DIETRO I GIOCHI LE ASPIRAZIONI ''ROMANE'' DELLA PEZZOPANE E D'ALESSANDRO

REGIONALI: LOLLI-LEGNINI, E’ SFIDA NEL PD. MA I DUE FRENANO, ‘DISCORSO PREMATURO’

di Pierluigi Biondi

8 Giugno 2012 08:04

Regione - Politica

L’AQUILA – “Intempestiva”.

Così i due principali contendenti del Partito democratico per la corsa alla presidenza della Regione, il senatore Giovanni Legnini e il deputato Giovanni Lolli, bollano la proposta dell’assessore del Comune dell’Aquila Stefania Pezzopane di ricorrere alle primarie per scegliere chi sarà il candidato governatore del centrosinistra.

La campagna per chi dovrà rappresentare l’anti-Gianni Chiodi è partita con larghissimo anticipo, la legislatura scadrà nel dicembre 2013, anche se si mantiene sotto traccia e tra i big prevale la prudenza.

I ben informati, in realtà, parlano di un confronto che si fa sempre più serrato tra chi spinge per la soluzione teatina e chi per quella aquilana.

Da un lato il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, e il capogruppo all’Emiciclo, Camillo D’Alessandro, dall’altro il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e l’assessore comunale Stefania Pezzopane.





Con Lolli o Legnini spediti in Regione si libererebbe un posto per il Parlamento e sia la Pezzopane che D’Alessandro non fanno mistero di mirarci, anche se la prima potrebbe spuntarla a prescindere.

La politica, però, cambia rapidamente, l’exploit dei grillini lo insegna, quindi meglio andare sul sicuro e preparare la strada per tempo.

Rimane l’incognita di cosa faranno gli alleati, ma pare certo il fatto che, a meno di sorprese clamorose, sarà un piddino a tirare la volata alla coalizione.

I conti, infatti, sono semplici: innanzitutto se ci saranno le primarie di coalizione il Pd dispone di molte più bocche da fuoco rispetto agli alleati (attuali o potenziali).

Una scelta pro-Udc dall’altra parte allontanerebbe la sinistra di Rifondazione e Sel, l’Idv ha già avuto la sua chance quattro anni fa con Carlo Costantini, attuale capogruppo in Consiglio regionale, anche se i più incalliti dipietristi premono per una sua (difficile) ricandidatura.

Il combinato disposto di queste variabili, quindi, dovrebbe portare a un esito quasi scontato. L’unica cosa che potrebbe scompaginare i piani sarebbe la partecipazione alle consultazioni di un figura talmente autorevole da superare in termini di consenso un democrat, ma all’orizzonte non si intravedono un Pisapia, un De Magistris, un Doria o un Orlando in salsa abruzzese. Men che meno un Pizzarotti.





Per questo l’uscita della Pezzopane, a una prima lettura avventata ma in verità ben calibrata, ha sparigliato le carte e dato un’accelerata alle dinamiche di partito: esattamente quello che cercava l’assessore per definire prima delle elezioni politiche il quadro generale e opzionare una delle caselle che si renderà disponibile.

Sentiti da AbruzzoWeb, sia Lolli che Legnini hanno buttato acqua sul fuoco, trincerandosi dietro frasi da politici accorti e navigati: “è un discorso prematuro”, “gli scenari sono in rapido mutamento”, “il dibattito si svolge prima dentro al Pd e poi in pubblico”.

Anche se il senatore di Roccamontepiano non ha nascosto che “sul mio nome registro consenso e apprezzamento”, però si è affrettato a precisare che “ciò non significa che mi candiderò”.

Molto simile il discorso dell’onorevole aquilano: “mi fa piacere che qualcuno ne parli, ma i nomi sono l’ultimo dei problemi, e poi io sono un uomo di partito, quello che mi sarà chiesto farò”.

Tattica o bon ton? Piuttosto la vecchia tradizione del “centralismo democratico” di scuola Pci: nelle stanze chiuse del partito si può pure fare a botte, ma fuori si è tutti uniti.

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