RICCATI A PRETI GAY: DOMICILIARI PER L’AQUILANO COINVOLTO

12 Agosto 2011 14:23

L'Aquila - Cronaca

ISERNIA – Il Gip di Isernia, Elena Quaranta, ha disposto i domiciliari per Diego Maria Caggiano, 35 anni di Tornimparte (L’Aquila), e Giuseppe Trementino, 30 anni di Bagnoli del Trigno (Isernia), arrestati per estorsione continuata e aggravata nei confronti di sacerdoti gay dell’Emilia Romagna, Lazio, Molise e Puglia.

Il Gip ha così accolto, dopo il secondo interrogatorio di garanzia, l’istanza presentata dagli avvocati difensori dei due indagati che lasceranno il carcere di Avezzano (L’Aquila) entro la prossima settimana per essere trasferiti nei paesi d’origine presso le abitazioni dei genitori. Caggiano e Trementino vivevano insieme a Bagnoli del Trigno e attraverso facebook adescavano sacerdoti gay per poi minacciarli di rendere pubblica la loro omosessualità se non avessero pagato.





L’indagine nelle battute iniziali era stata condotta dai Carabinieri di Lagonegro (Potenza) e coordinata dalla competente procura Lucana perché il primo tentativo di estorsione è avvenuto a Maratea (Potenza). Da qualche settimana il fascicolo è stato trasferito al Tribunale di Isernia perché l’estorsione è avvenuta nella provincia molisana. Il pagamento di 1500 euro è stato effettuato da uno dei sacerdoti minacciati attraverso poste pay.

TREMENTINO VOLEVA PRENDERE I VOTI

Giuseppe Trementino voleva prendere i voti.





La nuova indiscrezione che emerge in merito all’indagine sulle estorsioni ai preti gay non è stata smentita da uno degli avvocati di Trementino.

“Qualcuno – ha dichiarato all’Ansa l’avvocato Alessandra Rossi, del Foro di Isernia – aveva dato a Trementino false illusioni, facendogli vedere un mondo di ricchezza. Lui è un ragazzo di 30 anni che ha fatto sempre piccoli e onesti lavori, come del resto tutta la sua famiglia che doveva aiutarlo economicamente”.

L’avvocato Rossi ha definito “ingiusto descrivere Trementino, e anche Caggiano, come un mostro perché ha estorto soldi a un prete che per pagare ha dovuto attingere alle offerte dei fedeli. Questi sacerdoti tanto innocenti non sono – ha aggiunto l’avvocato – spero che il Vaticano si renderà conto e prenderà in esame il fatto che questi sacerdoti stanno a contatto con il pubblico. Questa non è una bella storia attendiamo di avere accesso agli atti per comprendere pienamente la situazione e chiarire meglio le varie posizioni”.
 

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