REGIONALI: SPUNTA SENATORE MARSILIO, GELO TRA DIRIGENZA ABRUZZESE E MELONI

2 Ottobre 2018 10:03

Regione - Politica

L'AQUILA – Non lo dice mai direttamente, ma Giandonato Morra, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia insieme ad Etelwardo Sigismondi, parlando con AbruzzoWeb lascia bene intendere che non sarebbe affatto ben digerita dal partito abruzzese una decisione diversa da quella assunta dal coordinamento regionale, come ci si sembra orientare a Roma in queste ore.

È la conferma dei venti di guerra che già spirano in Fdi innescati dallo scontro con il leader nazionale, Giorgia Meloni, che sembra orientata ad inserire nella lista dei papabili alla presidenza della Regione per il centrodestra  alle elezioni del prossimo 10 febbraio anche rappresentanti della cosiddetta società civile, in primis il manager pescarese della comunicazione Michele Russo, responsabile nazionale della comunicazione e molto amico della stessa Meloni, contraddicendo le indicazioni dei vertici regionali che hanno stilato una lista di candidati politici e di forte appartenenza.

Nomi tra i quali spicca quello del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che governa L’Aquila da 15 mesi, il quale nonostante il veto, pubblico di Forza Italia e ancora non comunicato della Lega, “perché non può tradire gli aquilani”, punta sulla candidatura anche confidando sulla sua amicizia con Meloni per la quale dovrà dimettersi nelle prossime ore, entro il 5 ottobre.

In tal senso, secondo fonti interne a palazzo Fibbioni, il primo cittadino avrebbe fatto cominciare i suoi collaboratori a preparare gli scatoloni.

E mentre regna il caos e la tensione nel partito più piccolo della coalizione al quale il tavolo nazionale del centrodestra ha assegnato l’Abruzzo nell’ambito della ripartizione delle quattro regioni al voto, da Roma spunta fuori una ipotesi di candidatura targata Meloni per risolvere un empasse pericoloso per tutto il centrodestra abruzzese: il senatore Marco Marsilio, romano ma di origini abruzzesi, amico di Biondi e dell’assessore comunale Carla Mannetti, e in corsa per una candidatura nel collegio aquilano alle politiche del 4 marzo scorso, alla fine poi candidato ed eletto nel Lazio.





Una scelta per niente conciliante, visto alla luce del quadro attuale, che sarebbe avvertita come una imposizione e vissuta come un commissariamento da parte dei dirigenti locali, che così potrebbero decidere in alcuni casi di lascare Fdi.

Il circolare del nome di Marsilio negli ambienti politici conferma la volontà della leader del partito di imporre una scelta diversa, che escluda non solo Biondi, ma anche gli altri nomi proposti dal coordinamento regionale, cioè i due coordinatori Morra e Sigismondi, il coordinatore provinciale di Chieti, Antonio Tavani, e il capogruppo al Comune di Pescara, Guerino Testa.

E forse non è un caso che la presentazione della lista dei nomi alla Meloni sia slittata e, ad oggi, non sia ancora in calendario alcun incontro tra i vertici regionali e quelli nazionali.

“Sono in attesa di convocazione, se qualcuno va a Roma singolarmente non lo so”, spiega Morra ad AbruzzoWeb, che a proposito della scelta di indicare solo candidati politici e appartenenti al partito, che secondo i rumors dell'ultima ora potrebbe essere rimessa in discussione dalla stessa Meloni, puntualizza come “quando passa un criterio politico, chi lo esprime ed ha dei ruoli poi lo difende”.
Nel frattempo si rafforza l'ipotesi che il sindaco dell'Aquila possa rassegnare le dimissioni sabato prossimo, termine ultimo per rimuovere l'incompatibilità in base alla legge elettorale.

Una scelta dettata anche dalla volontà di forzare la mano provando a imporre la sua candidatura, nei confronti della stessa Meloni, sua amica personale e storica compagna di militanza sin dai tempi dei movimenti giovanili di An, che secondo quanto trapela non sarebbe entusiasta di perdere la guida del comune capoluogo, dove le dimissioni del sindaco aprirebbero la strada ad un periodo di commissariamento e, quindi, a nuove elezioni dagli esiti incerti, comunque a vantaggio del centrosinistra che ha governato L’Aquila per dieci anni, fino al giugno del 2017.

Meloni punta infatti comprensibilmente al bis: mantenere la bandierina sull'Aquila, che senza Biondi aprirebbe scenari tutti da valutare, e piazzarne una seconda sulla regione.





Tornando a Morra, non lo dice direttamente, ma lascia intendere che non sarebbe affatto ben digerita dal partito abruzzese una decisione diversa da quella assunta dal coordinamento regionale, che, ricorda il coordinatore, “si è espresso all'unanimità”, e anche il coordinamento di Pescara, che a differenza degli altri tre non si era riunito prima di quello regionale, “si è uniformato in maniera ortodossa, nonostante quello che si ipotizzava, indicando Testa”.

“Chi ha detto che sono in ballo altri nomi? È uscita questa voce, ma non è scritto da nessuna parte – insiste Morra – c'è un deliberato, se a Roma li tengono in considerazione lo dicessero, mica è una lista di proscrizione!”.

“Se potrebbe essere rimesso in discussione il criterio politico? Non capisco con quali motivazioni – chiarisce il coordinatore – se ne conoscessi e condividessi le motivazioni lo rimetterei in discussione, ma ora non vedo motivi ostativi al criterio scelto dal coordinamento”.

“Trovare una convergenza ha un valore in democrazia”, fa osservare Morra, “per dire il contrario mi si deve spiegare il motivo, se qualcuno me lo dice, ascolto e valuto. Ma per adesso è tutto un sentito dire”.

 

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: