RICAMBI PER AUTOBUS A PREZZI MAGGIORATI, LA CORTE DEI CONTI CITA 21 DIPENDENTI TUA

di Marco Signori

17 Gennaio 2017 20:15

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Avrebbero acquistato pezzi di ricambio per gli autobus dell'Arpa (oggi Tua) da aziende diverse da quelle che li avrebbero dovuti fornire per contratto, finendo per spendere più del previsto.

Per questo motivo, la procura regionale dell'Abruzzo della Corte dei Conti ha citato in giudizio 21 tra responsabili di officina, capi tecnici e magazzinieri dell'Azienda regionale di trasporto pubblico, chiedendo loro il pagamento complessivo di 1,2 milioni di euro in favore della Spa oggi guidata da Luciano D'Amico.

La citazione del vice procuratore Roberto Leoni prende le mosse da un accertamento del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Chieti che, nel 2015, ha segnalato irregolarità negli acquisti e negli approvvigionamenti di materiali e pezzi di ricambio effettuati dal 2009 nelle officine incaricate della manutenzione degli autobus dell'azienda.





“Le forniture erano aggiudicate periodicamente con gare d'appalto semestrali o annuali e, a seconda dei ricambi da acquistare per le varie marche di autobus, erano suddivise in lotti”, si legge nell'atto di citazione. Eppure “dopo la firma dei contratti d'appalto, i ricambi, anche molto costosi, anziché essere acquistati dalla società aggiudicataria dell'appalto allo sconto previsto dal bando, venivano acquistati da un altro fornitore, ad uno sconto più basso di quello previsto dal bando”.

I finanzieri hanno ricostruito l'entità degli sconti applicati a ciascun acquisto dai rispettivi vincitori, e “ne è emerso che, diversamente da quanto previsto dai contratti in essere tra Arpa Spa e fornitori, gli acquisti dei ricambi sono stati fatti da un fornitore diverso (sempre aggiudicatario di gara) rispetto a quello che avrebbe dovuto fornire per contratto il ricambio, acquisto formalizzato con una percentuale di sconto inferiore rispetto a quella dell'aggiudicazione”.

Ciò è avvenuto, ricorda Leoni, “nonostante la direzione della società avesse comunicato a tutti i responsabili delle sedi territoriali i dati anagrafici dei fornitori, le principali condizioni previste per la fornitura e la percentuale di sconto da applicare al listino ufficiale”.

Secondo la magistratura contabile gli acquisti effettuati difformemente dal capitolato sul quale la gara era stata aggiudicata hanno determinato per la Tua una maggiore spesa pari a complessivi 1.300.342 euro tra il 2009 e il 2013.





Il “danno” maggiore si sarebbe avuto nella sede di Pescara con quasi 340 mila euro, seguita da quella di Teramo con 213 mila e Avezzano con 192 mila.

Le deduzioni presentate dai presunti responsabili del danno erariale, hanno fatto leva, tra le altre cose, su “l'ineccepibile comportamento in termini di efficienza, efficacia ed economicità sempre tenuto da ciascuno alle dipendenze della società trasportistica”, sulla necessità di “rivolgersi a ditte in grado di assicurare la repentinità d'approvvigionamento necessaria, senza alternative soluzioni sebbene a prezzi meno convenienti”, e hanno fatto osservare come “gli addebiti sono frutto di una valutazione puramente aritmetica senza tener conto delle obiettive difficoltà legate all'esecuzione dei contratti di appalto”.

I citati sono Franco Stomei, Lucio Fracassi, Marco Procacci, Vincenzo Tirimacco, Edoardo Chiulli, Massimo Paoli, Paolo Di Mascio, Egidio Felli, Antonio Cerasani, Pasquale Zarini, Carlo Doschi, Roberto Marinucci, Antonio Schiappa, Gianni Palma, Giuseppe Finocchietti, Michele Valentini, Fausto Di Matteo, Lorenza Massarotti, Giuseppe Rosini, Eduardo Di Rocco ed Ercole Di Luzio.

L'udienza è fissata per il 13 giugno prossimo.

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