REGIONE: CENTROSINISTRA CADE SU SANITA’, SEL APRE LA CRISI, ”COMPATTI O ELEZIONI”

20 Luglio 2016 20:14

Regione - Politica

L’AQUILA – Venti di crisi sulla maggioranza di centrosinistra che governa la Regione Abruzzo dopo che la coalizione è andata sotto nel Consiglio straordinario sulla sanità di oggi.

La buriana è stata provocata dopo che, nel corso della riunione, è stato approvato per 14-13 preferenze, grazie al voto del consigliere di Centro democratico Maurizio Di Nicola e alle assenze di sette dei 18 componenti del centrosinistra, un documento che impegna presidente e Giunta a ritirare il piano sanitario validato ieri in sede di tavolo di monitoraggio a Roma, quello che ha sancito l’uscita dopo 9 anni dal commissariamento del comparto.

Durante la discussione il capogruppo di Sinistra ecologia libertà, Mario Mazzocca, sottosegretario alla Presidenza della Giunta, ha annunciato la esigenza di “una verifica alla luce dell’assenza della maggioranza”.

“Non è la prima volta che accade, è l’ultima volta che mi sento vincolato: o si ricostituisce oppure si va alle elezioni”, ha tuonato l’ex assessore, il quale ha sottolineato che la sua critica non riguarda la sanità, ma la generale attività del centrosinistra.

Nel merito della discussione che, nella seconda parte della seduta straordinaria, ha riguardato l’ipotesi di project financing sulla realizzazione del nuovo megaospedale Chieti-Pescara da affidare al gruppo Maltauro, Mazzocca ha ufficializzato la sua contrarietà.

Nel sottolineare l’assenza del presidente e commissario, Luciano D’Alfonso, del consigliere Camillo D’Alessandro e di altri, Mazzocca ha invece ringraziato l’assessore al ramo Silvio Paolucci, il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli e altri assessori per “aver messo la faccia in una giornata negativa come quella di oggi”.

In tal senso, nel ribadire di non capire “perché parte della maggioranza di centrosinistra e le opposizioni non siano d’accordo sulla delibera di project”, ha spiegato che, con l’uscita dal commissariamento, “si azzerano tutte le procedure di project con ogni azione assoggettata alle norme sul codice degli appalti”.

Paolucci è apparso frastornato per le sette assenze sul banco della maggioranza, tra cui quelle del presidente e commissario D’Alfonso, arrivato a fine lavori, e del consigliere D’Alessandro, il più influente nella coalizione.

A rincarare la dose, gli attacchi delle forze di opposizione che hanno sottolineato la solitudine dell’assessore, bocciando il project financing: “Ci hanno telefonato dal Nord per dirci se in Regione Abruzzo conoscono Maltauro”, sono sbottati i grillini.

A fine lavori è partita una riunione di maggioranza alla presenza di D’Alfonso, alla quale non ha partecipato il “ribelle” Di Nicola, che aveva anche annunciato una nota per chiarire il suo gesto, ma alla fine è rimasto in silenzio.

LA CADUTA DELLA MAGGIORANZA

A poche ore dal tavolo di monitoraggio che ha sancito l'uscita dall'Abruzzo dal commissariamento della sanità dopo 9 anni, la maggioranza di centrosinistra va sotto nel Consiglio regionale straordinario convocato a palazzo dell'Emiciclo per discutere il piano sanitario di riorganizzazione approvato nella stessa riunione.

Un documento del centrodestra è passato a maggioranza per un solo voto di scarto, 14 sì a 13 no. Determinante per l'approvazione è risultato il voto favorevole del consigliere di Centro democratico Maurizio Di Nicola, presidente della prima commissione consiliare (Bilancio), che si è schierato con le minoranze.

Il documento impegna il Consiglio regionale e il presidente della Giunta regionale, nonché commissario ad acta “a ritirare il decreto numero 55 del 10 giugno 2016 recante “Piano di riqualificazione del servizio sanitario regionale 2016 – 2018”; a far conoscere all’Assise regionale la definitiva articolazione della rete ospedaliera abruzzese; a spiegare le ragioni reali che hanno indotto a compiere scelte che penalizzeranno inevitabilmente il sistema sanitario abruzzese; a dettagliare il 'modello di collaborazione pubblico-privato in cui sia definito il contributo in termini di volumi e tipologia di prestazioni' di cui alla pagina 24 del documento”.

