non si ferma l’attività degli uffici come paventato dagli amministratori locali aquilani, ma dall’altra parte l’effetto negativo è che l’apertura dei cantieri potrebbe subire un rallentamento, almeno per questa parte aggiuntiva di finanziamento.

L’assessore comunale alla Ricostruzione Pietro Di Stefano ha sempre detto che occorre un intervento per garantire la liquidità, magari reinsistendo per il famoso sistema di Cassa depositi e prestiti, e le norme, così come emanate per decreto dal governo Renzi, sembrano dargli ragione.

Certamente il cambio di ruolo di Giovanni Legnini, da sottosegretario all’Economia con delega specifica a componente e probabile vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, non aiuterà la ricerca di una soluzione per garantire nuova cassa per i 250 milioni stanziati solo giuridicamente per competenza.

A meno che Renzi, nella sua prossima visita all’Aquila, da tempo annunciata e rimandata finché non ci fossero novità concrete, come si vociferava negli ambienti del Partito democratico, non voglia portare la buona novella di aver trovato anche la cassa per quei 250 milioni per il 2014.





Più difficile che possa annunciare l’agognata soluzione per il “flusso costante e certo di risorse” da sempre rivendicato, come un mantra, dal Pd aquilano e dall’amministrazione comunale quando c’erano altri governi.

Gli investimenti indebitando le casse statali, gli unici che potrebbero garantire certezza nei tempi e nelle somme, fanno infatti a cazzotti con i paletti di austerity imposti dall’Unione europea, e la possibilità di sbloccarli passa solo da una possibile ma a oggi difficile lotta con le istituzioni comunitarie da parte del governo per un provvedimento che abbatta il vincolo del rapporto al 3% tra deficit e Pil in caso di spese di ricostruzione a seguito di calamità naturali.

LE REAZIONI

LEGNINI: ''CON QUESTI 250 MILIONI, 1 MILIARDO PER IL 2014″

“Nel testo definitivo del decreto Sblocca-Italia, su proposta del ministro dell’Economia, Padoan, è stata stanziata un’ulteriore somma di 250 milioni per la prosecuzione dell’emanazione dei provvedimenti di concessione dei contributi finalizzati alla ricostruzione in Abruzzo”.

Anche il sottosegretario uscente all’Economia con delega alla ricostruzione post-sisma dell’Aquila Giovanni Legnini conferma la notizia anticipata da AbruzzoWeb del nuovo stanziamento per competenza a cui manca, tuttavia, per ora, la cassa.

“La somma si aggiunge agli altri 270 milioni circa ancora disponibili e impegnabili nel 2014. In tal modo, con un importo di oltre 500 milioni, che si aggiunge ai 480 milioni già assegnati dal Cipe lo scorso mese di agosto, si arriva a una somma complessiva di 1 miliardo di euro per l’anno in corso – fa i conti Legnini – Un importo che consentirà di completare le esigenze dell’anno”.

“Si tratta di un ulteriore passo in avanti, cui dovranno seguire le decisioni finanziarie per gli anni futuri – prosegue – e l’approvazione della legge organica sulla ricostruzione il cui testo definitivo è stato trasmesso alla presidenza del Consiglio”.

Tali risorse si aggiungono a quelle per le infrastrutture, anch’esse contenute nel decreto Sblocca-Italia, per la Fondo-Valle Sangro e per il sistema idrico e di depurazione per circa 130 milioni di euro.

“È stato fatto un lavoro importante, insieme ai sindaci e a tutti gli attori della ricostruzione e sono state impostate  decisioni che potranno consentire di guardare al futuro della ricostruzione con fiducia”, aggiunge il sottosegretario all’Economia che sta per lasciare via XX settembre.

“Ringrazio il presidente del Consiglio, Renzi, il ministro Padoan, il sindaco dell’Aquila Cialente e tutti i sindaci del cratere, il presidente e il vice presidente della Regione, D’Alfonso e Lolli, i parlamentari e tutti i responsabili delle istituzioni e delle associazioni di categoria e sindacali che mi hanno assicurato continuo sostegno e collaborazione”, conclude in una sorta di sipario sul suo incarico legato a questo importante tema.

DI STEFANO: “BENE I FONDI MA PER IL 2015 LOTTA IN EUROPA''

“I nuovi 250 milioni di euro per la ricostruzione? A dire il vero me ne aspettavo anche di più dai miei colloqui con Legnini, comunque è una notizia ovviamente positiva perché eravamo rimasti senza soldi”.





Così l’assessore comunale dell’Aquila alla Ricostruzione Pietro Di Stefano commenta ad AbruzzoWeb il nuovo stanziamento di fondi inserito dal governo nel decreto “sblocca Italia”, anticipato da questo giornale.

“Sono fondi che riguardano tutto il cratere e non fanno distinzioni tra L’Aquila e gli altri Comuni, comunque sembrerebbero riguardare solo la ricostruzione privata visto che nel testo si parla di contributi”, afferma.

La somma andrà ripartita tra il capoluogo di Regione e alcuni degli altri 56 comuni.

“Ora vedremo quanto arriverà per L’Aquila – prosegue Di Stefano – faremo un confronto con il funzionario di palazzo Chigi Aldo Mancurti, alcuni Comuni tirano con i progetti, altri stanno fermi. Credo che non staremo sotto i 150 milioni sull’Aquila, sono 100 in meno di quelli che avevamo chiesto, vedremo se potremo salire un po’.

Di Stefano non ravvisa problemi sull’erogazione a causa del fatto che nel testo del decreto la somma venga stanziata per competenza, ma non ancora per cassa.

“Vanno sulle economie del 2014, la cassa dovrebbe fare fronte su quelle somme anche se non ci metto la mano sul fuoco – chiarisce – Attenderemo una conferma, ma alla competenza deve seguire la cassa”.

Di Stefano ritiene in tal senso che “probabilmente è stata indicata solo la competenza perché non c’è la nuova voce ma la cassa si fonderà su voci precedenti”.

L’assessore, che aveva parlato di soldi finiti a brevissimo se non fossero sopraggiunte novità, è ora più tranquillo, anche se la caccia a nuovi stanziamenti è sempre aperta.

“Potremo arrivare quasi fino alla fine dell’anno, ma resta aperto il fronte del 2015 – ammonisce – C’è una discussione in corso sulla nuova legge finanziaria, ma dal prossimo anno cambierà la struttura dei bilanci degli enti locali e dovremo rivedere tutto. Ecco perché nella nuova legge sulle regole della ricostruzione abbiamo richiesto di far transitare i fondi su una contabilità speciale per uscire dalle trappole del bilancio”.

E poi c’è il grande tema della richiesta all’Europa di poter superare il vincolo al 3% del rapporto deficit/Pil negli investimenti sulla ricostruzione così da consentire a uno Stato membro come l’Italia di ricostruire indebitando le casse statali senza paletti.

“Questi 250 milioni sono un sacrificio per il governo e gli italiani eppure per noi è come se fossero una goccia nel mare. Per questo serve una strategia diversa”.

La ricostruzione passa per lo scontro politico con l’Europa. “Il commissario agli Affari economici Jyrki Katainen ha detto al premier Matteo Renzi che se hai la ricetta del medico ma poi non prendi la medicina, non aiuta, ma vorrei dirgli che qui c’è stato un terremoto e la medicina è diventata cicuta. Ci vorrà un’azione sul presidente del gruppo del Partito socialista europeo, Gianni Pittella. Inutile che i burocrati ci aspettino al varco per dire che le nostre strategie non si possono realizzare”, conclude.

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