REGIONE: POCHI SPICCI ALLA CULTURA, ”LASCIAMO CHIAVI TEATRI A D’ALFONSO”

di Filippo Tronca

30 Dicembre 2014 09:24

Regione - Cultura

L'AQUILA – Per le istituzioni culturali abruzzesi il bilancio regionale abruzzese suona come una messa da requiem. 

Alla voce “fondo unico regionale per la Cultura”, la cifra che si legge è infatti di appena 1 milione di euro. 

Una coperta a di poco stretta per le 25 istituzioni che se la dovranno spartire e che ora esprimono rabbia e annunciano gesti eclatanti, come ad esempio quello di consegnare al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, le chiavi di sedi, teatri e auditorium. 

Denunciando che dal 2008, quando a bilancio erano stati iscritti per le istituzioni culturali ben 12 milioni di euro, la musica continua a seguire un medesimo e infausto spartito: quello dei tagli indiscriminati.

I fondi regionali, questa poi la preoccupazione delle istituzioni culturali più grandi, sono la conditio sine qua non per ottenere anche i finanziamenti statali che coprono solo fino al 60 per cento e di cui si dovrà fare richiesta entro il 31 gennaio 2105. 





E anche per le altre associazioni, senza i contributi degli enti locali sarà difficile far quadrare i conti grazie agli sponsor privati e ai biglietti staccati, visto che anche qui lo Stato, a seguito della riforma di luglio che porta la firma del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, ci metterà una quota non superiore al 60 per cento del richiesto.

Ad evocare lo spettro della chiusura è tra gli altri Lucio Fumo, amministratore delegato e direttore artistico dell’Ente manifestazioni pescaresi, che organizza eventi del calibro di Pescara Jazz e Funambolika

“Un milione di euro – commenta Fumo – è obiettivamente una cifra irrisoria e priva di senso. Voglio sperare che si tratti solo di un tecnicismo contabile, necessario a chiudere il bilancio e che Regione in tempi stretti provveda a rimpinguare la posta. Altrimenti sarà impossibile andare avanti: per organizzare eventi Pescara Jazz non si può continuare a stringere la cinghia oltre i limiti del possibile, vanno comunque garantiti una qualità e uno spessore della proposta”.

Fumo sottolinea poi che “dai 200 mila euro che percepivamo anni fa siamo passati agli appena 75 mila del 2013, mentre nel 2014 siamo ancora in attesa del contributo. Per il 2015 poi la Regione dovrebbe stanziare almeno 60 mila euro, per avere altrettanto dallo Stato. E andrebbe capito che sono soldi molto ben spesi, perché con gli eventi che organizziamo creiamo un indotto di 400 mila euro l’anno a beneficio di alberghi, ristoranti, fornitori, e inoltre diamo lavoro a 12 dipendenti tra fissi e stagionali”.

Piange miseria e suona la carica anche il maestro Maurizio Cocciolito, presidente della Società della musica e del teatro “Primo Riccitelli” di Teramo, nonché direttore artistico dell'associazione “I solisti aquilani”.

“Provo grande delusione e rabbia – il suo commento a caldo dopo la lettura del bilancio regionale – dopo sei anni di tagli indiscriminati confidavamo in un’inversione di tendenza da parte del presidente D’Alfonso, come lui stesso ci aveva garantito in campagna elettorale”.





Cocciolito minaccia così, pure lui, in cambio delle promesse mancate, di consegnare a D’Alfonso le chiavi del teatro.

“Non vedo alternative – spiega – noi organizziamo oltre 70 eventi tra teatro di prosa e concerti, con oltre 2.300 abbonati. Ma gli incassi di sala da soli non potranno mai coprire le spese, anche se sono la nostra prima voce al capitolo entrate. Gli sponsor privati sono pochi, e contribuiscono con cifre irrisorie. Nel 2008 la Regione ci dava 230 mila euro, nel 2014 siamo scesi a 50 mila, e intanto si è ridotto della metà anche il contributo della Fondazione Tercas”.

Se la Regione dunque ridurrà ancora il suo contributo, per Cocciolito “difficilmente si potrà proporre un cartellone all’altezza, in termini di qualità e quantità degli eventi. E automaticamente la Commissione artistica del ministero, in base alla nuova legge, diminuirà il nostro punteggio, quindi di conseguenza il contributo statale, rispetto ai 40 mila euro che percepiamo attualmente”.

Stessa triste musica da parte di Giorgio Paravano, segretario generale dell’Istituzione sinfonica abruzzese, una delle poche in Abruzzo che gode di finanziamenti strutturali da parte dello Stato, pari al 60 per cento del totale, ma erogati solo se anche la Regione ci mette il suo 40 per cento.

“Quest’anno – taglia corto Paravano – l’Isa rischia di festeggiare il quarantesimo anniversario di attività con il suo commissariamento e la perdita di 50 posti di lavoro. Mi chiedo infatti come potrà la Regione, se la posta complessiva messa a bilancio è di appena un 1 milione di euro, attribuire alla sola Isa gli oltre 500 mila euro necessari per ottenere anche 1,5 milioni che rappresentano la quota statale del Fus. E vorrei anche ricordare che la Regione ci deve ancora dare le risorse necessarie per il 2014”.

Paravano conclude sottolineando che “i fondi statali che rischiamo di perdere saranno erogati a beneficio di altre regioni, la nostra orchestra sinfonica, dopo 40 anni, verrà declassata. Mi chiedo se nei palazzi della Regione si rendano conto di cosa questo significhi in termini di risorse, di indotto, di prestigio e di offerta culturale”.

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