REGIONE, LOTTA PER LE SETTE DIREZIONI: IN ATTESA DEI BANDI, TUTTI I NOMI IN PISTA

di Filippo Tronca

6 Ottobre 2014 08:26

Regione - Politica

L'AQUILA – All’indomani dell’approvazione da parte della Giunta regionale della riforma della pubblica amministrazione, parte di fatto la corsa alla conquista dei sette posti nuovi di conio da capo dipartimento della Regione Abruzzo.

Due in meno rispetto alle nove vecchie direzioni, che si chiameranno d’ora in avanti dipartimenti, e con un numero di pretendenti sicuramente maggiore dei posti disponibili, di qui il “toto-nomi” che impazza.

Il bando sarà indetto entro una quindicina di giorni. Conteranno il curriculum, soppesato da una commissione, ma di fatto anche l'elemento fiduciario, che spesso è dipeso da quale area politica il candidato appartenga e da quanti santi abbia in paradiso, o più modestamente in Giunta.

LE NEW ENTRY

Arduo esercizio stilare uno scenario con i principali papabili. Anche perché i soliti bene informati, questa volta, gettano la spugna, in quanto, assicurano sconsolati, “è tutto nella testa del presidente, Luciano D’Alfonso, e coperto dal suo massimo riserbo”.

Tranne che per un nome, pubblicamente elogiato dal presidente: quello di Andrea Ciaffi, funzionario della conferenza delle Regioni, che potrebbe essere uno dei nuovi capi dipartimento. Altri nomi di possibili new entry non circolano.

CHI ESCE

Per quanto riguarda, invece, gli attuali direttori, quelli del settore Sviluppo economico e del turismo Mario Pastore,  e del settore Politiche agricole Fausto Chiarini, sono a un passo dalla pensione e, dunque, sono fuori dai giochi.

Evidentemente esclusa, poi, la riconferma di Antonio Sorgi, a capo della direzione Affari della Presidenza, ambiente, energia, che si trova oggi agli arresti domiciliari, a seguito dell’inchiesta “Re Sole” sugli appalti del cimitero di Montesilvano.





Tra l'altro D’Alfonso ha annunciato che l’importante incarico di presidente del Comitato di Valutazione di impatto ambientale, da ani ricoperto da Sorgi, sarà affidato all'avvocato Tommaso Navarra, attuale difensore di parte civile al processo sulla discarica di Bussi.

Non risponderà al bando Gianluca Caruso, direttore del settore Risorse umane, che ha già annunciato che si trasferirà a Milano.

CHI RIMANE

Potrebbero puntare invece alla riconferma i direttori Germano De Sanctis, oggi alle Politiche attive del lavoro e formazione, Maria Crocco, Politiche della salute, e Filomena Ibello, alle Riforme istituzionali, enti locali e bilancio.

Anche Pierluigi Caputi, potentissimo direttore dei Lavori pubblici, idrico integrato e difesa del suolo e della costa nonché Protezione civile, risponderà al bando, ma è noto che D’Alfonso lo vorrebbe a capo dell’Ersi, il nuovo ente unico regionale per il servizio idrico.

Risponderà al bando anche Carla Mannetti, ora a capo della direzione Trasporti e infrastrutture. Direttore esplicitamente in quota al centrodestra, ma che avrebbe buone carte da giocare per puntare alla riconferma al vertice di uno dei nuovi dipartimenti.

Discorso a parte va fatto poi per i dirigenti con ruolo direttoriale a capo delle sei strutture speciali: Marco Valeri (Controllo di gestione), Domenico Longhi (Sistema informativo regionale), Giovanna Andreola (Supporto stampa) Carlo Massacesi (Avvocatura regionale), Giulia Marchetti (Controllo ispettivo e contabile), Fausto Fanti (Tutela della salute e sicurezza sul lavoro).

Con la nuova riforma, infatti, queste strutture saranno accorpate ai dipartimenti. Gli attuali dirigenti dovrebbero anche loro partecipare al bando.

IL NUOVO SCENARIO

Determinante comunque, per l’esito della partita che sta per aprirsi, sarà anche il fatto che il… campo da gioco è cambiato a seguito della riforma.





Le deleghe e gli argomenti di cui si dovranno occupare dei dipartimenti non coincidono più con quelle delle vecchie direzioni. E dunque i curriculum degli attuali direttori non è detto che siano forti in tutte le competenze.

I nuovi dipartimenti sono così articolati: dipartimento della Presidenza e Rapporti con l'Europa; dipartimento Risorse, organizzazione, innovazione e rivoluzione pubblica amministrazione; dipartimento Opere pubbliche, governo del territorio e politiche ambientali; dipartimento Sviluppo economico e politiche agricole; dipartimento Trasporti, mobilità, turismo e cultura; dipartimento per la Salute e il welfare; dipartimento Politiche del lavoro, dell'istruzione, della ricerca e dell'università.

C’è poi il limite massimo di nove posizioni per direttori esterni.

Un capo dipartimento può essere infatti interno, cioè preso tra i 70 dirigenti già in servizio nella Regione, oppure esterno, non dipendente dell’ente.

Questo significa che, in teoria, tutti i e sette i capo dipartimento potrebbero essere esterni, e questo significherebbe un rinnovamento totale dei vertici della tecnostruttura.

Il limite di nove posizioni ricomprende, però, non solo quelle di capodipartimento, anche quelle dei dirigenti a capo dei 65 servizi regionali.

Potrebbe convenire lasciar qualche casella libera per i servizi più pesanti e strategici, quanto un dipartimento. 

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