Destino simile ha avuto il documento del Movimento 5 stelle, respinto ma con votazione in pareggio, 13 a 13: in questo caso Di Nicola è uscito dall'aula.

A quel punto, dopo aver capito di non avere i numeri, il centrosinistra ha deciso di ritirare il proprio documento per evitare altre figuracce.





“Pur comprendendo la necessità di una riorganizzazione più efficiente e di qualità della rete ospedaliera abruzzese – si legge nel documento passato – non si possono condividere le scelte operate dal commissario, nonché presidente della Regione Abruzzo, sia sul piano del metodo che del merito”.

Secondo i consiglieri di opposizione, il piano “che non è stato mai presentato e discusso nei luoghi istituzionali deputati, avrebbe avuto necessità di un confronto serio e costruttivo non solo all’interno della stessa maggioranza di governo, ma anche tra la maggioranza e le forze di opposizione” che, invece, “non si è mai avuto”.

Il documento contesta al commissario dell'ultimo biennio, Luciano D'Alfonso, di avere portato “alla chiusura dei punti nascita, al declassamento di alcuni ospedali, a presidi ridotti a punti di primo soccorso, ovvero postazioni medicalizzate del 118, al depotenziamento delle strutture delle aree interne, alla chiusura di molte guardie mediche e al sovraffollamento delle strutture esistenti”.

IL SECONDO ROUND, NO AL MEGAOSPEDALE NON VINCE PER UN VOTO

Di seguito, il Consiglio regionale riunito in seduta straordinaria per discutere il punto all'ordine del giorno sulla “Costruzione dell'Ospedale Clinicizzato 'Santissima Annunziata' di Chieti”, si è concluso con la non approvazione del documento presentato dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle e firmato anche dal consigliere di Forza Italia, Mauro Febbo.

“Esprimo soddisfazione per l’esito della votazione odierna in Consiglio regionale sul nuovo ospedale di Chieti. La mozione del M5s è stata respinta con 13 voti contro 12”, ha commentato il consigliere di maggioranza del gruppo Regione facile Alessio Monaco.

Tra l'altro, il voto non è finito pari solo per l'assenza temporanea del capogruppo forzista Lorenzo Sospiri. La parità avrebbe significato comunque il respingimento del documento, ma sul piano politico avrebbe reso ancor più netta la scarsità di tenuta del centrosinistra di governo che, comunque, è evidente anche con la sconfitta di misura che segue alla clamorosa debacle del centrosinistra, finito sotto sul no al piano di riorganizzazione sanitaria.

Il documento chiedeva alla Giunta regionale di non affidare l'opera di realizzazione del nuovo nosocomio teatino secondo la proposta presentata dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese Giuseppe Maltauro spa, Azienda Bresciana Petroli Novicelli Spa e Finanza Progetti spa.

“La maggioranza in Consiglio regionale ritiene strategica quest’opera e ne sostiene con forza la realizzazione”, ha ribadito Monaco.

LE REAZIONI

LOLLI 'SNOBBA' DEBACLE CENTROSINISTRA, ''TRE ASSENTI GIUSTIFICATI''

“L’esito del voto nella seduta odierna del Consiglio regionale è stato determinato unicamente da tre assenze giustificate: quella del presidente, Luciano D’Alfonso, impegnato a Roma in una importante riunione con il Sottosegretario alla Presidenza, Luca Lotti, per iscrivere all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri l’uscita della Regione Abruzzo dal commissariamento della Sanità, quella dell’assessore Andrea Gerosolimo, impegnato per un’emergenza del suo assessorato, e quella di Camillo D’Alessandro, dovuta a motivi familiari urgenti e non rinviabili”.

Lo ha affermato Giovanni Lolli, vice presidente della Giunta regionale, a margine del Consiglio regionale di oggi che ha visto la maggioranza di centrosinistra andare sotto sul piano sanitario di riorganizzazione approvato nella stessa riunione.

“Senza queste assenze sarebbe stata una normale seduta con una delle 500 delibere normalmente votate, pur riconoscendo al tema della riorganizzazione sanitaria sul territorio un argomento di elevata sensibilità politica”, ha aggiunto Lolli. 

