D'ALESSANDRO (PD) IL MENO PRESENTE, ''MA ORA SONO SOTTOSEGRETARIO''

REGIONE: LA CLASSIFICA DELLE ASSENZE, ”DURO STARE DIETRO A IMPEGNI E LUCIANO”

di Alberto Orsini

17 Dicembre 2014 08:23

Regione - Politica

L’AQUILA – La riluttanza dei consiglieri regionali ad affannarsi per partecipare alle tante commissioni consiliari a cui sono iscritti e la difficoltà ad adattarsi agli incarichi di governo inediti varati dall’amministrazione D’Alfonso.

Sono queste le due dinamiche principali che emergono da uno screening di presenze e assenze nei primi 5 mesi di mandato del nuovo Consiglio.

Da giugno, in cui c’è stato solo la prima riunione in aula, tutti presenti, fino a ottobre, contando quindi anche la pausa estiva, sulla base dei dati forniti dalla stessa amministrazione sul proprio sito Internet.

IL TABELLONE DELLE ASSENZE (Pdf, 190 Kb)

La classifica dei “cattivi” vede largamente in vetta Camillo D’Alessandro, con 12 assenze complessive (e 11 presenze), che sta scontando il dover girovagare per l’Italia in lungo e in largo nel suo nuovo ruolo di sottosegretario alla Presidenza della Regione.

“Ma non chiamatemi assenteista! – ci tiene a sottolineare – Non sono mai mancato in Consiglio, mentre le assenze in Commissione derivano tutte le volte da impegni legati al mandato da sottosegretario che, a inizio legislatura, non esisteva formalmente e ha avuto in questi mesi un vuoto di regolamentazione: sono come un assessore ma non ho ancora l’esenzione all’iscrizione alle commissioni”.





Un ruolo, quello di braccio destro di D’Alfonso svolto dall’ex capogruppo del Partito democratico nei duri anni di opposizione, “che mi assorbe parecchio e mi impone di andare in giro per l’Abruzzo e per l’Italia trattando temi come il turismo, la fusione dei trasporti, l’Expò”.

Al secondo posto dei più assenti c’è Sandro Mariani, giovane capogruppo dei democrat, con 4 assenze, una alla conferenza dei capigruppo e le altre proprio in commissione.

“Quando si riveste il ruolo di capogruppo bisogna fare da cerniera, spesso mi è capitato di non mettere la presenza ma di partecipare facendo da trait d’union – racconta – La riduzione di consiglieri e assessori (rispettivamente da 45 a 31 e da 10 a 6, ndr) comporta sacrifici per tutti. Però siamo appena all’inizio, è presto per fare una tendenza”.

Seguono cinque consiglieri con 3 assenze: Lucrezio Paolini (Italia dei valori) e Mario Olivieri (Abruzzo civico) della maggioranza e Mauro Di Dalmazio (Abruzzo futuro), Paolo Gatti (Forza Italia) e Giorgio D’Ignazio (Nuovo centro destra) della minoranza. Poi gli altri con 2 e 1 assenza nei primi 5 mesi.

I “virtuosi”, invece, quelli che non hanno mai mancato un appuntamento, sono rimasti già solamente in quattro: il presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, i consiglieri del Movimento 5 stelle Gianluca Ranieri e Domenico Pettinari e infine Emilio Iampieri di Forza Italia.

A quest’ultimo, di recente, è stata assegnata la presidenza di una neonata commissione speciale su Immigrazione e sommerso di lavoro, con passaggio della sua indennità di funzione da 800 a 1.800 euro lordi mensili e possibilità di assunzione di un portaborse da 36 mila euro annui, ma almeno si fa “perdonare” l’ampliamento dei benefit con l’assiduità.





LA GIUNTA

“Certe volte le Giunte vengono convocate anche due volte nella stessa giornata, in alcuni casi sono impossibilitato! La nostra è un’attività frenetica, molto operativa, se un giorno ho un impegno improrogabile non posso che mancare”.

Nelle parole dell’assessore ai Lavori pubblici Donato Di Matteo, quello che ha già dato buca più di tutti alla Giunta, 7 assenze, peraltro, tutte giustificate, trapela la fatica dei 6 componenti della squadra di governo di D’Alfonso a tenere il passo dei ritmi disumani del presidente della Regione.

Lui che è arrivato a fissare 12 appuntamenti in 10 ore e che è stato capace, l’estate scorsa, di fissare una riunione anche in un momento “sacro” come la partita dell’Italia ai Mondiali, alla stregua dei crudeli megadirettori fantozziani.

Di Matteo è, comunque, in buona compagnia. Silvio Paolucci e Dino Pepe sono entrambi a 6 assenze, 3 giustificate per tutti e due, Marinella Sclocco è a 5. Bravissimo Mario Mazzocca, 1 sola.

Il vice presidente, Giovanni Lolli, che è l’unico non consigliere eletto, sfugge alle statistiche di palazzo dell’Emiciclo ma a dare un’occhiata alle presenze nelle delibere approvate è più o meno sulle stesse cifre.

E il presidente? Salomonicamente, con 4 assenze, di cui 2 giustificate, D’Alfonso si pone a metà tra buoni e cattivi.

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