REGIONE: CONGELATO TAGLIO DELLE TASSE E’ SCONTRO MAGGIORANZA-OPPOSIZIONE

di Filippo Tronca

19 Novembre 2014 08:07

Regione - Politica

L'AQUILA – Si riapre in Consiglio regionale abruzzese la disfida delle tasse.

L’opposizione lancia con il consigliere di Forza Italia Mauro Febbo pesanti bordate contro la maggioranza di centrosinistra, accusata di bloccare in Prima Commissione Bilancio il progetto di legge di riduzione fiscale da quasi 33 milioni di euro. E accusa il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, di “volersi tenere i soldi per pagare marchette elettorali”.

E il centrosinistra, con il sottosegretario alla Giunta regionale Camillo D’Alessandro, del Partito democratico, risponde sprezzante parificando i benefici delle riduzioni fiscali del centrodestra “a mezzo pacchetto di sigarette per cittadino”.

E indica “ben altre priorità”.

Su una cosa, però, sono tutti d’accordo: se il governo di Matteo Renzi confermerà i tagli dei trasferimenti per l’Abruzzo, un salasso da 104 milioni di euro, saranno per tutta l’economia. Quindi, l’ultima delle preoccupazioni sarebbe quella di poter ridurre le tasse.

La proposta di legge 32-2014 di riduzione fiscale a cittadini e imprese era stata già approvata lo scorso aprile dall'allora maggioranza di centrodestra, come riproposizione del provvedimento già preso l’anno precedente, ma è stato impugnato dal governo nazionale dinanzi alla Corte Costituzionale, perché approvato in regime di prorogatio, cioè a ridosso delle elezioni in cui si possono approvare solo provvedimenti di ordinaria amministrazione. Ma solo per questo motivo: il tavolo monitoraggio governativo sulla spesa sanitaria aveva dato l’ok.





La legge 32 è tornata in Consiglio a settembre allorché, tra le feroci proteste dell’opposizione, la maggioranza decise di abrogarla e rispedirla in prima commissione, perché, ha spiegato a settembre l’assessore regionale al Bilancio Silvio Paolucci, “è un provvedimento che non supererebbe l'impugnativa statale, ma nessuno vuole cancellare la riduzione delle tasse agli abruzzesi, vogliamo tra le altre cose rimodulare gli interventi sulla fiscalità sulla base di diversi parametri”.

A distanza di due mesi Febbo torna alla carica, visto che la legge è entrata in commissione ma non è più uscita.

“Come era facile prevedere – tuona il forzista ad AbruzzoWeb – nonostante i continui solleciti il presidente della Commissione Maurizio Di Nicola neanche ci pensa a metterla all’ordine del giorno. La verità è che a D’Alfonso questi 32,8 milioni che noi vorremo lasciarli nelle tasche di cittadini e imprese, lui vuole tenerseli perché vuole fare bassa clientela, fare le marchette politiche e onorare le promesse elettorali”.

La giustificazione per Febbo non sarebbe dunque nemmeno la crisi di liquidità che affligge la Regione Abruzzo, cosa diventata di dominio pubblico a seguito della lettera di Paolucci ai direttori generali in cui si chiedeva di recuperare quante più risorse possibili perché a rischio sono anche gli stipendi dei dipendenti della Regione, e altre spese obbligatorie.

“Quella d'Abruzzo è una Regione che da anni deve pagare i debiti della sanità – spiega Febbo – e problemi di liquidità li ha sempre avuti. Anche noi abbiamo dovuto cimentarci in arditi giroconti per pagare stipendi ed altre spese obbligatorie. Questa sarebbe solo una scusa per non abbassare le tasse. La verità è che scelte del genere non rientrano nella tradizione politica della sinistra, che è il partito della spesa pubblica alimentata spremendo i contribuenti”.

D’Alessandro la vede in modo opposto rispetto a Febbo, ma anche diversamente dal compagno di partito Paolucci, visto che per il sottosegretario il punto non è rimodulare in Commissione la legge di riduzione fiscale, ma è “la riduzione fiscale stessa a non essere una priorità”.





“Sulla riduzione fiscale del centrodestra di Gianni Chiodi – conferma D'Alessandro ad AbruzzoWeb – la penso allo stesso modo di quando ero all’opposizione. Non è infatti servita a nulla, il beneficio economico per ciascun cittadino è pari a mezzo pacchetto di sigarette al mese, cioè sono stati soldi sprecati che non hanno inciso per nulla nella vita e nell’economia degli abruzzesi”.

Con la stessa cifra, insomma, ragiona D’Alessandro, si possono finanziare in modo molto più proficuo le politiche sociali, e cioè “la compartecipazione dei Comuni alle spese per la riabilitazione, il trasporto scolastico dei disabili e tanto altro, tutte voci che nel bilancio che abbiamo ereditato sono rimaste scoperte. Solo poi si può pensare alla riduzione delle tasse, ovvero a qualche sigaretta in più”.

Ma questa oramai mitica era delle vacche grasse e delle tasse ristrette, non è all’orizzonte.

Renzi ha anzi annunciato tagli dei trasferimenti alle Regioni per 4 miliardi di euro nella legge di stabilità. Per l’Abruzzo si quantificano minori entrate in bilancio per 104 milioni di euro.

“Tutte le regioni, compreso l’Abruzzo – spiega D’Alessandro – stanno facendo forti pressioni per indurre in governo ad un ripensamento. Tagli così pesanti saranno per noi difficilmente sostenibili, ed anche per questo che ho poca voglia di stare dietro alle proposte demagogiche di Febbo”.

“Se si dà per certo che Renzi taglierà tutte queste risorse all’Abruzzo, posso anche capire la ritrosia a non voler ridurre le tasse. Ma questo va evitato in tutti modi. È comunque significativo che D’Alessandro non provi imbarazzo per le bastonate che l’Abruzzo sta ricevendo dal governo a lui amico”, la replica altrettanto avvelenata di Febbo.

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