REGIONE: OK A FARMACI A BASE DI CANNABINOIDI ”UN PASSO AVANTI, MA LA NORMA E’ INSUFFICIENTE”

4 Ottobre 2016 16:59

Regione - Politica

L’AQUILA – È  stato firmato il decreto che disciplina le modalità di erogazione e rimborsabilità dei farmaci e dei preparati galenici a base di sostanze cannabinoidi per finalità terapeutiche.

Possibilità introdotta anche in Abruzzo dalla legge regionale 4 del 2014 e riservata solo ai cittadini residenti sul territorio regionale.

Esulta, ma solo in parte Maurizio Acerbo della segreteria nazionale Prc-Se, firmatario della legge quando era consigliere regionale visto che il testo è stato stravolto”.





L'assessore alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci spiega invece che  “l'introduzione di questa possibilità anche in Abruzzo ci consentirà di agire su un fronte duplice: rispondere alle richieste dei nostri concittadini che già si sottopongono a questo tipo di terapie, finora costretti a rivolgersi a strutture fuori regione e spesso private. Dall'altra parte ci permetterà di essere parte attiva negli studi scientifici sull'utilizzo dei cannabinoidi, per il quale la casistica è ancora troppo limitata, tanto che i risultati non possono essere conclusivi, in quanto mancano i dati definitivi sul reale rischio/beneficio derivanti da questa tipologia di cure”.

Nel documento, che sarà pubblicato sul sito della Regione Abruzzo nei prossimi giorni, si specifica che questo tipo di medicinali può essere prescritto (e di conseguenza rimborsato dal Sistema sanitario regionale) nei seguenti casi: riduzione del dolore associato a spasticità (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) con resistenza alle terapie convenzionali; riduzione del dolore cronico, con particolare riferimento al dolore neurogeno e con esclusione del dolore nella fibromialgia, in pazienti con resistenza ai trattamenti convenzionali; riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette, che non può essere ottenuta con trattamenti standard.

I trattamenti potranno essere prescritti esclusivamente da specialisti operanti nei Centri per la sclerosi multipla o nelle unità operative di neurologia, terapia del dolore e cure palliative delle Asl regionali.

La ricetta dovrà essere rinnovata volta per volta e potrà essere prescritto un quantitativo massimo di cannabis necessario a coprire 30 giorni di terapia. Il medico avrà anche il compito di monitorare gli effetti della terapia e dovrà trasmettere i dati relativi al paziente (ovviamente in forma anonima) al Servizio Farmaceutico della Asl di riferimento, che a sua volta li inoltrerà, in forma aggregata, all'Istituto Superiore di Sanità per l'aggiornamento delle informazioni scientifiche su questo tipo di cure, per le quali non ancora esistono evidenze adeguate. Saranno le farmacie a procedere alla preparazione, sulla base delle indicazioni del medico prescrittore, e a distribuire il farmaco al paziente.





ACERBO: ''PASSO AVANTI MA NORMA STRAVOLTA''

Per Acerbo “dopo un colpevole ritardo di due anni e mezzo D'Alfonso e Paolucci stravolgono pure la legge, ma comunque è stato fatto un primo passo. Non ho fatto in tempo a gioire per la pubblicazione del decreto attuativo della mia legge sulla cannabis terapeutica – scrive in una nota Acerbo – che mi è toccato constatare che D'Alfonso e Paolucci hanno stravolto e ristretto la portata del provvedimento legislativo, tuttora considerato il più avanzato in Italia”.

“D'Alfonso e Paolucci  – prosegue Acerbo – hanno proceduto, senza alcun confronto e dibattito pubblico con chi si occupa da anni di queste cose, a un intervento che contrasta con la legge. La mia legge prevede che non vi siano limitazioni alla scelta dei medici specialisti che possono prescrivere cure a base di cannabinoidi né che vi siano limitazioni prescrittive per quanto riguarda le patologie per le quali possano essere prescritti. In sintesi, per la legge sono i medici specialisti del nostro servizio sanitario regionale che decidono se un malato ha bisogno di quel tipo di farmaci e preparati. Il comma 2 dell'articolo 2 è chiarissimo: 'I medicinali cannabinoidi possono essere prescritti, con oneri a carico del Sistema sanitario regionale, da medici specialisti del Ssr e da medici di medicina generale del Ssr, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico' specialista. Invece D'Alfonso e Paolucci, probabilmente per strizzare l'occhio a settori oscurantisti di cui è espressione anche la ministra Beatrice Lorenzin, hanno deciso di definire loro, nel decreto, per quali patologie e quali specialisti possano prescrivere. Da quel che si legge sul loro comunicato il povero Fabrizio Pellegrini rimarrebbe fuori dall'ambito del decreto”.

“E' paradossale – prosegue Acerbo – che io sia riuscito a far passare con una maggioranza di centrodestra, grazie all'intelligenza di consiglieri di quello schieramento come Ricardo Chiavaroli e Walter Di Bastiano, una legge liberale sulla cannabis, mentre una giunta Pd-Sel prima la boicotta, poi la manomette in maniera illegittima. Comunque oggi facciamo festa che finalmente, grazie alla nostra legge, tanti malati potranno ricevere cure finora precluse”.

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