RESTITUZIONE TASSE POST SISMA 2009: RAINALDI, ”BENE PROROGA GOVERNO, SE UE DIRA’ NO SARA’ GUERRA”

22 Giugno 2018 14:44

L'Aquila -

L'AQUILA – “L'analisi che ha fatto il Governo è corretta, è un buon risultato, ma se la Comunità europea non dovesse avallare le istanze presentate è chiaro che a questo punto é guerra con l'Europa”.

Questa posizione dell'imprenditore Ezio Rainaldi, delegato alla Ricostruzione della Confidustria L’Aquila, all’indomani dell’approvazione da parte della Commissione speciale atti urgenti del Senato di due provvedimenti legati al terremoto di nove anni fa nell’ambito della conversione in legge del decreto contenente misure per il sisma del Centro Italia.

Nel provvedimento il Governo si impegna “ad attivarsi con la massima urgenza, nell’avvio di nuove interlocuzioni e trattative con le Istituzioni europee e in particolare con la Commissione, al fine di riaprire le negoziazioni in merito alla procedura d’infrazione avviata e far applicare in modo coerente la normativa sul caso di specie riguardo la riduzione delle pretese fiscali e previdenziali in seguito all’emergenza sisma Abruzzo del 2009”.





Messo a punto poi un emendamento sulla dilazione di ulteriori due mesi per la produzione dei documenti da parte di imprese e professionisti, coinvolti nella restituzione integrale delle tasse ridotte e sospese dopo il sisma 2009, che per l’Unione europea si configurano come aiuti di stato non legittimi. Pretesa contro cui il territorio aquilano ha alzato le barricate, visto che  saranno 320 soggetti tra imprese e professionisti a dover restituire oltre 75 milioni di euro, con effetti devastanti per la già claudicante economia del cratere sismico 2009. In commissione Lega e M5S hanno poi proposto una proroga fino al 31 dicembre prossimo, di un’eventuale restituzione.

Misura che è stata ritenuta del tutto insufficiente dai parlamentari abruzzesi del Partito democratico Stefania Pezzopane e Luciano D’Alfonso, presidente della Regione, e anche dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, seppure con toni più sfumati. In primis perché “si rimanda il problema tirando a campare”, ha detto D'Alfonso e perchè non si affronta il nodo principale, ovvero la necessità di innalzare da 200 mila euro a 500 mila euro la soglia del “de minimis”, oltre cui scatta l’aiuto di stato, per far salve dalla restituzione buona parte delle aziende e professionisti.

Di parere diverso invece Rainaldi, che preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno.

“Alla luce dell'impostazione tecnica che gli è stata data – spiega l’imprenditore Rainaldi –  credo che sia una strada giusta, non è da buttare questa soluzione, la ritengo una strada positiva. Questo perché l'emendamento fatto in questo modo, se non accompagnato da una sospensiva, sarebbe potuto risultare inutile, alla luce del fatto che il commissario avrebbe potuto non applicarlo se non fosse stato avallato dalla Comunità europea”.





In questo modo, invece, ragiona Rainalidi, “il Governo si prende l'onere di andare a trattare con l'Europa, in questi due mesi, per far legittimare l'emendamento, che se non fosse stato fatto passare con un'interlocuzione della comunità sarebbe risultato vano. Oggi il Governo si trova nella posizione di far valere con l'Europa queste ed altre cose, che nei passati governi sono stati trattati male evidentemente”.

“È vero che l'innalzamento della soglia del de minimis sarebbe stato il risultato migliore, ma anche in quel caso senza la sospensiva sarebbe potuto cadere nel vuoto. Riaprire la trattativa con l'Europa, in un momento in cui il Governo italiano sta facendo del pugno duro con gli stati della comunità una vera e propria causa e portare in questo modo la questione delle tasse sul tavolo, è un caso emblematico, o è guerra all'Europa stessa, o il problema verrà risolto”, conclude Rainaldi.

 

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