STIMATO IL ''PROFONDO ROSSO'' DOPO IL MONITORAGGIO VARATO DA D'ALFONSO

REGIONE: DEBITI DELLE SOCIETA’ A 226 MILIONI, LA GIUNTA SI PREPARA A TAGLI E ACCORPAMENTI

di Filippo Tronca

21 Ottobre 2014 18:36

Regione - Politica

L'AQUILA – Sono una montagna, ma di cui l’Abruzzo, a differenza del Gran Sasso e della Majella, ha ben poco di cui vantarsi. Sono i debiti delle 25 società partecipate e controllate dalla Regione Abruzzo, di cui a seguito del monitoraggio avviato a giugno dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, è stato quantificato l’ammontare nella iperbolica cifra di 226 milioni di euro.

Un’amara conferma, spiega ad AbruzzoWeb il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale Camillo D’Alessandro, consigliere del Partito democratico.

“Ora abbiamo la certificazione che risanamento dei conti millantato dall’ex presidente, Gianni Chiodi, fosse solo una favola – sbotta – La verità è che non hanno messo in bilancio i debiti delle società partecipate e controllate, che senza controlli continuavano a macinare debiti, e con il socio Regione che votava e approvava i bilanci a occhi chiusi, intervenendo spesso a coprire i buchi a danno fatto”.

L’esito del monitoraggio è contenuto nella delibera di Giunta approvata oggi, in cui si istituisce una task force che come compito avrà quello di “procedere un analisi più specifica dei dati forniti dalle società partecipate e controllate e provvedere a una valutazione delle priorità, individuare le azioni da porre in essere per assicurare la tutela del'erario e dell'interesse della Regione”.

LA MAPPA DEI ''BUFFI''

Scendendo nel dettaglio, delle società regionali le messe peggio sono quelle che si occupano di trasporto pubblico. L’ Arpa ha 66,7 milioni di debiti, la Sangritana 9,7 milioni, la Gtm 8,3 milioni.

A queste si aggiunge la Saga, che gestisce l'Aeroporto d’Abruzzo di Pescara, che deve far volare aeroplani con la zavorra di un debito di 32,1 milioni.

Il dato è però contestato dal consiglio d'amministrazione Saga che, in una nota arrivata a stretto giro dopo la divulgazione dei contenuti della delibera, “smentisce l’importo del debito menzionato a essa imputabile, che infatti, non tiene conto di partite di giro, debiti contro crediti, relative a compagnie aeree e a lavori in corso per un ammontare di svariati milioni di euro. Pertanto, se tali importi fossero stati depurati, il debito residuo risulterebbe decisamente inferiore e, comunque, gestibile nell’ambito delle iniziative previste dal Piano industriale”.

Distinzione che lo stesso D'Alessandro fa a questo giornale anche per le società di trasporto. “Bisogna distinguere tra i debiti improduttivi dell’Arpa e quelli delle altre società che, invece, sono in parte investimenti che daranno i loro frutti”.





Le società di trasporto, conferma poi il sottosegretario, “entro dicembre saranno fuse in un'unica entità, con grandi risparmi di scala e razionalizzazione del servizio”. Sulla Saga l’intenzione è quella di aprire ai privati.

Procedendo a snocciolare l’elenco, spicca anche la Fira, la finanziaria regionale, con un debito di 48,9 milioni di euro. Abruzzo Engineering in liquidazione lascia in dote un passivo di 32,9 milioni.

In forte sofferenza le società  che si occupano di ricerca, come il Consorzio Mario Negri Sud, 8 milioni di debiti, il Cotir, 1,3 milioni, il Crab, 1,4 milioni, Consorzio ricerca innovazione tecnologica, qualità sicurezza degli alimenti, 371 mila euro.