CHIODI (FI), ''USCITA TARDIVA PER FAVORIRE SANITA' PRIVATA''

“L'uscita dal commissariamento è fortemente tardiva. Le condizioni ‎in quanto ad equilibrio di conti e Lea sono stati raggiunti a fine 2014. Non si è voluti uscire con una serie di escamotage perché adducendo l'ineluttabilità delle norme romane si sono applicati tagli solo alla sanità pubblica e lasciando indenne quella privata”. 

E quanto denunciato dal consigliere regionale di Forza Italia, Gianni Chiodi, presidente uscente della Giunta di centrodestra alle prese per oltre cinque anni con il commissariamento, nel corso della seduta straordinaria del consiglio regionale sulla sanità.

Una seduta coincisa con l'annuncio dell'uscita dal commissariamento.





IL CENTRODESTRA: “CENTROSINISTRA NEL CAOS, UN FALLIMENTO”

“La votazione dimostra il caos che regna nel centrosinistra che si è sfaldato su un tema così delicato, con la grave assenza del presidente D’Alfonso”, scrivono i consiglieri di centrodestra in una nota.

“La maggioranza non ha più i voti: mancavano tra gli altri il consigliere Olivieri e l’assessore Gerosolimo mentre ha votato con la minoranza il presidente della commissione Bilancio, Di Nicola – rimarcano – È la certificazione del fallimento della politica sanitaria di D’Alfonso e Paolucci”.

“L’assessore alla Sanità è stato abbandonato dalla sua stessa maggioranza che ha ritirato il proprio documento di sostegno all'assessore (sic!!!)”, concludono.

Durante la bagarre in aula dopo il voto clamoroso, il consigliere di Forza Italia Mauro Febbo ha commentato che “hanno punito Paolucci lasciandolo senza maggioranza” mentre per l'ex presidente della Regione e commissario prima di D'Alfonso, Gianni Chiodi, “hanno ritardato l'uscita dal commissariamento per favorire la sanità privata”.

MOVIMENTO 5 STELLE: “NON HANNO PIU' I NUMERI”

“Oggi il Governo D'Alfonso ha dimostrato di non avere più i numeri per governare”.

Lo affermano in una nota i consiglieri del Movimento 5 stelle.

“Il consiglio regionale, infatti, approva un documento dell'opposizione perché mancano i voti della maggioranza – proseguono – Una pessima figura già annunciata dall'assenza in aula del presidente D'Alfonso che ha preferito stare nelle stanze romane piuttosto che venire in Abruzzo a presiedere un consiglio straordinario sulla sanità”.

“Una mancanza di rispetto gravissima per il territorio, un territorio di cui evidentemente non hanno più il polso ed i numeri – attaccano ancora i grillini – Le opposizioni hanno presentato due documenti entrambi richiedenti il ritiro del piano regionale sanitario proposto dalla maggioranza”.

Per i pentastellati “l'Abruzzo non merita di essere trasformato in una macelleria sociale da una politica sanitaria cieca che non guarda alle esigenze dei cittadini e che vede i pazienti abruzzesi come meri numeri”.

“La maggioranza dopo questa grave sconfitta è stata costretta a ritirare il proprio documento perché certi di vederlo bocciato dall'opposizione che invece in aula ha presieduto con costanza e fino alla fine”, concludono.

D'ALESSANDRO: “MIA ASSENZA NON CONTRO PAOLUCCI”

“Oggi non sono in consiglio regionale, per motivi famigliari non rinviabili. Forse è l'unica assenza in consiglio in 11 anni. Mi dicono che qualche consigliere regionale di opposizione stia sostenendo che la mia assenza sia contro le decisioni sulla sanità. Se avessi avuto da dire contro lo avrei fatto pubblicamente senza organizzare assenze strategiche”.

Lo scrive sulla propria bacheca di Facebook il consigliere regionale del Partito democratico Camillo D'Alessandro.

“Non è così, sostengo l'azione di governo sulla sanità, fatta di verità e non di bugie. Sostengo il lavoro dell'assessore Paolucci. Prima o poi si capirà chi sta mentendo agli abruzzesi e chi sta lavorando per loro, anche oggi”, conclude.

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