REGIONE: LEGGE ELETTORALE, BAGARRE TRA PARTITI SU INCOMPATIBILITA’

6 Giugno 2013 18:19

Regione - Politica

L’AQUILA – Si annuncia battaglia all’Emiciclo sulla legge elettorale che prevede l’incompatibilità tra assessori e consiglieri.

In pratica, dalla prossima legislatura, chi entrerà a far parte della Giunta lascerà lo scranno al primo dei non eletti, sulla falsariga di quanto accade nei comuni con più di 15 mila abitanti.

Questa mattina la commissione Statuto, presieduta da Lorenzo Sospiri (Popolo della libertà), ha dato il via libera alla norma, con l’ok della maggioranza, l’astensione di Cesare D’Alessandro (Italia dei valori) e il no del capogruppo di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, che in una nota ha usato una metafora da musical: “aggiunti sei posti a tavola”.

Assente alla votazione il Partito democratico che, però, si dichiara nettamente contrario, come affermato ad AbruzzoWeb dal capogruppo, Camillo D’Alessandro: “è una legge ‘aggiusta-partiti’ che non ci piace, in aula ci faremo sentire”.

Per Acerbo, il provvedimento licenziato in commissione è una “maniera per bypassare la riduzione del numero dei consiglieri regionali decisa dal governo Monti”, messa in atto da “virtuosi della truffa” a solo beneficio “della coalizione vincente che usufruirà quindi di un doppio premio di maggioranza”.





“Ovviamente – ha aggiunto Acerbo – è stata respinta la mia proposta di finanziare questo aumento dei costi degli organi politici diminuendo le indennità di assessori e consiglieri”.

Rigetta al mittente le accuse Lorenzo Sospiri: “se c’è chi costa un sacco di soldi alle tasche degli abruzzesi è Acerbo con il suo monogruppo”.

“Con il passaggio da 45 a 31 consiglieri, come deciso dalla maggioranza, e il taglio di una serie di privilegi, tra cui il vitalizio per i componenti dell’Emiciclo – spiega Sospiri – abbiamo ridotto i costi di 2,2 milioni di euro”.

“L’incompatibilità approvata – aggiunge – sarà a saldo zero, l’invarianza della spesa sarà garantita da risparmi che individueremo in seguito: le ipotesi sono molteplici, a cominciare dalla riduzione dei trasferimenti ai gruppi”.

Secondo Acerbo, però, “questa operazione costa 640 mila euro annui, e sarebbe più sensato prevedere che siano reperiti diminuendo proporzionalmente le indennità, cosa che comunque va fatta e su cui tornerò alla carica”.

L’esponente comunista conclude affermando che “è inutile lamentarsi di essere etichettati come casta se da casta ci si comporta”.





Adesso il dibattito si sposta tra i banchi del Consiglio, in una seduta che si prevede incandescente. Pierluigi Biondi

D’ALESSANDRO: “BLOCCHEREMO LEGGE ANTI-SINDACI”

“Tenteremo martedì in aula di bloccare la legge della ‘paura’, la paura della casta, quella che da un lato impedisce ai sindaci di candidarsi costringendoli a dimettersi entro il 14 settembre quando le elezioni potrebbero tenersi a marzo se non addirittura a maggio, mentre dall’altro introducono il principio della incompatibilità tra consigliere e assessore per aumentare le poltrone”.

Lo afferma ancora il capogruppo Pd.

“Non abbiamo partecipato ai lavori della commissione – precisa D’Alessandro – perché dovrà essere pubblico, in aula, il nostro dissenso”.

“Chiodi – conclude D’Alessandro – non dice quando si voterà perché la paura fa novanta ma impedisce ai sindaci si candidarsi obbligandoli a dimettersi. Noi siamo per l’abrogazione della legge anti sindaci”.

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