Ci sono poi i 7,6 milioni di debiti del Centro agroalimentare la valle del Pescara, che gestisce il mercato ortofrutticolo di Cepagatti, a un passo dalla liquidazione, in cui proprio oggi è stato nominato il nuovo cda, composto dal presidente Carlo Montanino, Alessandro Felizzi e Alfonso Aielli. A costo zero, visto che i gettoni di presenza sono stati eliminati.

Ci sono poi i 2,5 milioni di debiti della Gran Sasso Teramano, che gestisce gli impianti di risalita di Prati di Tivo.

Naviga in pessime acque anche Lancianofiere, che ha debiti per 3,8 milioni. Ed Eurosviluppo, in rosso per 1,1 milioni di euro.

Destano meno preoccupazioni l'Ente porto di Giulianova (-105 mila euro), la Sir, il Servizio ingegneristico regionale, (-249 mila euro), in liquidazione, e il Centro ceramico castellano (-140 mila euro).

4 SOLE SOCIETA' IN PARI

Se può consolare non hanno debiti il Consorzio polo Universitario di Sulmona e del Centro Abruzzo, il Consorzio di gestione dell'area marina protetta del Cerrano, Abruzzo sviluppo, il Circolo nautico Vallonchini.

“Per ogni società – assicura D’Alessandro – stiamo studiando una strategia di uscita. Ci sono vari strumenti, oggi allo studio. In alcuni casi si sceglierà la liquidazione, in altri la ristrutturazione del debito attraverso concordati con i creditori, in altri ancora si opterà per il riassetto delle quote societarie, a fusioni accorpamenti, a vendite di trami di azienda”.





Non sarà impresa facile, e per evitare che si torni a gestioni allegre del passato sottolinea D’Alessandro “posso assicurare che è finita l’epoca della 'Regione Pantalone' che ripianava i debiti fatti dalle partecipate”.

Più che l’assegno arriverà probabilmente la nuove arcigne figure dei “commissari realizzatori”, previste dalla riforma della pubblica amministrazione approvata ad agosto, longa manus del presidente che andranno presidiare i cda delle società controllate e partecipate dalla Regione, per assicurarsi che vengano eseguiti i risanamenti lacrime e sangue.

LE REAZIONI

LA FIRA: ''DATI SUL DEBITO FUORVIANTI, SIAMO IN UTILE''

“Circa l’80 per cento del debito della Fira spa è rappresentato dal mutuo contratto per conto della Regione Abruzzo all’epoca della gestione dell’ex presidente Giancarlo Masciarelli per finanziare la Legge regionale sui capannoni, per il quale debito esiste altrettanto credito nei confronti delle imprese beneficiarie”.

La puntualizzazione arriva dalla Fira, la finanziaria della Regione Abruzzo, all’indomani della pubblicazione della delibera di giunta in cui sono stati riportati, uno per uno, i debiti delle 25 società partecipate e controllate dalla Regione, esito di un monitoraggio avviato a giugno dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. Il debito complessivo è stato quantificato in circa 226 milioni di euro. Quello della Fira in 48,9 milioni di euro.

Dato parziale e fuorviante, però, assicura l’attuale cda di cui è presidente Rocco Micucci.  

“Il pagamento di questo debito – si legge infatti nella nota – è garantito dall’incasso dei crediti di queste aziende e da fideiussione della Regione Abruzzo, vero titolare del debito, nei confronti della Banca erogante. Inoltre non va tralasciato l’importo dei crediti che la Finanziaria Regionale vanta  nei confronti della Regione Abruzzo per servizi resi a quest’ultima e che vanno ad abbattere corrispondenti quote di debiti correnti”.

Dunque a conti fatti non si può parlare certo di voragine nei conto della Fira, che anzi sono in attivo.

“Riallocate correttamente le partite di credito e debiti del bilancio  – conclude la nota –  l’esercizio 2013 di Fira si è chiuso addirittura con un leggero utile, grazie all’intenso lavoro di recupero e di nuove attività apportati dalla struttura e dal cda”.

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