REGIONE ABRUZZO: SCOPPIA IL CASO-PREMI ’10 IN PAGELLA’ E SOLDI A TUTTI NEL 2013

di Alberto Orsini

27 Agosto 2014 09:17

Regione - Politica

L’AQUILA – Lavorare in Regione Abruzzo è una cuccagna almeno per quanto riguarda i premi al personale: una nuova tegola per la rivoluzione “facile e veloce” del nuovo presidente, Luciano D’Alfonso.

Come reso noto da un’inchiesta del Giornale, infatti, nel 2013 tutti i dirigenti della Giunta regionale, tutti i direttori ma anche tutto il personale, cioè oltre 1.400 dipendenti, hanno avuto il massimo del premio previsto, a eccezione di sole 5 persone, che hanno preso 0, e di altre 10, che hanno avuto una piccola riduzione.

E come se non bastasse, i premi sono arrivati per aver centrato obiettivi che non hanno nulla di speciale, tanto che sono già considerati pagati dal normale stipendio mensile.

I dati sono quelli relativi all’anno 2013, quando il governatore era ancora Gianni Chiodi, ma la patata bollente ora passa direttamente nelle mani del successore e dell’assessore al Personale Silvio Paolucci.

Volendo fare gli avvocati del diavolo, potrebbe davvero essere in questa regione si sia in presenza di notevoli professionalità tutte assunte nell’ente. Tuttavia non può non venire qualche dubbio sui sistemi di valutazione, come in una classe scolastica in cui tutti gli alunni hanno tutti 10 in pagella.

Anche se fossero tutti molto professionalizzati, non è pensabile infatti che tra i dipendenti non ci sia una differenziazione fra i premi attribuiti in relazione a una fascia di voto che va da 80 a 100.





Sulle politiche di incentivazione del personale e sul riconoscimento reale del merito la Giunta D’Alfonso dovrà metterci davvero le mani.

LE CIFRE

I dati pubblicati nella sezione amministrazione trasparente del sito Internet dell’ente e riguardano gli 89 dirigenti, che incassano in totale 783.180,34 euro in soli premi.

La gran parte di loro si mette in tasca 10.895,59 euro lordi l’anno, ma c’è anche chi esagera: due dirigenti incassano ben 14.344,06 euro e quattro fanno bingo con 11.433,53 euro.

La “cuccagna”, comunque, riguarda anche il resto del personale: per il 2012 ai 1.459 dipendenti (tra personale di categoria e posizioni organizzative) sono andati 6.664.282,14 euro, quasi tutto il bottino previsto di 6.859.129,67 euro.

Questo perché, praticamente tutti i dipendenti sono stati valutati al massimo del profitto, alla faccia del principio per cui il reddito di rendimento dovrebbe premiare solo i più bravi, con un incasso tra i 3.200 e i 4.600 euro.

Dei 1.459 dipendenti solo 10 sono stati valutati a zero, uno tra 41 e 60 centesimi, cinque da 61 a 80 e 1.443 da 80 a 100, meritandosi quindi il premio pieno.

LA POLEMICA SUGLI OBIETTIVI





Difficile pensare a una regione “facile e veloce” se poi i dipendenti, che davvero si impegnano in tal senso, magari per cambiare davvero le procedure velocizzandole e semplificandole, siano poi premiati come quelli che preferiscono più la tartaruga al ghepardo.

Capitolo a parte, ma intimamente correlato, poi è quello della qualità degli obiettivi che vengono assegnati alle strutture e ai dirigenti.

La logica è che i premi dovrebbero essere pagati per attività aggiuntive che si fanno, rispetto a quelle ordinarie, per le quali i dirigenti e il personale già percepiscono lo stipendio per 13 mensilità.

Invece, in un articolo del quotidiano Il Secolo XIX, è stata denunciata l’attribuzione del premio ai dirigenti di alcune Regioni per aver “applicato le norme anticorruzione” o per aver “dato seguito ad accordi di programma”.

Attività, queste ultime, imposte dalla legge, a meno di volerla violare o perdere i soldi degli accordi di programma, per le quali, quindi, i dirigenti e il personale sono già pagati.

L’ex assessore al Personale Federica Carpineta, quando nel 2011 è stata approvata una specifica legge sulla valutazione del personale regionale, ha parlato di “rivoluzione e cambiamento verso un approccio meritocratico”.

I dati resi noti dal quotidiano sembrerebbero smentirla. Come pure la qualità e la difficoltà degli obiettivi assegnati, facilmente leggibili sui siti della Giunta e del Consiglio, sembrerebbero lasciar trapelare sistemi che premiano, in realtà, attività ordinarie: nulla di impegnativo per i dirigenti per ottenere il voto massimo.

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