STALLO NEI DUE POLI: OGGI FDI PRESENTA LISTA A ROMA; PAGANO: ''NON HO COMUNICAZIONI UFFICIALI SUI NOMI DEI PAPABILI''; EX VICE PRESIDENTE CSM SI CANDIDA ALL'ANTITRUST

REGIONALI: PD ASPETTA LEGNINI MA PRONTO AL PIANO B, CENTRODESTRA OSTAGGIO DI FDI

di Marco Signori

18 Ottobre 2018 00:30

Regione - Politica

L'AQUILA – Se il centrosinistra pende dalle labbra di Giovanni Legnini, l'ormai ex vice presidente del Consiglio superiore della magistratura dal quale ci si aspetta una risposta per la candidatura alla presidenza della Regione Abruzzo alle elezioni del 10 febbraio prossimo, ed è in trepidante attesa di una sua risposta alle numerose e insistenti avances, il centrodestra è ormai “ostaggio” di Fratelli d'Italia, che nel ping pong tra il coordinamento nazionale e quello regionale ancora non riesce a sottoporre la rosa dei nomi agli alleati.

Oggi potrebbe essere la volta buona con la dirigenza abruzzese che sale a Roma per consegnare alla leader nazionale, Giorgia Meloni, la lista degli 11 papabili decisi dal coordinamento fiume di martedì sera. 

Dopo il vaglio della Meloni, la rosa sarà comunicata agli alleati.

“Non mi hanno comunicato nulla ufficialmente, finché non mi comunicano ufficialmente qual è la rosa parliamo solo di indiscrezioni giornalistiche”, dice quasi infastidito il coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano, all'indomani del coordinamento regionale del partito della Meloni: il senatore è l'unico a rispondere ad AbruzzoWeb, mentre per l'intera giornata sono rimasti muti i telefoni di Giandonato Morra, insieme a Etelwardo Sigismondi coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, e del coordinatore regionale della Lega Giuseppe Bellachioma, che per la verità è fuori dai radar da tempo, salvo lanciare periodici anatemi su Facebook.

“Se fosse vero che oltre a esponenti della politica ci sono anche rappresentanti della società civile a noi va molto bene – aggiunge Pagano – è quello che era stato chiesto, una rosa così ampia immagino sarà verificata a livello nazionale, attendiamo fiduciosi”.





“Se abbiamo una predilezione per esponenti della società civile? No, ma è giusto inserirli”, osserva, e alla domanda se ci si sia dati dei tempi dice “no, attendiamo nel più breve tempo possibile, prima conosciamo il nome e meglio è, così possiamo anche preparare le liste”.

Sul fronte opposto, mentre Legnini sfoglia la margherita e rispondendo a mezza bocca ad AbruzzoWeb ha lasciato intendere che venerdì, quando parteciperà ad un convegno sulla ricostruzione in programma all'Aquila, potrebbe sciogliere le riserve, il Pd fa capire che si prepara ad un piano “B”, i cui effetti sulla tenuta della coalizione sarebbero comunque tutti da valutare considerando che ampi pezzi del centrosinistra a quel punto potrebbero compiere scelte diverse.

“Abbiamo molto rispetto per la posizione di Legnini, quello che gli si chiede è un atto di grande generosità rispetto agli appelli e alle richieste che vengono da una larga parte della società civile che lo stanno facendo riflettere. Se ci siamo dati dei tempi? Si vota il 10 febbraio, non può risponderci l'11! La fine di ottobre può essere il termine ultimo? Diciamo che è un termine ragionevole”, dice il segretario regionale del Pd Renzo Di Sabatino.

Il nome di Legnini, d'altra parte, riuscirebbe a ricoagulare una coalizione divisa, dove i civici degli ex assessori Andrea Gerosolimo e Donato Di Matteo sono sull'Aventino e Italia dei valori e Socialisti hanno già annunciato un progetto autonomo.

Ma attraverso Di Sabatino, i dem non negano di pensare ad un piano “B”: “Se non dovesse esserci la disponibilità”, dice ad AbruzzoWeb, “si cambierà completamente strategia e a quel punto oltre all'allenza, bisognerà anche valutare le modalità di scelta del candidato”.

Di Sabatino, alla guida del Pd da poche settimane dopo le dimissioni di Marco Rapino, arrivate sull'onda lunga del tracollo alle politiche del 4 marzo scorso, ha davanti a sé una strada tutta in salita: “Il Pd in questi anni è stato molto verticistico, quando cadi dall'alto non ritrovi più niente sotto – ammette – ho iniziato a fare riunioni coi segretari provinciali e di circolo, l'operazione che va fatta è quella di ridare voce e partecipazione a loro e agli amministratori”.





“Stiamo lavorando per costruire una coalizione molto ampia”, ribadisce il segretario, “faremo una conferenza programmatica a metà novembre all'Aurum di Pescara”.

Italia dei valori e Socialisti, intanto, attraverso i rispettivi segretari regionali, Lelio De Santis e Giorgio D'Ambrosio, nei giorni scorsi ha ufficializzato la costruzione di un progetto autuonomo rispetto al centrosinistra: “Li ho sentiti – dice Di Sabatino – ho spiegato loro che c'è una situazione ancora in divenire perché è del tutto evidente che se Legnini dovesse accogliere le sollecitazioni, a quel punto la leadership della coalizione sarebbe definita, perché nessuno si sognerebbe di contestare una figura del genere”.

“Se invece dovesse fare una scelta diversa, è evidente che cambia il quadro”, ammette il segretario del Pd.

“Abbiamo contatti coi partiti che hanno fatto parte della coalizione alle politiche e nel frattempo si sta lavorando anche all'esterno, sto incontrando i segretari di circolo, ho visto quelli della provincia di Pescara, sabato ad Avezzano incontrerò quelli della provincia dell'Aquila, e a seguire incontrerò quelli di Teramo e Chieti, insomma un percorso dal basso che si dice sempre e non si fa mai”.

Centrosinistra dunque col fiato sospeso ma pronto al piano “B” qualora la risposta dovesse essere negativa: in questo caso, a tornare in ballo potrebbero essere, primi fra tutti, l'assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, dall'ambiente politico indicato tra i papabili anche se ha pubblicamente negato l'ipotesi, e il deputato Camillo D'Alessandro.

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